Aleksandr Ivanovič Dejbner
Luogo e data di nascita: Il'enskij-Tobol'sk, 15.8.1899
Luogo e data di morte: Mosca (?),15.5.1946
Professione: sacerdote di rito orientale
Figlio del sacerdote Ivan Dejbner, dal 1913 è un novizio degli assunzionisti a Bour (Belgio) e il 29 settembre 1919 prende i voti provvisori con il nome di Spiridon. Lasciata la congregazione degli assunzionisti, studia al loro seminario di Kadıköy (vicino Costantinopoli) e il 2 maggio 1926 a Costantinopoli è ordinato sacerdote dal vescovo greco-cattolico di Atene G. Calavassi. Nel 1927 è nominato superiore della comunità russa cattolica a Nizza e Cannes; nell'estate dello stesso anno passa all'ortodossia influenzato dall'archimandrita ortodosso, ex benedettino, Lev Gillet (1893-1980).
Nell'ottobre 1928 si riconverte al cattolicesimo e a Roma viene scelto dal vescovo d'Herbigny come bibliotecario del Pontificio Istituto Orientale, dove traduce anche articoli della stampa sovietica per la commissione Pro Russia. Prende parte al congresso dei cattolici russi a Roma nel 1930.
Nel novembre 1932 all'improvviso lascia Roma, venendo così accusato di collaborare con l'OGPU (Ob'edinennoe Gosudarstvennoe Političeskoe Upravlenie) e di aver sottratto dei documenti della commissione Pro Russia nel 1930. Nonostante le smentite inviate a vari giornali, il cosiddetto "affare Dejbner" serve da pretesto per sollevare d'Herbigny dall'incarico di presidente della commissione Pro Russia e allontanarlo da Roma.
Dopo essere stato in Germania tra il 1932 e il 1933, D. nel giugno 1933 torna in Italia, viene mandato nel monastero di Subiaco, che ben presto abbandona, e lascia l'Italia. Nel 1934 a Parigi confessa al capo-redattore del giornale "Vozroždenie" di aver informato il console sovietico di Roma delle attività del Vaticano e della politica di quest'ultimo nei confronti dell'URSS.
Vive a Praga tra il 1935 e il 1941 e nei primi due anni è attivo nel partito dei Mladorossy. Dall'agosto 1941 è a Berlino, dove lavora come interprete nel lager degli "operai d'oriente" presso la fabbrica Siemens-Schuckert. All'inizio del 1945 è a Praga, dove il 12 luglio viene arrestato da un gruppo attivista dello Smerš. Viene quindi accusato di esser stato reclutato nel febbraio del 1943 come agente della Gestapo, mentre all'inizio del 1945 intendeva organizzare all'interno della ROA (Russkaja osvoboditel'naja armija) del generale Vlasov "cellule anti-ateiste". Dal 22 settembre 1945 viene rinchiuso nel carcere moscovita di Butyrka e il 10 ottobre è condannato a 10 anni di campo di concentramento. Muore in carcere.
Pubblicazioni
Evêques russes en exil. Douze ans d'épreuves (1919-1930), «Orientalia Christianа», n. 67, 1931 (co-autore M. d'Herbigny).
Bibliografia
Wenger A., Rome et Moscou, 1900-1950, Paris 1987.
Tretjakewitsch L., Bishop Michel d'Herbigny SJ and Russia: A Pre-Ecumenical Approach to Christian Unity, Würzburg 1990.
Aleksej Vladimirovič Judin
(traduzione di Giuseppina Giuliano)
Scheda aggiornata al 1 dicembre 2009
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