Russi in Italia

Elena Gavrilovna Lebedinskaja


Luogo e data di nascita: Losanna, 3.8.1904
Professione: imprenditrice
Residenza: Roma, via Isonzio 21d

È figlia di Gavriil Pavlovič Lebedinskij (nato nel 1881 nel Governatorato di Cherson, arrestato il 3 novembre 1937 e fucilato il 25 gennaio 1938, successivamente riabilitato il 16 ottobre 1989 - Kniga pamjati Altajskogo kraja).
Vedova di Abele Solinas (in altre fonti Salinas), giunge in Italia nel febbraio 1935 da Tripoli, dove aveva soggiornato dal 1928 insieme alla compagnia lirica di cui faceva parte. In Italia risiede insieme con la madre a Roma in via Isonzo 21d. A Roma vive anche il fratello Anatolij Lebedinskij, cittadino sovietico, critico d'arte, coniugato con Nina Zbarskaja, entrambi impiegati presso l'Istituto internazionale di cinematografia educativa (IICE), fondato nel 1928 per volere di Mussolini.
A Roma E. Lebedinskaja gestisce il cinema "La Quirinetta" e dal 24 luglio 1936 anche il locale all'aperto della Casina Valadier al Pincio. In una nota della Polizia politica del 16 gennaio 1936 si rimarca l'autorizzazione concessale di aprire questo lussuoso cinematografo, "visto che ne esistono già troppi, e per di più col permesso di proiettare film integrali stranieri senza i tagli voluti dalla censura" e si precisa che è "amante di un altissimo funzionario del Regime" e "agente o del Ministero degli Affari Esteri o dello Stato Maggiore". Da un'altra nota del 7 febbraio 1936 si apprende che è vissuta a lungo "col marito a Tripoli dove si spacciava per amante del generale Badoglio. A Tripoli era conosciuta per una "fornitrice di carne umana" ed era proprietaria di un albergo e di un teatro di varietà, ritrovi questi che servivano a lei per incettare giovani donne ed avviarle alla prostituzione". Sempre dispacci della Polizia politica sottolineano che "ha molte relazioni; è in ottimi rapporti con il maresciallo d'Italia Pietro Badoglio, fin da quando questi era Governatore della Libia. È voce generale anzi, che fra Badoglio e la Lebedinski vi siano stati e vi siano tuttora rapporti intimi; la Lebedinski, infatti, è in possesso di una fotografia con dedica autografa di S. E. Badoglio con la data: Tripoli 1933" (24 luglio 1936).

Le colorite annotazioni sull'imprenditrice russa si intrecciano con alcune caratteristiche del maresciallo Badoglio, così descritto in una nota del 27 luglio 1936:

"Da qualche settimana dimora a Fiuggi, Palazzo della Fonte; nel fondo dell'animo è un seguace del vecchio regime liberale e quindi poco entusiasta del Fascismo; parla con troppa facilità, ignorando talvolta le finalità di chi lo ascolta. Dimorando a Fiuggi riceve spesso le visite di una bella e conosciuta signora, proprietaria della Quirinetta; di tale signora si dice sia al servizio della Polizia Italiana, ma nel tempo stesso segretamente è in relazione con elementi stranieri; tale signora dimostra forse troppa confidenza col Maresciallo, fatto che da molti viene marcato; si dice sia la sua amante, costei si vanta di potere ottenere dalle Autorità Fasciste tutto ciò che vuole, e i fatti dimostrano che le sue asserzioni sono vere. Il Maresciallo fino a pochi giorni or sono era in grande intimità con una ben conosciuta pseudo-contessa Vannutelli Bertollo, la quale da tempo è noto sia al servizio dell'Inghilterra "Intelligence Service".

Le note della Polizia non sono meno vivide nel descrivere il fratello Anatolij che ha molti legami con personaggi dell'ambasciata sovietica, per cui gli emigrati russi ritengono che egli eserciti lo spionaggio a favore della Russia sovietica: "a quanto si afferma sarebbe ardente comunista e propagandista acceso di antifascismo. Si giunge fino ad assicurare che egli abbia relazioni col comunismo di Russia e mantenga il contatto con il Comintern per mezzo di agenti, all'estero, probabilmente in Svizzera".

Capolavoro conclusivo sulla famiglia Solinas è la comunicazione della Polizia politica del 9 luglio 1941:

Fra i russi bianchi si commenta poco favorevolmente, che il fratello della signora Solinas (attuale proprietaria della Quirinetta), ebreo e russo sovietico, goda i seguenti vantaggi: partito in America per la nostra esposizione, percepirà dal Governo Italiano la paga per un anno (malgrado la guerra) e inoltre, mentre i suoi compagni italiani erano internati, questo signore a nome Lebedinski godrà della libertà come russo sovietico e nemico dell'Italia. I russi bianchi affermano che tutto ciò è opera della sorella, famosa intrigante, di cui si raccontano le vicende. Venuta in Italia per cantare e avendo fatto fiasco, si è legata per 5 anni col Solinas di Tripoli. Nel frattempo è diventata amante di Badoglio. Alla morte del Solinas si è fatta sposare diventando cristiana.
Venuta a Roma (dopo un mezzo fallimento, per cui i creditori si sono ripresi la sua casa di Tripoli), ha cercato appoggi qua e là a mezzo della Ecc. Badoglio ed ha ottenuto il permesso di avere la Quirinetta. Nel frattempo ha cercato di frequentare le ambasciate, inoltre si è messa nell'affarismo combinando provvigioni per sé e per altri. Questi affari sarebbero stati delle forniture militari. Sei anni fa la Solinas, appena poteva finanziariamente sostenersi, oggi la sua casa è tenuta in modo principesco, ha numerosi servi e si permette d'invitare in casa sua dei Principi romani.
La figlia del Lebedinski è stata infatti battezzata prima che il padre partisse per l'America e suo padrino di battesimo fu don Piero Colonna, defunto, ma allora Governatore di Roma.
I russi bianchi sospettano la Solinas nel senso politico, insieme al fratello sovietico ed ebreo, soprattutto per il suo intrigo col Gen. Badoglio.

Fonti archivistiche
Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Divisione generale della Pubblica sicurezza, Direzione Polizia Politica, fasc. pers. 709.

Vladimir Keidan


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