Russi in Italia

Nikolaj Nikolaevič Firsov

L. Ruskin


Luogo e data di nascita: San Pietroburgo, 22 giugno 1839
Luogo e data di morte: Napoli, dopo il 1917
Professione: scrittore, giornalista e traduttore


Discendente di una nobile famiglia del governatorato di Novgorod, è educato in famiglia fino all’età di 13 anni, si appassiona alla letteratura e alla poesia. Dal 1852 continua gli studi a Pietroburgo nella Pensione del barone Klodt (Sankt-Peterburgskij prigotovitel’nyj pansion barona K. K. Klodta), dalla quale si accedeva all’Istituto di artiglieria Michajlovskij (Michajlovskoe artillerijskoe učilišče) e quindi all’Accademia militare di artiglieria Michajlovskij (Michajlovskaja voennaja artillerijskaja akademija), a cui si iscrive nel 1858.

Nel 1859 inizia a pubblicare saggi biografici su scrittori russi e racconti per la rivista “Rassvet”. Nel 1862 compie il primo viaggio in Italia; a Milano conosce Giuseppe Garibaldi che incontrerà altre due volte: nel 1880 a Roma e nel 1882 a Napoli. Già allora si interessa alla storia d’Italia e al processo di unificazione del paese. Nel 1873 si reca a Londra su incarico del Ministero delle Finanze e lavora come commissario della sezione russa delle mostre del Kensington Museum.

Sposa Elizaveta Grigor’evna Nebol’sina (1840-1868), figlia del senatore Grigorij Pavlovič Nebol’sin (1811-1896), dalla quale ha una figlia che resterà a vivere a Pietroburgo con i nonni materni dopo la morte prematura della madre. In seguito si risposa e ha un figlio maschio, Andrej (1868-?), che studierà prima all’Istituto Politecnico di Karlsruhe per poi trasferirsi in Russia.

Dal 1879 è spesso in Campania, visita Salerno e altre città del sud, nel maggio 1884 si ammala, probabilmente di una forma di poliomelite, e si stabilisce definitivamente a Napoli: qui scrive, fa traduzioni in russo da diverse lingue (francese, inglese, tedesco e italiano), riceve regolarmente riviste e giornali russi, è in corrispondenza con diversi scrittori, procura libri e brochures ai napoletani che conoscono la lingua russa.

Nel 1880 diventa corrispondente da Napoli per i giornali “Novosti” e “Birževaja gazeta”. Dopo la chiusura di “Otečestvennye zapiski” nel 1884, collabora con “Severnyj vestnik”, dove pubblica il suo primo romanzo Kuda ni kin’, vse klin (1885, nn. 2-4) e tra il 1880 e il 1890 le sue Pis’ma iz Italii (Lettere dall’Italia), interessanti riflessioni sulla situazione politica, sociale e culturale dell’Italia post-unitaria.

Collabora per molti anni con la rivista “Knižki nedeli”, dove pubblica il suo secondo romanzo Pod grozoj. Povest’ iz vremen poslednej russko-tureckoj vojny (1878, nn. 1-4), racconti su temi russi, traduzioni di importanti opere letterarie di scrittori italiani (Niccolò de’ Lapi di Massimo d’Azeglio nel 1880, nn. 7-11), racconti autobiografici incentrati sulla vita quotidiana del popolo meridionale, in cui rivolge una particolare attenzione alle condizioni di vita delle donne e dei bambini. Per la stessa rivista traduce anche dall’inglese e dal francese.

È amico intimo della famiglia di Anton Dohrn (1840-1909), fondatore di uno dei luoghi russi per eccellenza di Napoli, la Stazione Zoologica, e di sua moglie Marija Baranovskaja. In questi anni il figlio Andrej cresce in casa degli amici e durante gli studi a Karlsruhe sarà ospite della sorella di Dohrn. Grazie alla famiglia Dohrn Firsov entra in contatto con diversi zoologi russi e stranieri, con studiosi di discipline scientifiche; tra i tanti ricordiamo Viktor Andreevič Fausek (1861-1910), che viene a Napoli per ricerche insieme alla moglie, la futura pedagogista montessoriana Julija Fausek.

Frequenta inoltre Ol’ga Pavlovna Vavilova, moglie del senatore Ferdinando Palasciano (1815-1891) e molti altri esponenti della colonia russa di Napoli. Fraternizza con intellettuali e artisti italiani, quali Camillo Miola e Vincenzo Gemito, si interessa soprattutto al Verismo, sia in arte che in letteratura, traduce in russo I Malavoglia di Verga per  “Knižki nedeli” (1881, nn. 9-12) e racconti di Verga e Capuana per “Otečestvennye zapiski”.

Tra il 1888 e il 1894 scrive una serie di articoli sulla storia degli ebrei e sulla loro condizione nell’Italia contemporanea. Negli anni ‘90 pubblica feuilletons dal titolo Ob ital’jancach (Sugli italiani) per “Russkie vedomosti”, in cui racconta delle variegate tradizioni delle popolazioni del sud. Negli ultimi 15 anni di vita lavora ai Vospominanija šestidesjatnika (Ricordi di un uomo degli anni ’60), pubblicati su “Istoričeskij vestnik”, in cui descrive l’epoca delle grandi riforme del XIX secolo in Russia. In questi anni traduce per “Russkie vedomosti” altri popolari romanzi storici come Le mie prigioni di Silvio Pellico (1886, tt. 24-25), Maria Sofia di Borbone di Davide Galdi (1907, t.108), Sua Maestà la Regina di Nicola Misasi (1909, t. 16), anche versi di Carducci e Petrarca.

Agli inizi del Novecento raccoglie molti dei suoi saggi sulle differenze tra il nord e il sud d’Italia, sulla storia e il carattere del popolo, sulla letteratura e la cultura italiane, per pubblicarle in Rasskazy ob Italii (Racconti sull’Italia), rimasto tuttavia inedito e conservato in forma manoscritta presso lo RGALI di Mosca. La narrazione, spesso condotta in chiave ironica e in prima persona, si distingue per una profonda conoscenza, simpatia e solidarietà nei confronti degli strati più bassi della popolazione meridionale, non si limita alla descrizione di usi e costumi, ma sollecita una riflessione storico-sociale e confronti con la realtà russa e di altri paesi europei.

Non si conosce la data esatta della sua morte, l’ultima lettera ritrovata scritta di suo pugno è stata inviata in Russia nel dicembre 1917 da Napoli. Altrettanto ignoto è il luogo della sua sepoltura.

L’archivio italiano di Firsov è verosimilmente andato disperso, ma in diversi archivi russi si conservano le sue lettere a scrittori, editori e famigliari, che gettano luce sulla sua intensa attività pubblicistica e traduttiva. Di questi ricchi epistolari sono state pubblicate solo alcune lettere allo scrittore Michail Saltykov-Ščedrin (“Literaturnoe nasledstvo”, 1934, t. 13/14, pp. 360, 367-368, 380) e al barone N.A. Korf (“Russkaja starina”, 1894, n. 10, pp. 187-189). Un elenco dettagliato delle sue traduzioni dall’italiano è pubblicato in Dž. Džuliano, Nikolaj Nikolaevič Firsov: šestidesjatnik v Neapole, p. 203.

 

Fonti archivistiche

NA-АSZ AS 1884, 1893, 1894, 1896, 1899, 1902, 1909, 1910, 1911, 1912, 1913, 1915

IRLI RAN RO f. 72 n. 359

IRLI RAN RO f. 123 op. 1 n. 866

IRLI RAN RO f. 185 op. 1 n. 1866

IRLI RAN RO f. 293 op. 1 n. 1513

IRLI RAN RO f. 343 n. 30

IRLI RAN RO f. 377 op. 7 n. 3705

IRLI RAN RO f. 402 op. 3 n. 142; op. 5 n. 2

IRLI RAN RO f. 432 n. 96

IRLI RAN RO f. 540 op. 2 n. 485

RNB OR f. 874 nn. 12, 13, 32, 35, 41, 44, 47, 83, 91, 95, 103, 107, 111, 115, 127

RGALI f. 67 op. 1 n. 69

RGALI f. 122 op. 2 nn. 131-133

RGALI f. 163 op. 1 n. 298

 

Bibliografia

Dž. Džuliano, Nikolaj Nikolaevič Firsov: šestidesjatnik v Neapole, in “Le Muse inquietanti”: per una storia dei rapporti russo-italiani nei secoli XVIII-XX, in 2 vol., Salerno, collana di Europa Orientalis, 2011, vol. II, pp. 189-203.

Dž. Džuliano, S Juga k Severu: “Rasskazy ob Italii” N. N. Firsova, in Literatura putešestvij: kul’turno-semiotičeskie i diskursivnye aspekty, Novosibirsk, Gaudemus, 2013, pp. 398-411.

G. Giuliano, Esuli russi a Napoli e Capri tra XIX e XX secolo, Nikolaj Prachov, Nikolaj Firsov, Aleksej Zolotarev. Nuovi materiali, “Testi e linguaggi” 2018, n. 12, pp. 73-82.

Dž. Džuliano, Nikolaj Nikolaevič Firsov, in Russkie pisateli. 1800-1917: biografičeskij slovar’. Tom 6: S-Č, Sankt-Peterburg, Nestor-Istorija, 2019, pp. 469-470.

 

Giuseppina Giuliano

25 ottobre 2021



Indietro
Statistiche