Nasce nella facoltosa famiglia ebraica Landau (adotta lo pseudonimo Aldanov dalle prime pubblicazioni). Studia all’università di Kiev e si laurea contemporaneamente in Chimica e in Giurisprudenza nel 1910. In gioventù compie diversi viaggi all’estero, oltre all’Europa visita l’Africa del Nord e il Medio Oriente. Nel 1913 va a Parigi, dove lo coglie lo scoppio della prima guerra mondiale. Fa subito ritorno a Pietroburgo e inizia a lavorare nel campo della chimica.
La sua prima pubblicazione risale al 1915, quando edita la prima parte di
Tolstoj e Rolland. Il primo tomo, dedicato allo scrittore russo, sarà l’unico a vedere la luce, perché il secondo andrà perduto durante la guerra. L’opera sarà rielaborata negli anni dell’emigrazione parigina e ripubblicata col titolo
Zagadka Tolstogo (L'enigma Tolstoj). Tolstoj è lo scrittore che più affascinò Aldanov che a lui si ispira per i suoi romanzi storici.
Tra il 1917 e il 1918 pubblica
Armageddon, dialogo filosofico tra uno scrittore e un chimico sulla guerra e sulla rivoluzione d’Ottobre, da cui traspare quell’interesse per le vicende rivoluzionarie di qualunque epoca, con “i loro prodromi e le loro conseguenze”, che saranno oggetto della maggior parte dei futuri romanzi e scritti.
Negli anni della guerra civile - alla ricerca di aiuti finanziari - viaggia per molte capitali d’Europa insieme ad una delegazione di socialisti rivoluzionari come segretario dell’Unione per la Rinascita della Russia (Sojuz Vozroždenija Rossii). Nel 1919 emigra da Odessa a Costantinopoli, Marsiglia e infine Parigi, dove poco dopo l’arrivo scrive in francese un libro su Lenin (
Lénin, Paris: J. Povolozky et Cie, 1919), subito tradotto in varie lingue, tra cui l’italiano. A Parigi è tra i fondatori della rivista «Grjaduščaja Rossija»; collabora anche con numerose riviste e quotidiani russi dell'emigrazione; su «Sovremennye zapiski» sono pubblicati a puntate alcuni suoi romanzi storici. È membro di diverse associazioni culturali dell’emigrazione russa: «Sojuz pisatelej i žurnalistov», «Zelënaja lampa», «Obščestvo druzej russkoj knigi v Pariže».
Dal 1922 al 1924 vive a Berlino, dove collabora con la redazione del giornale «Golos Rossii» e del suo supplemento domenicale «Dni» insieme a
Vladislav Chodasevič. Nel 1923 sposa una cugina da parte di madre, Tat’jana Markovna Zajceva (1893-1968). L’anno seguente torna a Parigi, dove riceve un diploma della École des Sciences Sociales.
È nel periodo dell’emigrazione che inizia a pubblicare i romanzi storici che gli procureranno fama. Le opere più importanti degli anni Venti e Trenta sono la tetralogia
Myslitel’ (Il filosofo) e la trilogia
Ključ (La chiave)
. Il primo ciclo (
Svjataja Elena, malen’kij ostrov, 1921;
Devjatoe Termidora, 1923;
Čertov most, 1925;
Zagovor, 1927) è incentrato sulla rivoluzione francese e il periodo napoleonico e tratta l’epoca precedente e successiva all’azione di
Guerra e pace. La trilogia (
Ključ, 1929;
Begstvo, 1930;
Peščera, 1934) è dedicata invece alla prima guerra mondiale, la rivoluzione russa e l’emigrazione.
I testi di Aldanov si caratterizzano come romanzi storico-filosofici e storico-psicologici, poiché i personaggi da lui inventati, a differenza di quelli realmente esistiti, appaiano spesso “vaghi e bidimensionali”, “semplici comparse sul palcoscenico della storia” (Raeff 1990, p. 115). Il suo approccio si differenzia, ad esempio, da quello di
Dmitrij Merežkovskij, che affronta spesso le stesse tematiche storiche o i medesimi personaggi (primo fra tutti Napoleone), interpretando però gli eventi alla luce delle proprie concezioni filosofico-religiose. Tra i personaggi realmente esistiti dei testi di Aldanov compaiono anche importanti artisti come Beethoven (
Desjataja simfonija, 1931), Michelangelo (
Bel’vederskij tors, 1936) e Byron (
Mogila voina, 1940).
Dopo la conquista di Parigi da parte dei nazisti nel 1940, si trasferisce a Nizza e successivamente a New York, dove collabora a «Novoe russkoe slovo» e «Novyj žurnal». In questo periodo scrive “ritratti” storici, tra cui quelli di Carnot, Hitler, Stalin,
Anatolij Lunačarskij, e racconti di carattere storico-politico su temi di attualità, in particolare relativi alla seconda guerra mondiale.
Nel 1947 torna a Nizza, riprende ad occuparsi di chimica e pubblica diversi lavori di carattere scientifico. Negli anni Cinquanta torna alla forma del romanzo-dialogo filosofico dei suoi esordi letterari (il più importante di questi testi è considerato
Ul’mskaja noč. Filosofija slučaja, 1953).
L’Italia nella storia di AldanovAldanov si interessa all’Italia nell'ambito delle sue ricerche storiche e di attualità. Le due epoche che più attirano la sua attenzione sono la Roma rinascimentale dei papi e l’Italia fascista.
Nel racconto
Bel’vederskij tors si intrecciano le vicende dell’ultimo anno di vita di Michelangelo con quelle dell’attentato a papa Pio IV (1564). Nell’introduzione lo scrittore cita come fonte della sua narrazione Benedetto Accolti, figlio del cardinale aretino Benedetto Accolti e capo della congiura contro il Pontefice, e precisa di aver tratto l’argomento da un manoscritto di recente pubblicato dal barone Pastore, in cui lo stesso Accolti parla dell’episodio. Il titolo del manoscritto, che sarebbe conservato negli archivi papali, è indicato da Aldanov come «Questo è il sommario della mia depositione par la qual causa io moro».
Si può ipotizzare che Aldanov abbia raccolto i materiali per la stesura di questo racconto durante un viaggio a Roma nel 1925. Quell’anno, infatti, il Ministero degli Esteri rilascia al «noto romanziere» un visto di ingresso per l’Italia grazie anche alla raccomandazione dell’ex console
Ivan Persiani.
Alla fine degli anni Quaranta risale invece un racconto su Mussolini, che rientra probabilmente nella serie di “ritratti” di personaggi politici legati alla II guerra mondiale. In una lettera indirizzata a Grigorij Maksimovič Lunc (Nizza, 26 febbraio 1948) lo scrittore accenna infatti al successo ottenuto in America da un suo racconto relativo alla fine del duce (http://newreviewinc.com/марк-алданов-письма-из-ниццы).
Più tardi, nell’ultimo romanzo,
Samoubijstvo (New York, Izd. Literaturnogo Fonda, 1958), in cui riappaiono i temi del primo conflitto mondiale e della rivoluzione d’Ottobre, nel IV capitolo Aldanov delinea la figura di Mussolini, facendo trasparire attraverso vari aneddoti della sua giovinezza i tratti della personalità e della politica del duce. Il lucido ritratto di Mussolini fatto da Aldanov si discosta dai toni esaltati, con cui si era rivolto al duce Merežkovskij nell’introduzione al libro su Dante (1939). Durante la seconda guerra mondiale si discostano del tutto le posizioni politiche dei due scrittori; per Aldanov, emotivamente legato alla Russia, era importante lo status di russo-emigrante, «inflessibile nella sua opposizione al regime sovietico» sia in campo intellettuale che culturale (Raeff 1990, p. 112).
Pubblicazioni
Landau-Aldanov M.A. Lenin / trad. di A. Rovinelli. Milano: Sonzogno, 1919.
La politica estera dei Soviets. Roma: Libreria Russa Slovo, 1921
Le due rivoluzioni: la rivoluzione francese e la rivoluzione russa. Roma: Libreria Russa Slovo, 1921 https://www.russinitalia.it/monografie.php?id=15
Aldanov М. Sant’Elena piccola isola: romanzo / trad. dall’originale e introd. di R. Küfferle. Milano: Bietti, 1930.
9 Thermidor: Romanzo storico / versione ital. di L. Ricotti; introd. di R. Kufferle. Milano: Ediz. Universum, 1933.
Contemporanei. Profili di grandi capi della politica europea / versione ital. di L. Ricotti; introd.di R. Kufferle. Milano: Universum, 1933.
La chiave: Romanzo / trad. dal russo di C. Marazio. Milano: V. Jorio, 1935.
L’ultima sinfonia / trad. dal russo e nota critica di R. Kufferle. Milano: Minerva, 1935.
Fonti archivistiche
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell’Interno, Direzione generale della Pubblica Sicurezza, Affari generali e riservati, 1925, cat. A16, b. 22, f. Aldanoff Landau Marco