Fondata come continuazione del periodico «La Russia», esce con cadenza settimanale per iniziativa di
Boris Jakovenko dal 16 giugno 1918 al 5 febbraio 1920. Dal n. 1 (16 giugno 1918) al n. 10 (20 agosto 1918) reca il sottotitolo
Giornale settimanale, mentre dal n. 12 (3 settembre 1918) si trasforma in
Giornale politico. Nel novembre 1918 dopo il colpo di stato di Kolčak si verifica un avvicinamento della redazione al partito socialista italiano e alle frange di sinistra dei socialisti rivoluzionari: nel maggio 1919 uno dei collaboratori più assidui,
Ivan Stepanov, esce dalla redazione per attriti con Jakovenko e nel giugno 1919 Jakovenko e
Anna Kolpinskaja, dichiarata la loro opposizione al governo di Kolčak, accolgono sulle pagine della testata i contributi dei socialisti rivoluzionari Vladimir Zenzinov, Osip Minor e
Vasilij Suchomlin, a lungo collaboratore dell’«Avanti!». «La Russia Nuova» sviluppa tre linee tematiche principali: 1) il significato del conflitto mondiale e della rivoluzione russa; 2) il ruolo della tradizione del movimento populista russo e 3) i rapporti politici e spirituali fra Italia e Russia. Alcuni contributi recano le firme di
Karl Kačorovskij,
Georgij Christian-Šebedev (pseud. di Vsevolod Šebedev),
Ksenija Pamfilova, Cecilij Urban (pseud. di Ludvik Oblak) e Alighiero Tanini. Due sono i gerenti responsabili che si alternano: Alfredo Allegretti (dal 16 giugno 1918 al 9 maggio 1919) ed Ernesto Fratoni (dal 23 maggio 1919 al 5 febbraio 1920). Rappresentante del Comitato direttivo è sempre Boris Jakovenko (Giuseppina Larocca).