Figlia di un consigliere di Stato, il senatore Nikolaj Grave (1836–1908), e moglie dell'assessore Evgenij Vladimirovič Zabello (1864–1913), scampa per miracolo alla fucilazione nel 1918: dopo l'arresto e la sentenza di morte a Kiev, riesce a fuggire grazie all'aiuto di Aleksandra Kollontaj, sua compagna di studi, con i figli Vladimir (1900–1919) e
Nikolaj (1911–2010) a Mosca, dove vive per qualche anno; nella capitale sovietica Nikolaj comincia le scuole, ma presto viene isolato come elemento socialmente estraneo. Nel 1923 decide di emigrare con il figlio minore (il maggiore Vladimir, soldato dell'Armata bianca, è verosimilmente morto in battaglia) e si stabilisce con Nikolaj in Italia – prima a Roma presso il console
Georgij Zabello, successivamente nel 1925 a Firenze e infine nel 1937 a Milano, dove il figlio Nikolaj lavora alla Siemens. Nel 1946 Nikolaj sposa in seconde nozze Erminia Poli e dal loro matrimonio nascono Marina (1950) e Evgenij (1955). Degli anni milanesi scrive dettagliatamente Nikolaj Zabello nelle memorie:
Storia della mia famiglia (Almanach "Berega" 2011. № 14, pp. 23–28).