È arrestata il 2 dicembre 1943 assieme ad un'altra dottoressa ebrea che lavora nello stesso sanatorio, Bianca Morpurgo, e alla madre Etta Blinder; il 17 gennaio 1944 è trasferita nel carcere di Milano e di lì il 30 gennaio deportata ad Auschwitz, dove rimane viva grazie alla sua professione medica e al lavoro nell’infermeria del campo (la madre anziana è subito condotta alla camera a gas).
Quando i soldati sovietici stanno per liberare i prigionieri di Auschwitz, è condotta con altri detenuti a Mauthausen a piedi. È liberata il 5 maggio 1945 dall’esercito americano (l'amica Bianca Morpurgo è liberata a Dresda nell’aprile 1945).
Rientrata in Italia, rilascia una lunga intervista al cognato Alberto Cavaliere (1897–1967), in cui narra la sua esperienza del campo di concentramento. Pubblicata nel libro I campi della morte in Germania nel racconto di una sopravvissuta, costituisce uno dei primi libri di memorie di deportati italiani ad Auschwitz.
Nel dopoguerra riprende la sua attività di medico e pneumologa, non parlerà più dell’esperienza del campo. In pensione si trasferisce a Roma, dove muore all’età di 103 anni. Dai ricordi degli amici italiani affiora il ritratto di una donna energica, ironica, pronta ad aiutare gli altri, incallita fumatrice e giocatrice.
Fonti archivistiche
ACS. PS. 1921 A11. B. 16. F. 387 Kaufmann Erta.
ACS. PS. 1924 A16. B. 27. F. 1444 Kaufman Sofia.
Bibliografia
Cavaliere A. I campi della morte in Germania nel racconto di una sopravvissuta. Milano: Sonzogno, 1945.
Cavaliere F. Il Novecento di Fanny Kaufmann. Firenze: Passigli editori, 2012.
Antonella d'Amelia
1 giugno 2020