Le grandi firme
Quindicinale di novelle dei massimi scrittori, come recita il sottotitolo, è fondato e diretto nel 1924 da Pitigrilli, pseudonimo di Dino Segre; fino al 1938 il quindicinale rimane fedele al proprio obiettivo di divertire il pubblico, presentando una scelta ricca e variata di racconti brevi dei migliori autori contemporanei, italiani e stranieri, con una particolare predilezione per i temi leggeri e la novella umoristica. Generalmente i racconti sono pubblicati senza introduzioni o preamboli, solo occasionalmente è indicata la nazionalità degli autori. La prima serie, in formato tradizionale e con poche immagini, finisce nell’aprile del 1937, quando la proprietà passa a Mondadori e la rivista diviene settimanale. Nel suo ultimo anno di vita, «Le grandi firme» si trasforma in rotocalco, con illustrazioni a colori e pubblicità, ricco di riferimenti piccanti ed erotici, a cominciare dalle copertine, in cui campeggiano le provocanti “Signorine Grandi Firme” disegnate da Gino Boccasile.
Gli autori russi sono ampiamente rappresentati lungo tutto il periodo di pubblicazione della rivista, con un primato indiscusso di Arkadij Averčenko, seguito dalla narratrice emigrata Teffi, “la regina dell’umorismo”. Si tratta di scrittori altrove scarsamente tradotti, che il pubblico italiano conosce soprattutto grazie a «Le grandi firme», ma naturalmente abbondano anche testi dei più noti Anton Čechov, Aleksandr Kuprin, Maksim Gor’kij e di molti altri. Tra i traduttori dal russo, non sempre segnalati, i nomi più ricorrenti sono quelli di Giovanni Faccioli, Umberto Barbaro e Taulero Zulberti. La rivista è stata interamente schedata dal 1924 al 1938 (Agnese Accattoli).
Visualizza schede bibliografiche