A un mese dall’omicidio di Matteotti, il settimanale esce il 13 luglio 1924 a Colle Val d’Elsa (Siena) per iniziativa di un commerciante di vini Angelo Bencini, che chiama a collaborare per la parte grafica Mino Maccari. Nel 1926 Maccari ne assume la direzione, lo trasferisce a Firenze e lo trasforma in quindicinale. Nato come foglio politico a sostegno dello squadrismo (con il motto "marciare e non marcire") difende un nazionalismo italico da "Strapaese"; quando nel 1926 la direzione è assunta da Maccari, il quindicinale si trasforma in una pubblicazione culturale che difende il diritto di irridere la politica. Vi collaborano tra gli altri Malaparte, Soffici, Palazzeschi, Bilenchi, Morandi, Rosai, Ricci. Dal 1926 al 1930 è pubblicato a Firenze e, dopo una breve parentesi torinese, dal 1932 al 1943 a Roma (dal 1933 la sede è unificata con quella del periodico “L’italiano”, diretto da Leo Longanesi, che diventa di fatto anche il direttore del Selvaggio). Sulla Russia non presenta articoli, ma traduzioni di F. Dostoevskij, S. Esenin, Vs. Ivanov, P. Romanov ad opera di Olga Signorelli e Antonio Miclavio (Ad’A).