Figlio del principe Sergej Golicyn e di Marija Poljakova, risulta in Italia dal 1 agosto 1939. Risiede a Roma, in via Passeggiata Ripetta, 4. Vive in ristrette condizioni economiche, fa il compositore e dà saltuarie lezioni di musica. La polizia politica esercita nei suoi confronti riservati controlli e così registra:
"si reca spesso nella sala da tè sita in Via Babuino 53, che è frequentata esclusivamente dai suoi connazionali, ma non consta che esplichi in detto locale mansioni di cameriere. Frequenta giornalmente il Circolo dei Russi bianchi, sito in Via Colonnette 27, ove consuma gratuitamente i pasti, è effettivamente dedito al vino, ma non consta che dia luogo a rilievi con la sua condotta politica".
Un altro appunto del 15 maggio 1942 riferisce:
"Tutti questi russi bianchi si sono accaniti ancor più allorché è scoppiato il conflitto con la Russia, che hanno dichiarato sacra e invincibile, con epiteti poco riguardosi verso i nostri alleati. Ad esempio il principe Sergio Golitsin, che si vanta di essere Cavaliere dell'Ordine di Malta, squadrista ecc. mi ha detto con orgoglio di aver declinato l'invito fattogli dal Governo Germanico di recarsi a combattere contro i bolscevichi. Il Golitsin a questo proposito mi ha detto che i russi, bolscevichi o no, sono i suoi veri fratelli, e che non andrà mai a combattere contro di loro, né qualsiasi altro russo "che non sia un porco traditore" (testuale) vi andrà. Ha detto che tutti i veri russi la pensano come lui".