Nasce in una famiglia agiata e liberale di Pietroburgo. Il padre è un funzionario del Ministero delle finanze, di orgine armena, la madre proviene da una famiglia di proprietari terrieri di Tver'. Frequenta il ginnasio di Marija Michel'son, allora considerato un'istituzione progressista. Dopo la rivoluzione, nel 1918, si trasferisce con i genitori prima a Mosca e poi a Rostov sul Don (1919-1920), dove frequenta per una certo periodo l'università, iscrivendosi alla Facoltà di lettere. Nel 1921 rientra a Pietrogrado e viene a contatto con il mondo intellettuale pietroburghese. Segue all'Istituto Zubov le lezioni di teoria della letteratura di Tomaševskij, Ejchenbaum e altre note personalità del mondo accademico. Frequenta l'atelier di Gumilev, la
Conchiglia sonora, dove ogni lunedì si ritrovano poeti affermati e giovani esordienti per recitare le loro poesie, tra gli adepti ci sono anche le sorelle Nappel'baum, figlie del famoso fotografo Mojsej Nappel'baum. Dopo la fucilazione di Gumilev gli incontri della
Conchiglia sonora si tengono per alcuni mesi nella casa dei Nappel'baum, situata all'angolo tra il Litejnyj e il Nevskij. Ed è durante una di queste serate che avviene l'incontro con
Vladislav Chodasevič, il poeta con cui condividerà l'emigrazione e dieci anni della sua vita.
Nel giugno 1922 parte con Chodasevič per Berlino, ma nessuno dei due pensa a una distacco definitivo dalla Russia; hanno ricevuto un passaporto valido per tre anni: lui per motivi di salute, lei per motivi di studio. A Berlino frequentano il mondo degli esuli russi, tra gli altri
Pavel Muratov, Andrej Belyj, gli Zajcev; durante l'estate trascorrono tutti insieme alcuni giorni (14-28 agosto 1923) a Prerow, sul mar Baltico. Nel tardo autunno del 1923 si trasferiscono a Saarow, dove si è temporaneamente stabilito
Gor'kij, ma verso la fine di novembre partono per Praga e da lì raggiungono Marienbad in attesa del visto per l'Italia.
Nella primavera del 1924 arrivano nella penisola e fanno tappa a Venezia e a Roma, dove incontrano Muratov che vi abita da qualche mese. Nella sua autobiografia Berberova ricorda con entusiasmo le lunghe passeggiate con un fine conoscitore della città e dell'arte italiana come lui:
Essere a Roma, avere come guida Muratov. Adesso sembra qualcosa di fantastico come un sogno che ti lascia stordito per tre giorni. E invece quella era la realtà, la mia realtà, il mio vivere quotidiano a Roma (cf N. Berberova, Il corsivo è mio, Milano 1989, p. 227).
Il 13 aprile partono da Roma per Parigi, dove rimangono per alcuni mesi e quindi raggiungono l'Irlanda. Il 9 ottobre del 1924 sono di nuovo in Italia, a Sorrento, da Gor'kij e vi rimangono fino all'aprile del 1925.
Il percorso di formazione della Berberova ha inizio nei tre anni successivi alla partenza dalla Russia sovietica, un periodo legato soprattutto alla figura di Gor'kij. Il soggiorno a Sorrento segna un momento cruciale per l'evoluzione di aspetti rilevanti della personalità di Berberova: il rapporto quotidiano con Gor'kij le fa scoprire un'affinità non sul piano professionale, bensì sul piano umano. Nello scrittore avverte una divina energia elettrica che deriva dall'entusiasmo quasi folle dell'agire, entusiasmo che non solo trova in lei una rispondenza, ma diventa il motore stesso della sua esistenza. Le passeggiate con Gor'kij e i suoi racconti su Čechov e Andreev, il dialogo quotidiano con Chodasevič e il via vai di intellettuali russi alla villa di
Sorrento costituiscono l'ambiente vitale di Berberova che in modo rudimentale comincia a muovere i primi passi nella ricerca di una scrittura propria e porre le basi per quella che poi diventerà la sua professione: con
Maksim, il figlio di Gor'kij, inventa una rivista umoristica che esce a scadenza settimanale e in un unico esemplare su cui vengono pubblicati scritti inediti. In quella rivista esce
Romanzo epistolare la sua prima opera in prosa.
Nel 1925 con Chodasevič si trasferisce definitivamente a Parigi e si sistemano prima in una stanza del famoso Pretty Hotel di Rue Amélie e poi in una casa in Rue Lamblardie. Berberova lavora nei giornali e nelle riviste dell'emigrazione; collabora per quindici anni con la pagina letteraria del quotidiano «Poslednie Novosti» ("Ultime notizie"), su cui appaiono a puntate brevi racconti sulla comunità di emigrati russi di Billancourt
Bijankurskie prazdniki (
Le feste di Billancourt, 1929-1938). I suoi tre romanzi
Poslednie i pervye (
Gli ultimi e i primi) del 1930,
Povelitel'nica (
La sovrana) del 1932 e
Bez zakata (
Senza tramonto) del 1938 non incontrano il favore della critica. Vengono invece apprezzati i racconti apparsi tra il 1934 e il 1941 sulla rivista letteraria «Sovremennye Zapiski» ("Annali contemporanei"), raccolti in seguito in un volume con il titolo:
Oblegčenie učasti (
Alleviare la sorte, 1949). Riscuote grande successo anche
Čajkovskij (1936), tradotto in diverse lingue. Di quegli anni è il racconto
Akkompaniatorša (
L'accompagnatrice, 1934).
Berberova, che nel 1933 lascia Chodasevič, si trasferisce nel 1938 con il secondo marito, Nikolaj Vasil'evič Makeev (da cui si separa nel 1947) a Longchêne nei pressi di Parigi. Dopo la guerra è redattrice al settimanale di Parigi «Russkaja Mysl'» ("Il pensiero russo"), dove negli anni 1948-49 pubblica la sua cronaca del processo a Kravčenko, che esce in volume nel 1949. Nel 1947 pubblica a Parigi in francese la biografia di Blok,
Aleksandr Blok et son temps.
Nel 1950 Berberova parte per gli Stati Uniti, dove per sbarcare il lunario svolge i lavori più disparati, finché nel 1958 non inizia ad insegnare all'Università di Yale e di Princeton. Nel 1958 pubblica
Mysljaščij trostnik (
Il giunco mormorante) e nel 1959
Černaja bolezn' (
Il male oscuro). Negli Stati Uniti collabora alla redazione dell'almanacco
Mosty (
Ponti, 1958-1968). La sua opera maggiore è l'autobiografia
Kursiv moj (
Il corsivo è mio); nel 1969 viene pubblicata in inglese, nel 1972 in russo a Monaco, e nel 1983 l'edizione integrale in russo in due volumi, a New York.
Berberova raggiunge notorietà e successo nel 1985 grazie all'editore francese Hubert Nyssen degli Actes Sud che promuove la sua opera. Nel 1986 pubblica
Ljudi i loži: Russkie masony XX stoletija (
Uomini e logge: i massoni russi del XX secolo). Nel 1989 esce la traduzione italiana della sua autobiografia e in quell'occasione viene di nuovo in Italia, a Milano e a Venezia. Nel 1993 viene tradotta in italiano la
Storia della Baronessa Budberg, titolo originale
Železnaja ženščina, in cui ripercorre la vita di
Marija Ignat'evna Zakrevskaja-Benckendorff-Budberg, amante di Gor'kij e compagna di H. G. Wells, tentando di insinuarsi tra le pieghe nascoste dell'esistenza di questa specie di Mata-Hari russa e di svelarne i segreti. Nel capitolo
Intermezzo italiano la scrittrice inserisce il ricordo del suo breve incontro e del rapporto personale instaurato con M. I. Budberg a Sorrento.
Dal 1965 Berberova torna quattro volte a Venezia, che definisce nell'autobiografia la città che ama di più al mondo, che viene caratterizzata come magica e rievocata attraverso le immagini di cortiletti rinascimentali, dove orchestre da camera modulano le note di Scarlatti, Tartini e Vivaldi. La mediazione estetica traspare anche nella lettura delle forme quotidiane della vita lagunare: durante la passeggiata nell'isola di Sant'Elena rimane incantata dagli adulti dai bambini e dai cani, tutti quanti le appaiono di una straordinaria bellezza.
Nel 1989 Berberova ritorna dopo sessantacinque anni a Pietroburgo invitata dall'Unione degli Scrittori e accolta con tutti gli onori. Nel 1991 si trasferisce a Filadelfia, dove muore due anni dopo.
Opere pubblicate in russo
Kursiv moj: Avtobiografija v 2 tt., New York, Russica Publishers, 1983 (2 izdanie ispr. i dop.).
Stichi (1991-1993), Posleslovie A. Sumerkina, New York, Russica Publishers, 1984.
Ljudi i Loži. Russkie masony XX stoletia, New York, Russica Publishers, 1986.
Železnaja ženščina. Rasskaz o žizni M. I. Zakrevskoj-Benkendorf-Budberg, o nej samoj i ee druz'jach, Moskva, Kn. Palata, 1991.
Povesti, Moskva, Skorina, 1992.
Čajkovskij. Istorija odinokoj žizni. Posleslovie i primečanija N. Bočkarevoj. SPb, Petro-RIF, 1993.
Rasskazy v izgnanii, Moskva, Izd-vo im. Sabašnikovych, 1994.
Čajkovskij, Moskva, Roman gazeta, 1994.
Kursiv moj. Avtobiografija, pod red. V. P. Kočetova, Moskva, Soglasie 1996.
Čajkovskij, SPb, Limbus Press, 1997.
Ljudi i Loži: Russkie masony XX stoletija. Posleslovie O. A. Korosteleva. Moskva, Progress-Tradicija - Char'kov, Kalejdoskop, 1997.
Mys bur'. Nabokov i ego "Lolita", Moskva, Izd-vo im. Sabašnikovych, 1998.
Neizvestnaja Berberova: Roman, stichi, stat'i, SPb, Limbus Press, 1998 (raccolgie
Borodin, 25 let smerti Bloka, Vladislav Chodasevič, Nabokov i ego "Lolita", Tri goda s Gor'kim, M. O. Cetlin, Kljući k nastojaščemu, Velikij vek).
Aleksandr Blok i ego vremja. Biografija, perevod s francuzskoj A. Kurt, A. Rajskoj, Moskva, Izd-vo Nezavisimaja gazeta, 1999.
Bijankurskie prazdniki. Rasskazy v izgnanii, Moskva, Izd-vo im. Sabašnikovych, 1999.
Čajkovskij. Železnaja ženščina, Moskva, Izd-vo im. Sabašnikovych, 1999.
Kursiv moj: Avtobiografija. Komment. V. P. Kočetov, G. I. Mosešvili, Moskva, Soglasie 1999 (ristampa 2001).
Poslednie i pervye. Delo Kravčenko, Moskva, Izd-vo im. Sabašnikovych, 2000.
Nabokov i ego "Lolita".
Rasskazy v izgnanii, Moskva, Izd-vo im. Sabašnikovych, 2001.
Traduzioni italiane
L'accompagnatrice, Feltrinelli, Milano, 1985.
Alleviare la sorte, Milano, Feltrinelli, 1988.
Il corsivo è mio, Milano, Adelphi, 1989.
Il giunco mormorante, Milano, Adelphi, 1990.
La resurrezione di Mozart, Milano, Guanda, 1991 (ristampa Milano, TEA, 1994).
Il lacché e la puttana, Milano, Adelphi. 1992.
Il male nero, Milano, TEA, 1992.
Roquenval, Milano, Guanda, 1992.
Genio e regolatezza. Aleksandr Borodin, Bagno a Ripoli, FI, Passigli, 1993.
Il ragazzo di vetro. Čajkovskij, Milano, Guanda, 1993.
Storia della Baronessa Budberg, Milano, Adelphi, 1993.
Le feste di Billancourt, Milano, Adelphi, 1994.
Felicità, Milano, Guanda 1995.
La Sovrana, Milano, Adelphi, 1996.
Le Signore di Pietroburgo, Milano, Guanda, 1996.
Dove non si parla d'amore e altri racconti, Milano, Adelphi, 1997.
Felicità, Milano, TEA, 1998.
Il quaderno nero, Milano, Adelphi, 2000.
Gli ultimi e i primi, Bagno a Ripoli, FI, Passigli, 2002.
Nabokov e la sua Lolita, Bagno a Ripoli, FI, Passigli 2002.
Il male nero, Milano, Guanda, 2003.
La resurrezione di Mozart. La scomparsa della biblioteca Turgenev. La grande città, Milano, Guanda, 2004.
Un figlio degli anni terribili. Vita di Aleksandr Blok, Milano, Guanda, 2004.
Roquenval. Cronaca di un castello, Milano, Guanda, 2005.
Antologia personale: poesie 1945-1983 (testo russo a fronte), Bagno a Ripoli, FI, Passigli, 2006.
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Fonti archivisticheFondazione Giorgio Cini, Venezia,
Archivio Angelo e Olga SignorelliPatrizia Deotto
Scheda aggiornata al 20 dicembre 2009