Sotto l’egida della Società Umanitaria si inaugura a Milano il 7 maggio 1911 il Teatro del Popolo: una grande sala (ex-capannone industriale) per duemila spettatori con un palcoscenico dotato delle più moderne attrezzature, ideata come strumento per educare i ceti meno abbienti attraverso la diffusione di spettacoli teatrali e musicali. L’organizzazione rientra nel programma generale dell’Umanitaria, che fin dalla sua fondazione nel 1893, aveva individuato nell’istruzione (insieme alla formazione professionale e alle scuole d’arti e mestieri) lo strumento privilegiato tanto per il riscatto sociale delle classi popolari, che per la modernizzazione della società.
Grazie all’impegno di Augusto Osimo, uno dei primi segretari generali e tra i principali promotori della Società Umanitaria, l’iniziativa del Teatro del Popolo decolla rapidamente e si avvale del sostegno di gran parte della borghesia e amministrazione cittadina. Sono così coinvolti attori famosi (Ruggero Ruggeri, Alfredo De Sanctis, le sorelle Irma e Emma Gramatica, Ermete Zacconi ed altri), strumentisti e direttori d’orchestra affermati (Bela Bartok, Igor' Stravinskij, Arthur Rubinstein, Arturo Toscanini, Tullio Serafin, Victor De Sabata e altri); nel repertorio si alternano serate teatrali e musicali (successivamente anche cinematografiche), si prevedono speciali abbonamenti a prezzo popolare ed anche recite la mattina dei giorni festivi per facilitare l’afflusso “dei proletari, dei socialisti, dei milanesi”. In repertorio – oltre alle opere dei più amati drammaturghi dell’epoca (Giuseppe Giacosa, Sem Benelli) – appare la pièce di Gor’kij Na dne (L’albergo dei poveri), la cui prima si svolge il 13 aprile 1912. Lo spettacolo, che è una delle prime messinscene straniere sul palcoscenico del Teatro del Popolo, aumenta la popolarità di Gor’kij, allora residente a Capri, e ravviva la fortuna del testo, già presentato nell’ottobre 1905 da Eleonora Duse al Teatro Manzoni.
Nel 1913 nella programmazione del teatro si inserisce un’altra pièce di Gor’kij Meščane (Piccoli borghesi) e Nachlebnik (Pane altrui) di Ivan Turgenev, opera che ha goduto in Italia di una straordinaria popolarità (se ne sono fatte più traduzioni, ne è stato tratto anche un film muto). Era tradizione del Teatro del Popolo di far precedere alcuni spettacoli da conferenze: ad es. il 12 aprile 1912 Pane altrui è preceduto da una presentazione di Claudio Treves sull’arte russa. Nel 1914 arricchisce il repertorio un altro classico russo: ivoj trup (Il cadavere vivente) di Leone Tolstoj. Tuttavia il testo che più ha resistito nel tempo è stato Pane altrui (sceneggiatore, regista e attore Ubaldo Maria del Colle).
Nel corso del tempo, oltre alla prosa e alla musica, il Teatro del Popolo organizza proiezioni cinematografiche, costituisce una propria compagnia teatrale stabile che recita anche nei teatri rionali, bandisce concorsi per musicisti, istituisce una Scuola di recitazione, rivestendo un ruolo centrale nella mappa culturale di Milano. Continua la sua attività con immutata qualità fino al 1943, anche se molto osteggiato sotto il fascismo come tutte le attività della Società Umanitaria; ormai quasi dismesso, è gravemente danneggiato dai bombardamenti dell’agosto 1943 e definitivamente demolito nel 1945.
Fonti archivistiche
Milano, Archivio Storico Civico.
Milano, Fondazione Umanitaria. Fondo Turati.
Bibliografia
Scarpellini E. Il Teatro del Popolo. La stagione artistica dell’Umanitaria fra cultura e società. Milano: Franco Angeli, 2000.