Nel 1924 nelle sale dell'Hotel Quisisana di Capri (in seguito nella Sala Marconi di via Acquaviva) il gruppo futurista che ruota intorno a Marinetti organizza uno spettacolo di teatro sintetico, cui partecipa
Vera Idelson in qualità di scenografa. Come recita una locandina dell'epoca: "Al Quisisana sabato 30 agosto alle ore 21,30 Grande Serata Futurista con l'intervento dei poeti futuristi Marinetti e Vasari". L'ingresso costa 15 lire; la sala tirata a lucido del Quisisana è stracolma; il pubblico è subito frastornato dalle scanzonate partiture teatrali: da
Corpo che sale di Umberto Boccioni a
Vengono di Tommaso Marinetti, a
Non c'è un cane di Francesco Cangiullo. Il senso paradossale di
Non c'è un cane si riflette in una scena vuota dall'inizio alla fine; dopo dieci interminabile minuti Cangiullo si affaccia tra gli schiamazzi del pubblico e con voce angelica domanda: "Che andate trovando? Ve lo avevo annunciato".
Dalle
pièces teatrali si passa alle "danze plastiche giavanesi"; Marinetti e i futuristi si riconciliano con la sala, il clima si fa più disteso; soprattutto i costumi di Vera Idelson affascinano gli spettatori, che in chiusura di serata sono invitati a ballare le ultime danze alla moda, lo shimmy e il charleston.
Nella stampa dell'epoca si ricorda anche la successiva esibizione di Marinetti che ritorna al Quisisana l'anno successivo per un "superbalfuturista", organizzato da Francesco Cangiullo con la consulenza di Ruggero Vasari; tra gli invitati anche gli attori del Teatro degli Indipendenti di Roma, che si scatenano in un delirio di coloratissimi
tableaux vivants; la serata si conclude con l'elezione della "Regina del maquillage", l'ironica attrice Lelia Soligo.
Umberto Boccioni, vignetta di una serata futurista, 1911.