Il 13 agosto 1932 presenta alla I edizione dell'Esposizione internazionale del Cinema di Venezia il film Das Lied einer Nacht (Questa notte o mai più, 1932), pellicola musicale interpretata dal tenore polacco Jan Kiepura:
La voce di questo eccellente artista si presta, è noto, egregiamente per il microfono [...] Kiepura canterà le vecchie e belle canzoni nostre in italiano, e tutto il commento musicale è stato intessuto di nostre deliziose pagine popolari (Il Festival del cinema: il programma di questa sera, «Gazzetta di Venezia», 13 agosto 1932).
In seguito alla proiezione, sempre sulla «Gazzetta di Venezia», si legge:
Nella Canzone della notte, inscenata da Anatol Litwak, gaia insieme e sentimentale, esalò tra visioni d'acque e di nubi, la voce limpida e calda del Kiepura, che sciolse la frasi della più celebrate arie di opere nostrane in un canto di intensa forza espressiva. Da quel fraseggiare sì morbido, da quel suono sì dolce e di sì cristallino nitore, l'amore e la nostalgia ebbero il dono del più suggestivo commento, mentre la gaiezza che scorre a fiotti da un capo all'altro della semplice vicenda, divertì il pubblico supergo, raccoltosi ier sera sulla terrazza dell'Excelsior, e procurò al cantante applausi calorosissimi, ai quali il celebre tenore non ebbe modo, purtroppo, di rispondere dalla pedana (Le manifestazioni del Festival Cinematografico, «Gazzetta di Venezia», 14 agosto 1932, p. 5).
Per la IV edizione della Mostra d'arte cinematografica di Venezia viene selezionato il film Mayerling (1936), girato da Litvak sul presunto omicidio-suicidio del duca Rodolfo d'Asburgo e della sua amante, Maria Vetsera, nel 1899. Al film viene riconosciuto un valore artistico, più che commerciale, e per questo motivo è inserito nel programma pomeridiano delle proiezioni al Palazzo del Cinema, riservate agli addetti del cinema. L'11 agosto 1936, giorno della proiezione, nonostante la priorità assegnata ai giornalisti e ai critici, il pubblico si accalca alla cassa e addirittura fa "ressa agli sportelli, e la sala è stata gremita di spettatori che hanno accolto con calore di applausi la tragica vicenda di Mayerling". Più avanti, nello stesso articolo si legge:
Già la letteratura si era impossessata del dramma asburgico che ebbe il suo epilogo a Mayerling il 30 gennaio 1889. Qualche anno fa venne realizzato anche un film sull'argomento, interpretato, salvo errore, dalla Riefenstahl [Das Schicksal derer von Habsburg di Rolf Raffé (1928), distribuito in Italia come Il crollo degli Asburgo]. Questa nuova produzione è invece realizzata, in Francia, da un regista che s'è fatto un certo nome per regia di cine-operette in Germania e per un film (Coeur de Lilas) prodotto in Francia, che ebbe un buon successo. Dopo Mayerling, sia il regista Litvak che la protagonista Danielle Darrieux sono passati all'industria americana (Boyer invece partecipa sia all'industria francese che a quella americana). Il che significa in certo senso che il film ha dei buoni numeri commerciali. La regia di Litvak, che si è valso di Kessel per i dialoghi, è senza dubbio attenta, ma si deve anche alla Darrieux buona parte della riuscita interpretazione del personaggio di Maria Vetsera. La storia è in Mayerling seguita abbastanza rigorosamente e soprattutto l'ambientazione è felicemente raggiunta; va segnalato infine il commento musicale di Honegger, che sottolinea con efficacia le sequenze salienti (Francesco Pasinetti, Arte francese e germanica nella seconda giornata della Mostra Internazionale Cinematografica, «Gazzetta di Venezia», 12 agosto 1936, p. 3).
Un altro critico veneziano, Elio Zorzi, loda il film come "la più bella rievocazione che si sia tentata del fosco dramma che troncò la vita del figlio di Francesco Giuseppe" (Zorzi E., La IV Mostra internazionale d'arte cinematografica a Venezia, «Le tre Venezie», 1936, n. 8-9, pp. 255.).
Il film viene presentato alla vigilia della partenza di Litvak per Hollywood, dove negli anni successivi gira film di successo, spesso su tematiche russe, come Tovarich (1937), su due russi scappati dalla rivoluzione d'ottobre, oppure Anastasia (1956) con Ingrid Bergman nella parte della presunta ultima discendente della dinastia dei Romanov, ruolo per il quale vinse l'Oscar come migliore attrice.Pasinetti F. Arte francese e germanica nella seconda giornata della Mostra Internazionale Cinematografica // Gazzetta di Venezia. 12.8.1936.
Zorzi E. La IV Mostra internazionale d’arte cinematografica a Venezia // Le tre Venezie. 1936. № 8–9. Р. 253–261.
Enciclopedia del cinema, Istituto dell'Enciclopedia Treccani, Roma, vol. III, p. 562.
Enciclopedia dello spettacolo, Roma, Le maschere, 1960, vol. VI, p.1561-1562.