Russi in Italia

Aleksandr Aleksandrovič Filipčenko


Luogo e data di nascita: 1884
Luogo e data di morte: regione di Leningrado, 12 settembre 1938
Professione: rivoluzionario, medico

Figlio di un funzionario, alla vigilia della rivoluzione del 1905 studia all'Accademia militare di medicina e chirurgia di Pietroburgo. Nel 1905 aderisce al partito dei socialisti rivoluzionari, viene arrestato in maggio, ma già tre mesi dopo viene liberato. Viene arrestato una seconda volta nel dicembre 1905 e confinato in Finlandia. Nel 1906 torna nella capitale, dove viene eletto membro del Comitato del partito di Pietroburgo. Viene arrestato una terza volta nell'ottobre dello stesso anno, secondo la sentenza del tribunale militare distrettuale di Pietroburgo del 26 maggio 1907, viene questa volta condannato a 6 anni di lavori forzati. Sconta la pena nella prigione di Gornyj Zerentuj insieme a E. S. Sazonov e una schiera di altri leggendari social-rivoluzionari. Nel 1909 viene liberato prima del termine stabilito grazie alla conclusione della Commissione medica, e deportato nella colonia di Barguzin, tristemente conosciuta nella storia russa, ma al pari di altri deportati non rimane a lungo nel Transbajkal, fuggendo prima in Germania e successivamente in Italia.
Giunge a Roma il 3 settembre 1912, insieme all'amante Anna Suchomlina. La polizia internazionale russa incaricata della sua sorveglianza domanda un supporto alle autorità italiane di Pubblica Sicurezza. Il giovane Filipčenko, sospetto terrorista russo, viene così pedinato da agenti della polizia russa e italiana. Dopo una breve permanenza a Roma, la coppia si sposta a Tivoli. Il regime di vigilanza italiano è sospeso già nel dicembre dello stesso anno, quando il giovane russo risulta essersi iscritto alla Facoltà di medicina dell'Università degli Studi di Roma. Non si conoscono altre notizie su suoi eventuali spostamenti dalla capitale dopo il conseguimento della laurea. Alcune notizie provengono da una lettera di Michail Pervuchin a Vladimir Lvovič Burcev del 2 febbraio 1921, nella quale Pervuchin ricostruisce la vicenda della vigilanza di Černov da parte della polizia italiana, ancora convinta, nel 1915, che fosse una spia tedesca: "Era sufficiente essere considerati conoscenti di Černov, per essere sospettati di essere spie tedesche. Per via della parentela con Černov fu pesantemente sospettata una persona onestissima, il giovane medico Aleksandr Filipčenko, che viveva a Roma".
Non è chiaro quando Filipčenko rientri in Russia. Negli anni Trenta è impiegato presso la cattedra del professor Dogel' alla Facoltà di medicina dell'Università di Leningrado. Rimane poi vittima delle purghe staliniane: arrestato nel 1937, viene fucilato l'anno successivo.

Fonti archivistiche
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, 1913, A11, b. 13, f. A11, sf. A11 Filipcenco.

Bibliografia
T. A. Ginecinskaja, Biofak Leningradskogo universiteta posle sessi VASCHNIL, in Repressirovannaja nauka, Leningrad, Nauka, 1991, pp. 114-125.
Ju. Fel'štinskij, Ešče raz o nemeckijch den'gach (risorsa elettronica: http://lib.ru/HISTORY/%20FELSHTINSKY/f17.txt. Pubblicato in parte sul giornale "Izvestija", il 5 novembre 1997, con il titolo Million rublej v russkich banknotach).

Nota
Nelle fonti italiane s'incontra Alessandro Filipcenco.

Link
http://stalin.memo.ru/names/p388.htm
http://www.ihst.ru/projects/sohist/memory/gin91os.htm
http://visz.nlr.ru/search/lists/t10/244_1.html
http://www.horodysche.org.ua/?id=90
http://lib.ru/HISTORY/FELSHTINSKY/f17.txt

Stefano Garzonio, Jaroslav Leont'ev, Laura Piccolo.


Аleksandr Filipčenko con il fratello Jurij (a destra)
http://www.horodysche.org.ua/?id=90

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