Pubblicazione politica edita a Roma con cadenza settimanale dal 2 dicembre 1917 al 24 luglio 1918. Nel primo numero del 1917 viene chiarito l’indirizzo della testata, ovvero diffondere la conoscenza della realtà politica, economica e culturale russa in Italia. Forte sostenitore del deposto governo Kerenskij, il periodico si definisce autonomo (è probabile invece che ricevesse sovvenzioni governative o dall’ambasciata zarista di Roma o, addirittura, da fonti serbe), ma dedica molta attenzione, fra gli altri temi, all’intervento degli Alleati in Russia e alle relazioni con la Germania. Proprio su tali questioni si divide nel 1918 il gruppo redazionale composto da
Boris Jakovenko,
Karl Kačorovskij (i due direttori) e
Vsevolod Šebedev (pseudonimo: Giorgio Kristian). Se fino dall’inizio del 1918 Jakovenko è un accanito fautore dell’intervento economico e militare dell’Intesa in Russia, dal febbraio dello stesso anno stigmatizza le dichiarazioni di Lloyd George e Wilson, accusati di condurre una politica ambigua nei confronti della Russia, Le rubriche
Vita russa e
Ultime notizie raccolgono informazioni di cronaca da fonti anonime russe e dai centri russi all’estero, ma anche corrispondenze dalla stampa europea (
Le Temps,
Le Petit Parisien,
Il Messaggero,
Corriere della sera). Il periodico ospita, fra gli altri, i contributi di
Ksenija Pamfilova,
Michail Osorgin,
Anna Kolpinskaja, Cecilij Urban (pseud. di Ludvik Oblak),
Moisej Bejlinson, Alighiero Tanini. La rivista è stata interamente schedata (Giuseppina Larocca).