Vive a Roma almeno dal 1907, in una camera ammobiliata in via Nicolò Porpora 2, presso il funzionario del Ministero del Tesoro Ettore Ciarella. Pur conducendo un'esistenza modesta possiede ingenti somme di denaro, motivo per il quale si avvia un'indagine nei suoi confronti perché sospettato di essere un emissario bolscevico. Notizie a proposito del pittore sono domandate anche a Giacomo Balla che, in quegli anni, abita sullo stesso pianerottolo di Ivančikov.
Le indagini si concludono alla fine del dicembre del 1922, con una relazione che afferma la totale estraneità del pittore alle idee bolsceviche e all'attività politica. È sepolto al
cimitero acattolico di Testaccio a Roma.
Nota
Nelle fonti italiane s'incontra Nicola fu Nicola Ivancikoff.
Fonti archivistiche
Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, 1922, cat. A1, b. 3, f. Ivancikoff.
Laura Piccolo