Nel 1914-1915 visita l’Italia e la Spagna con Šuchaev, durante il soggiorno a Capri dipinge il proprio autoritratto in costume di Arlecchino, ritrandosi insieme all’amico in una composizione nel gusto della Commedia dell’Arte - Doppio autoritratto. Arlecchino e Pierrot (1914). In altri quadri del periodo (Il pescatore, Il violinista, 1915) la linea delle figure rappresentate si avvicina all’espressionismo; l’artista sperimenta anche l’arte monumentale, come negli schizzi per gli affreschi di San Nicola a Bari (successivamente non realizzati).
Le rivoluzioni russe del 1917 lo trovano in Estremo Oriente come borsista dell’Accademia delle Arti (Cina, Mongolia, Giappone), studia il teatro cinese e giapponese, fa innumerevoli disegni e ritratti di carattere etnografico; nel 1919 decide di non rientrare in Russia e si stabilisce a Parigi, dove prende parte attiva alla vita artistica dell’emigrazione russa: illustra libri, esegue affreschi in restaurant, sale da concerto e residenze private, partecipa ai salons parigini e a diverse mostre. Nel 1921 fonda insieme a Šuchaev una scuola d’arte in rue Campagne Première a Montparnasse. Nel 1924-1925 riprende a viaggiare per il mondo, si reca in Africa.
Nel 1928-1930 Jakovlev torna di nuovo in Italia per studiare l’antica pittura romana a Pompei e gli affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ed esegue una serie di grandi quadri su temi mitologici.
Bibliografia
L. L’vov, Končina A.E. Jakovleva, “Illjustrirovannaja Rossija” 1938, № 2.
A.N. Benua, Aleksandr Jakovlev, “Poslednie novosti”, 4.6.1938, № 6272.
A.N. Benua, A. Jakovlev, “Russkie zapiski”, giugno 1938, pp. 163-173.
Pis’ma V.I. Suchaeva A.E. Jakovlevu iz Italii i Peterburga, “Panorama iskusstv” 1985, № 8, pp. 173-190.
Link
https://artrz.ru/articles/1804787778/index.html
Antonella d'amelia
30 aprile 2023