Russi in Italia

Ivan Ivanovič Manuchin


Luogo e data di nascita: Kašin (governatorato di Tver'), 19(31) gennaio 1882
Luogo e data di morte: Parigi, 17 dicembre 1958
Professione: medico, radiobiologo

Discende da una ricca famiglia di mercanti. Nel 1900-1906 studia all’Accademia militare medica di San Pietroburgo con il famoso terapeuta Sergej Botkin, nel 1911 si specializza in immunologia. Nel 1907 sposa Tat’jana Ivanovna Krundyševskaja (1885-1962), nel 1911 insieme alla moglie si trasferisce a Parigi dove fa uno stage all’Istituto Pasteur presso il biologo Il’ja Mečnikov (1845-1916) e nei laboratori della Sorbonne presso il cardiologo Louis Henri Vaquez (1860–1936). Studia a livello sperimentale la possibilità di rafforzare gli anticorpi (umani e animali) con l’aiuto di leggere emissioni di raggi roentgen sulla milza.
Nella primavera 1913 per la malattia della moglie (tubercolosi polmonare) prende la decisione di non tornare in Russia e trascorrere l’inverno in Italia; la coppia vive per qualche tempo a Portofino. Sollecitato da conoscenti comuni, decide di applicare il suo metodo di cura a Maksim Gor'kij e per oltre due mesi  vive in stretto contatto con lo scrittore a Capri e Napoli (dove c’erano gli apparecchi radiologici).
Nell’Autobiografia, pubblicata di recente a Mosca, ricorda il periodo italiano della sua vita e l’eterogenea congrega, raccolta intorno a Gor’kij: “Chi scriveva articoli, chi prosa, chi cominciava a pubblicare, chi aveva già pubblicato; c’erano artisti promettenti, inventori, emigranti – schegge della rivoluzione del 1905. Non si può dire che tutti costoro fossero amici di Gor’kij o lottassero con lui per una causa comune. Si erano solo ritrovati là tutti insieme, girovagavano per il giardino o per la casa, si riposavano tra nubi di fumo, giocavano con il figlio di Gor’kij, Maksim, un giovane pigro e divertente…” (Žizn' i prizvanie doktora I.I. Manuchina, pp. 92-93). L’intelligencija napoletana e gli amici russi della scrittore seguivano attenti i mutamenti della sua salute; quando alla fine di ottobre 1913 arrivano le prime notizie dei risultati positivi della cura, si rallegrarono tutti.
Nel 1914 Manuchin torna in Russia e sulla via del ritorno vista per una decina di giorni Roma.
A Pietroburgo riprende la sua attività medica. Nella primavera 1917 diventa medico della Commissione d’inchiesta straordinaria (Črezvyčajnaja sledstvennaja komissija), creata dal Governo provvisorio, e salva molti prigionieri rinchiusi nella fortezza dei SS. Pietro e Paolo (tra questi il Granduca Gavriil Konstantinovič), mantiene questo ruolo anche dopo la presa del potere dei bolscevichi, collabora anche con la Croce Rossa internazionale. Insieme a D.S. Merežkovskij e Gor’kij partecipa alla creazione del Comitato per la difesa dei monumenti storici; la sua professionalità è ricordata nel diario di Zinaida Gippius: “Ivan Ivanovič era una curiosa fusione di serissimo studioso, noto per i suoi lavori in Europa, e uomo pratico, umano, pronto ad aiutare. I tratti tipici dell’intelligent russo – estrema dirittura morale, tenacia e intransigenza – apparivano in lui non nelle parole ma negli atti <...> Correva sempre da qualche parte, si affannava sempre per qualcuno, aiutava e salvava qualcuno” (Dnevnik Z.N. Gippius, p. 151).

Nella primavera 1920 Manuchin prende la decisione di recarsi in Francia per un lungo periodo di ricerca, e Gor’kij lo aiuta ad ottenere il visto, scrivendo a Lenin: “Non sono un profano dal punto di vista scientifico, seguo e ho seguito con molta attenzione sia il lavoro teorico di Manuchin che i suoi esperimenti pratici. Sono assolutamente convinto che la sua intuizione sia giusta <…> Manuchin è il tipico studioso poco pratico, ha una sua dirittura morale che gli ha certo procurato molti nemici. Qui i suoi lavori scientifici sono ostacolati al massimo, la sua pratica clinica sabotata <…> Chiedo di concedergli senz’altro il periodo di ricerca richiesto” (Gor'kij i nauka, p. 111).

Nel dicembre 1921 insieme alla moglie Manuchin lascia per sempre la Russia e si stabilisce a Parigi, dove continua ad esercitare nonostante l’atteggiamento malevolo dei colleghi francesi. Tra i suoi pazienti c’è anche la famosa scrittrice inglese Katherine Mansfield. Negli anni 1924–1948 pubblica in inglese e francese articoli dedicati a problemi di immunologia ed endocrinologia. Come ricorda nell’Autobiografia, offre senza successo il suo metodo di cura a varie nazioni (Inghilterra, Germania, Svezia, Danimarca), tenta di venire anche in Italia, ma riceve una secca risposta dall’ambasciata d’Italia a Parigi: “Il Ministero della Salute Nazionale non necessita i Vostri servigi” (Žizn' i prizvanie doktora I.I. Manuchina, pp. 245–246).
Negli ultimi anni di vita si dedica alla stesura delle sue memorie, edite in parte sulla rivista newyorkese “Novyj žurnal”.

 

Pubblicazioni
Манухин И.И. Воспоминания о 1917–1918 гг. // Новый журнал. 1958. Кн. 54. С. 97–116.
Революция // Новый журнал. 1963. Кн. 73. С. 184–196.
С. Боткин, И. Мечников, М. Горький // Новый журнал. 1967. Кн. 86. С. 139–158.
Žizn' i prizvanie doktora I.I. Manuchina. Moskva, Russkij put', 2015.

Bibliografia

Dnevnik Z.N. Gippius,// Русская мысль. 1921. Кн. 1–2. С. 139–190.
Антонина, кн. Как был спасен князь Гавриил Константинович: Воспоминания // Иллюстрированная Россия. 1934. № 35. С. 10–12; № 36. С. 6–7; № 37. С. 14–15; № 38. С. 6–7; № 39. С. 14–15.

Gor'kij i nauka: Stat'i, reci, pisìma, vospominanija. Moskva, Akademija nauk, 1964.

Ульянкина Т.И. Этот неизвестный известный Иван Манухин // Вопросы истории естествознания и техники. 1993. № 3. С. 45–62.

Ульянкина Т.И. Загадка И .И. Манухина – российского врача, ученого и общественного деятеля // Российские ученые и инженеры в эмиграции. М.: Перспектива, 1993. С. 93–116.

 

Link
http://www.ihst.ru/projects/emigrants/manukhin.htm


Antonella d'Amelia
30 maggio 2020


Manuchin e Gor'kij a Mustjamaki nel settembre 1914.




Il'ja Mečnikov nel suo laboratorio all'Istituto Pasteur di Parigi.



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