Il peregrinare attraverso l’Europa, fatto di frequenti spostamenti e durante il quale è costretto a duri lavori manuali per sopravvivere, viene significativamente così riassunto da Sokolov in una lettera a Tommaso Fiore del dicembre 1946:
Lo sfondo permanente: fame e miseria. L’itinerario: Polonia, Cecoslovacchia, Austria, Serbia, Bulgaria, la Crimea, Costantinopoli, la penisola Gallipoli, di nuovo Bulgaria, poi Parigi e finalmente Milano. Cinque anni dei pellegrinaggi e altrettante malattie della miseria: tifo, dissenteria, cecità dopo il tramonto, foruncolosi, strappo renale. “Arti e mestieri”: contabile; bracciante d’un deposito sanitario; bracciante dell’ufficio postale; terrazziere per la sistemazione dei cimiteri di guerra inglesi; muratore di una cava di sabbia (con gli occhi infiammati); bracciante d’una segheria per il trasporto delle travi (col conseguente strappo); pastore supplente d’un gregge (ad una temperatura circa +40°); guardiano d’una vigna (alcuni giorni non facevo che “la cura d’uva” esclusivamente, perché il padrone non mi riforniva in tempo dell’altro cibo); manovale delle officine automobilistiche; manovale dell’ufficio bagagli alle stazioni ferroviarie; “lavandaio” delle carrozze ferroviarie e contemporaneamente… studente della Sorbonne.
Questa lunga serie di lavori e spostamenti dura cinque anni e si conclude in Italia, inizialmente a Milano, dove Sokolov arriva nel 1923. Qui, grazie a una borsa di studio offerta dal Vaticano agli studenti russi profughi, viene ammesso all’Università Cattolica e si laurea nel 1927 in Lettere, discutendo con Giulio Salvadori una tesi dal titolo I profeti del Rinascimento italiano nel romanzo russo. Nello stesso anno sposa Klavdija Fitelego (Claudia Sokoloff, 1899-1967), una russa di origine romena che era venuta a studiare canto presso il Conservatorio della città lombarda: la loro unica figlia Tatiana nasce il 13 settembre 1929. Dal 1933 Sokolov insegna per circa sette anni diverse lingue (soprattutto l’inglese, ma anche il francese e il tedesco) in varie scuole superiori bergamasche: il Liceo classico, l’Istituto Tecnico Industriale, la Scuola di Avviamento commerciale. Nel 1940 vince il concorso nazionale per le cattedre di lingua inglese e viene incaricato presso il Liceo classico di Molfetta, dove inizia a insegnare nel mese di ottobre. Qui conosce l’intellettuale pugliese Tommaso Fiore (1884-1973), che vi insegnava italiano, latino e greco. Ne nasce una grande amicizia che trova riscontro in un significativo scambio epistolare, sviluppatosi dal 1944 al 1952. Tale corrispondenza, conservata presso il Fondo Tommaso Fiore della Biblioteca Nazionale di Bari, ha permesso di conoscere molti dettagli della vicenda biografica di Sokolov, da lui narrata soprattutto in due lunghe lettere del novembre e del dicembre 1946.
Nel 1946 viene istituito, in seno alla Facoltà di economia e commercio dell’Università di Bari, anche il corso di Lingue e letterature straniere: è così attivato l’insegnamento di Lingua e letteratura russa e affidato a Pavel Sokolov, che lo tiene fino al 1962. Oltre ai compiti didattici, si dedica anche all’attività di ricerca, che per la precisione era cominciata nel 1927 con la pubblicazione di uno studio sul comunismo francescano; tra il 1948 e il 1953 scrive due saggi e un volume dedicati ad alcuni temi di storia e letteratura russa, da cui si evince il suo vivo interesse per la condizione del ceto contadino in Russia; affronta infatti questa problematica sia nel saggio Il problema della proprietà terriera nella storia del contadino russo (Bari 1948), sia in un successivo studio dal titolo Ivàn Pòsoškov e il suo “Libro della povertà e della ricchezza” (Molfetta 1953), concepito dopo essersi consultato con Ettore Lo Gatto (come si deduce da una nota al testo). Del 1950 è un suo contributo su Leonid Andreev, scritto in occasione del trentesimo anniversario della sua morte.
Durante tutti gli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta, Sokoloff si dedica all’insegnamento dell’inglese e del russo. I suoi rapporti con il Liceo e l’Università si interrompono solo il 1° ottobre 1962, quando viene collocato a riposo. Nel marzo 1964 si trasferisce nella cittadina australiana di Burwood, nei dintorni di Sydney, con la moglie e la figlia Tatiana (1929-1986), docente di lingua italiana all’Università di Sydney.
Paolo Sokoloff muore a Burwood il 16 luglio 1964 per un enfisema: da dieci anni soffriva di problemi ai bronchi, a causa dei quali aveva nel giugno 1952 subito un ricovero in clinica che, come scrisse all’amico Fiore (lettera del 15 giugno 1952), gli sembrava già preludere alla morte:
Ora, ora cerco di persuadermi di vivere almeno fino al 9 agosto di quest’anno (fino ai famosi 19 anni + sei mesi + un giorno! del minimum della pensione, sulla metà della quale potranno in qualche modo esistere mia moglie e Tania), ma non sono certo. […] Si capisce che delle mie previsioni sanitarie non bisogna dire nulla né a mia moglie, né a mia figlia, che devono sempre sperare!
Sokolov visse invece altri dodici anni. La moglie Klavdija morì, sempre in Australia, nel 1987. Entrambi sono attualmente sepolti presso il cimitero russo ortodosso di Rockwood.
Pubblicazioni
P. Sokoloff, Il comunismo francescano e il comunismo moderno, Milano, C. Ferrari, 1927.
P. Sokoloff, Il problema della proprietà terriera nella storia del contadino russo, «Annali della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Bari», VIII, 1948, pp. 361-398.
P. Sokoloff, L’S.O.S. di Leonida Andreev: nel 30. anniversario della morte, «Annali del Corso di lingue e letterature straniere presso l’Università di Bari», I, 1950, pp. 371-387.
P. Sokoloff, Ivàn Pòsoškov e il suo “Libro della povertà e della ricchezza”, Molfetta, Scuola tipografica dell’Istituto provinciale “Apicella” per sordomuti, 1953.
Bibliografia
D. Gustin, 70 anni di ricordi in due mondi. Con gli ultimi trent’anni di storia dell’emigrazione in Australia, Bankstown, T&R United, 1987, p. 633.
G. Samarelli (a cura di), Libellus: antiquam exquirite matrem, Modugno 2001, p. 23.
Nota
Nelle fonti archivistiche italiane si incontra anche Paolo Soccoloph.
Fonti archivistiche
Biblioteca nazionale di Bari. Sezione rari e manoscritti. Epistolario Tommaso Fiore. Corrispondenza Fiore-Sokolov (15 documenti così numerati: 9/131; 11/25; 15/83; 16/34; 29/68; 32/59; 32/81; 33/87; 33/88; 34/34; 34/35; 34/41; 34/55; 74/45; 108/22).
Archivio Generale dell’Università degli studi di Bari. Fascicolo n. 2847 «Paolo Sokoloff».
Archivio del Liceo Classico “Leonardo da Vinci” di Molfetta. Stato del Personale dei Professori 1936-1948.
Università Cattolica del Sacro Cuore, Archivio del servizio didattica, Serie posizione studenti, fascicolo «Paolo Sokoloff».
Archivio Segreto Vaticano. Segreteria di Stato. Anno 1927. Rubr. 181. Fasc. 1. F. 67-156.
Comune di Molfetta. Ufficio anagrafe.
Marco Caratozzolo
Scheda aggiornata al 26 agosto 2013