In una nota della Polizia politica del 12 luglio 1939 da Milano si legge:
"segnalo un certo Alexeieff, giornalista russo, costui appena arrivato in Italia venne a Milano, dove ebbe alcuni incontri col noto Zabello, capo del partito della Nuova Generazione, dopo qualche giorno andò a Como non si sa per quale ragione. Ora l'Alexeieff si trova a Roma ed è in relazione con Tommaso Napolitano, Presidente dell'Anticomintern. L'Alexeieff gode della massima fiducia e ha anche scritto un articolo sul "Popolo d'Italia" (...). Il suo indirizzo lo si può avere alla Chiesa russa di Roma o presso il Napoletano".
Dai documenti della Polizia politica fascista si ricava inoltre che ha esercitato "la professione di giornalista con lo pseudonimo di Alì-Babà", che dagli emigrati russi era ritenuto "un agente bolscevico", che forse era stato invischiato nel rapimento del generale zarista A. P. Kutepov, che aveva saputo prima di altri "tutti i dettagli della romanzesca fuga in America dell'incaricato d'affari sovietico Leon Helfant" e che appunto in questa occasione aveva svelato "i suoi personali rapporti col segretario dell'Ambasciata degli USA Alan Rogers".
Da molti a Roma è ritenuto una "persona misteriosa"; i suoi modi e il suo sistema di vita danno adito a non pochi sospetti; frequenta locali publici, fa visite agli amici, spende senza problemi. Secondo alcuni fa affari commerciali e s'occupa della vendita all'estero di pellicole cinematografiche italiane. Secondo altri fa l'informatore, o degli americani, o degli italiani (l'OVRA in un promemoria del 1942 ammette: "Alexeyeff Nicola dava effettivamente informazioni a noi").