Studia a Parigi dal 1905 al 1915, in seguito ritorna in patria per prendere parte alla guerra. Nel 1921 per le persecuzioni bolsceviche si trasferisce in Italia. Risiede a Milano dal 1923 al 1925 in via Stradivari, 10 e in viale Abruzzi. È sposato con la dottoressa Berta Emidice Emdin e ha una figlia di nome Daisy, nata a Gomel'.
Lavora presso l'ufficio esteri della ditta Pirelli, dove è iscritto all'associazione impiegati. È segretario della
Associazione per l'assistenza ai bisognosi russi, fondata nell'ottobre 1922 insieme a
Michail Vilcher e
Natalija Baranovskaja.
Quando presenta domanda per ottenere la cittadinanza italiana, nei documenti della Prefettura si fa riferimento a una sua partecipazione al Comintern: "fu citato dal giornale "Il Regno" dell'aprile 1925, come facente parte di una organizzazione comunista internazionale: ma nessun elemento fu raccolto a suo carico". Ottiene la cittadinanza nel 1928. Dopo l'emanazione delle leggi razziali emigra con la famiglia in Argentina
Archivi
Archivio di Stato di Milano, Gab. Pref. I, II.
Archivio Centrale dello Stato, Roma. Ministero dell'Interno. Polizia Politica. B. 192. F. 13328 Brodsky Michele fu Abramo
Archivio Centrale dello Stato, Roma. Ministero dell'Interno. Direzione Generale della Pubblica Sicurzeza. 1927 A2. B. 27. F. Brodsky Michele.