Figlia del capitano della guardia imperiale Georgij Dmitrievič Diterichs (1967–1935), discendente di una famiglia nobiliare del Baltico, e della pianista francese Marta Francevna Gabar, dopo la rivoluzione emigra con i genitori in Francia e negli anni Venti vive a Parigi: partecipa alle serate e ai concerti della Casa degli artisti (Dom artistov) e del Club russo (Russkij klub), recita negli spettacoli della Scuola drammatica russa (Russkaja dramatičeskaja škola), fondata a Parigi nel 1921 dall'attore e regista teatrale Jurij Erastovič Ozarovskij (1869–1924, che aveva lavorato a San Pietroburgo al Teatro Aleksandrinskij.
Nel 1926-1927 si esibisce come intrattenitrice al cabaret parigino “Canari”, nel marzo 1927 prende parte insieme a Josephine Baker allo spettacolo musicale Un vento di follia nel celebre music-hall "Les Folies Bergères" (Josephine Baker. Un vent du folie. Paris: R.C. Seine, 1928). Negli anni Trenta si esibisce e canta da “Chez Les Vikings” (rue Vavin, 31 a Montparnasse), ristorante alla moda per artisti e scrittori (lo frequentano Henry Miller, Simone De Beauvoir e Jean-Paul Sartre). Partecipa alle serate dedicate dalla comunità russa a Don Aminado (1932) e Teffi (1933), nel 1934 incide dischi con la firma Pathé (le sue registrazioni non si sono conservate).
Agli inizi degli anni Quaranta l’attrice si trasferisce in Italia e lavora a Milano con il nome Maria Ditrix: nel 1940-1941 canta nello storico teatro cabaret “Trianon” al numero 15 di Corso Vittorio Emanuele II, fondato nel 1903 da Alfredo Bracchi e Arturo Boccassini, dove negli anni Trenta si erano esibiti Ettore Petrolini, Odoardo Spadaro, Lydia Johnson. Al “Trianon” è protagonista della rivista musicale Ultima edizione di Aldo Rubens, in cui imita lo stile e le movenze di Marlene Dietrich nell’Angelo azzurro.
Nel 1944-1945 recita con Carlo Dapporto e Wanda Osiris in un altro storico music-hall milanese “Luna Palace” in Corso Buenos Aires 33-37. Nato come palazzo dei divertimenti (vi si balla, si allestiscono esibizioni circensi, si organizzano incontri di boxe), nel 1930 l’edificio è ristrutturato, rinominato Teatro Puccini e adibito più che all’opera, come suggerirebbe il nome di Puccini, a spettacoli, operette e commedie in dialetto milanese.
Bibliografia
Morandini M. Sessappiglio, gli anni d’oro del teatro di rivista. Milano: Edizioni Il Formichiere, 1978.Талалай.М. Российский некрополь в Италии. М.: Старая Басманная, 2014.
Antonella d’Amelia
1 dicembre 2020