L’Italia che scrive
Rassegna per coloro che leggono, come recita il sottotitolo, è fondata nel 1918 da Angelo Fortunato Formiggini e da lui diretta. Si pubblica a Roma presso le edizioni Formiggini ed ha periodicità mensile. Nasce con lo scopo di contribuire alla diffusione delle opere editoriali in Italia, sviluppando maggiore consapevolezza ed interesse nel pubblico dei lettori. Nello scarno panorama delle riviste bibliografiche italiane del Novecento, «L'Italia che scrive» occupa un posto di rilievo: riesce ad attraversare tutto il periodo fascista e a mantenere vivo il dibattito e il contatto con intellettuali in parte emarginati per l'opposizione al regime e per la contrapposizione all'idealismo gentiliano e alle polemiche di padre Gemelli. Conclude di fatto la sua esistenza dopo l’introduzione delle leggi razziali e la tragica fine di Formiggini nel 1938, quando editore diventa la Società Anonima Editrice. Nella rubrica Letterature straniere in Italia sono recensite da Enrico Damiani, Ettore Lo Gatto e Leonardo Kociemski numerose opere russe pubblicate in traduzione italiana. La rivista è stata schedata dal 1918 al 1940 (Sara Mazzucchelli).
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