Autore: Poggioli Renato,
Forma autore accettata: Poggioli, Renato
Titolo: Studi su Blok
Titolo del periodico: Rivista di letterature slave
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 5 (1930), n. 1, pp. 38-59
Abstract: L’A. analizza il primo volume della raccolta (in 3 vv.) delle poesie di Aleksandr Aleksandrovič Blok, che comprende poesie dai cicli Ante Lucem, Stichi o Prekrasnoj Dame e Rasput’ja, soffermandosi sul tema del mito della «Bellissima Dama», che riprende il tema dell’«Eterno Femminino», ricorrente nella poesia fin dall’antichità. L’A. ritiene che si tratti di un poeta di grande ingegno, ma non ancora spiritualmente maturo. Sono versi «dell’attesa», ché il mito nel primo B. non si materializza mai in una figura concreta, come avverrà, con la caduta del mito stesso, nella lirica posteriore. Dopo un confronto con la visione di Andrej Belyj (pseud. di Boris Nikolaevič Bugaev), l’A. osserva che in B. «l’elemento teosofico è evidente […] se non nel contenuto dottrinario, certo nel suo tono». Sono citati, come più interessanti su questo volume, gli studi di Kornej Ivanovič Čukovskij e di Andrej Belyj, i quali si sono, però, limitati ad un elenco di motivi, che l’A. ricostruisce e commenta criticamente, accennando appena all’evoluzione successiva del poeta.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: IT-PD0158
Autore: Lo Gatto Ettore,
Forma autore accettata: Lo Gatto, Ettore
Titolo: V. V. Veresajev, Nel vicolo cieco. Romanzo. Traduzione dall’originale russo di Paola Broggi Picardi. Milano, Treves. 1930, 2 voll.
Titolo del periodico: Rivista di letterature slave
Tipo di contributo: Recensione
Annata, anno, fascicolo, pagine: 5 (1930), n. 1, pp. 69-72
Abstract: L’A. presenta la figura dello scrittore Vikentij Vikent’evič Veresaev (pseud. di V.V. Smidovič) come tipico esponente dell’intelligencija di vecchio stampo. La tesi del romanzo V tupike (1922) è appunto che con la rivoluzione l’intelligencija è finita in un vicolo cieco. E in effetti tutta l’opera di V. – i romanzi: Senza via (Bez dorogi, 1894), Miasmi [Povetrie, 1897], Alla svoltata [Na povorote, 1901] e Verso la vita [K žizni, 1908] – è una storia materiale e spirituale dell’intelligencija, fino al suo epilogo. Infine, il romanzo recensito è una «terribile requisitoria» contro gli errori commessi da entrambe le parti durante la guerra civile. L’A. confronta brevemente il romanzo di V. con La guardia bianca [Belaja gvardija, 1925; prima edizione completa: Parigi, 1927-1929] di Michail Afanas'evič Bulgakov, dando la propria preferenza a quest’ultimo.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: IT-PD0158
Autore: Lo Gatto Ettore,
Forma autore accettata: Lo Gatto, Ettore
Titolo: Note su Turgenev. 1) «Le Memorie di un cacciatore»
Titolo del periodico: Rivista di letterature slave
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 5 (1930), n. 2, pp. 113-118
Abstract: A parere dell’A., con Zapiski ochotnika Ivan Sergeevič Turgenev ha dato un contributo fondamentale alla nascita di quell’indirizzo realistico che ha fatto grande la letteratura russa. Forte di numerosi rimandi ai maggiori studi critici sull’opera di Turgenev, Lo Gatto si sofferma soprattutto sull’impatto storico-sociale che ebbero i racconti delle Memorie per preparare l’atmosfera in cui maturò la legge sull’emancipazione dei contadini. È ampiamente trattata anche la questione del rapporto tra descrizione realistica e idealizzazione dei contadini in T. Al critico Leonid Petrovič Grossman [nel suo saggio in Turgenev, Sobranie sočinenij, t. III, Moskva 1928] l’A. attribuisce il merito di aver spostato l’attenzione sull’intrinseco valore artistico dell’opera, anche se a scapito del suo valore storico-sociale. Non manca un accenno alle qualità linguistiche e stilistiche della prosa di T. e, infine, una lode al lavoro della traduttrice della versione italiana delle Memorie, Raisa Grigor'evna Ol'kienickaja Naldi.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: IT-PD0158
Autore: Lo Gatto Ettore,
Forma autore accettata: Lo Gatto, Ettore
Titolo: Note su Turgenev. 2) «Padri e figli»
Titolo del periodico: Rivista di letterature slave
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 5 (1930), n. 2, pp. 119-124
Abstract: L’A., nel ricordare che nel 1928 è uscita, a cura di Giuseppe Pochettino, la traduzione italiana di Otcy i deti (1862) di Ivan Sergeevič Turgenev, afferma che il nome del protagonista, Bazarov, è divenuto sinonimo di nichilismo e cerca perciò, attraverso la sua descrizione, di dare una rappresentazione del concetto russo di nichilismo. L’A. riferisce altresì dell’accesissimo dibattito che seguì la pubblicazione del romanzo in Russia, riportando le posizioni di Dmitrij Pisarev e Maksim Antonovič e soffermandosi sulle accuse a T. di aver costruito una figura caricaturale e sull’autodifesa dello scrittore. L’articolo contiene un interessante confronto tra Lev Tolstoj, che in tutta la sua opera ha rappresentato l’eterna sua crisi esistenziale, e Ivan Turgenev, che invece ha sempre rappresentato le diverse fasi dell’evoluzione sociale. Ne consegue che i personaggi di Tolstoj sono varianti di lui stesso, mentre quelli di Turgenev rappresentano tipi sociali caratteristici delle diverse epoche.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: IT-PD0158
Autore: Poggioli Renato,
Forma autore accettata: Poggioli, Renato
Titolo: Un’epopea rossa: «Konarmija» di I. Babel’
Titolo del periodico: Rivista di letterature slave
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 5 (1930), n. 4, pp. 295-303
Abstract: Prima parte dell’articolo su L’Armata a cavallo [Konarmija, 1926] di Isaak Emmanuilovič Babel’ (v. anche n. 6, 1930 e n. 4, 1931). Per spiegare l’opera di B., l’A. ricorre alle immagini di una Russia che ama il movimento veloce e che ci sono date da Nikolaj Vasil'evič Gogol’, poi da Vsevolod Vjačeslavovič Ivanov e da Vladimir Vladimirovič Majakovskij. Dopo una breve sintesi della vita e dell’opera dello scrittore, l’A. passa ad analizzare questa epopea sulla rivoluzione, che considera il miglior lavoro di B. per il movimento, il rapido susseguirsi delle immagini, dei luoghi e dei volti, che però lasciano un segno indelebile. Sono quindi raccontati alcuni degli episodi più significativi dell’opera.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: IT-PD0158
Autore: Poggioli Renato,
Forma autore accettata: Poggioli, Renato
Titolo: Un’epopea rossa: «Konarmija» di I. Babel’
Titolo del periodico: Rivista di letterature slave
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 5 (1930), n. 6, pp. 471-480
Abstract: Seconda parte dell’articolo su L’Armata a cavallo [Konarmija, 1926] di Isaak Emmanuilovič Babel’ [v. anche n. 4, 1930 e n. 4, 1931]. Questa parte è dedicata ad analizzare i procedimenti mediante i quali lo scrittore conferisce spirito epico alla propria opera. Il primo tra questi è il ricorso alla «differenza di prospettiva»: allontana le cose che rappresenta, ma in modo che il lettore perde il senso del rapporto di grandezza, vede le cose più grandi. Lo stesso effetto si produce sull’autore, che quindi considera ciò che rappresenta come esistente di per sé e deve rinunciare a ogni intervento personale nell’opera. Il secondo, e più importante, sta nell’«atteggiamento spirituale del poeta epico dinanzi alla sua materia»: e questo è l’atteggiamento della cieca e infantile sua fede nel mondo che descrive, che è l’unico che per lui esiste e può esistere solo in quella forma. A seguire sono riportati diversi brani de L’armata a cavallo a dimostrazione della tesi dell’A.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: IT-PD0158
Autore: Damiani E.,
Forma autore accettata: Damiani, Enrico
Titolo: Ivan Tourguéniev, Assia. Texte russe intégral, avec, en regard, la traduction française de N. M. Prokhnitskaia, lectrice de russe en Sorbonne, Paris, Payot, 1930
Titolo del periodico: Rivista di letterature slave
Tipo di contributo: Recensione
Annata, anno, fascicolo, pagine: 5 (1930), n. 6, p. 494
Abstract: L’A. ritiene opportuno segnalare questa iniziativa di pubblicazione di un’opera letteraria con il testo a fronte, poiché consente di gustare l’originale anche a chi non conosce la lingua molto bene, e si rammarica che in Italia non abbia avuto seguito una simile iniziativa che pure era stata progettata. Del racconto Asja (1858) di Ivan Sergeevič Turgenev, afferma che si tratta di uno dei suoi «più fini racconti a sfondo autobiografico».
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: IT-PD0158