Giunge in Italia nel 1920 insieme alla sorella Marina per ricongiungersi al padre,
Vsevolod Demčenko, amministratore delegato della Società italo-russa di trasporti dal Mar Nero. L'anno successivo a Pegli (Genova), nel corso di una perquisizione di abitazioni occupate da cittadini stranieri, è fermato come sospetto bolscevico. Le indagini stabiliscono invece che si tratta di uno studente universitario incensurato. L'esito della perquisizione risulta negativo e il giovane viene rilasciato.
Nel settembre 1921 si trova a Roma dove è domiciliato e studia. È in possesso di passaporto italiano.
Nota
Nei documenti italiani s'incontra Demcenko Boris di Vsevolod e di Klaudia Demcenko.
Fonti archivistiche
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, cat. A11, 1920, b. 9, f. Demtchenko Boris 101.
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, cat. A11, 1921, b. 14, f. Demcenko Boris 170.
Laura Piccolo