Elena Kalašnikova si spegne a Foligno il 20 aprile 1950 ed è sepolta, assieme al marito, nel cimitero comunale di Foligno. Il funerale viene celebrato il 22 aprile e se ne conserva memoria nella «Gazzetta di Foligno» del 29 aprile 1950:
Una nobile figura è scomparsa. Nel nostro precedente numero non fummo in tempo di segnalare il grave lutto che veniva a colpire il carissimo e stimatissimo prof. Mioni per la morte della sua degnissima consorte Dottoressa Elena Kalachnikoff. Si può dire che tutta la cittadinanza ha partecipato al grave lutto, sia per riflesso al prof. Mioni, che va considerato come un nostro appassionato cittadino, oltre che un valoroso professionista, sia anche per la figura della scomparsa che alle sue preclari doti di mente, univa una bontà d’animo ed elevatezza di sentimenti, che le avevano procurato stima e benevolenza universali. Di carattere mite e signorile insieme, spiccava in Lei il culto del bene e della carità. Nonostante il suo caratteristico amore per la ritiratezza nella Sua casa, che considerava come un tempio profumato di affetti e di attività familiari, non negò mai la Sua valida collaborazione a tutte le iniziative di beneficenza. Generosa senza ostentazione, cortesissima senza finzione, teneva riposto nel suo cuore un vero tesoro di virtù cristiane, domestiche e civili. Fortemente provata da dolori familiari per aver perduto la dilettissima madre, sorella e vari congiunti nella tempostosa rivoluzione russa, seppe chiudere in sé stessa tanto strazio intensificando le sue cure affettuose verso lo sposo, i figliuoli ed i nepoti.
I funerali riuscirono un vero plebiscito cittadino, rivelando in qual conto di stima e di affetto fosse tenuta la cara estinta e tutta la sua famiglia.
La «Gazzetta» sicura interprete del pensiero cittadino, rinnova alla distinta famiglia Mioni l’espressione delle più vive condoglianze.
Il Prof. Giuseppe Mioni, assieme ai figli e congiunti tutti, commosso, ringrazia Autorità, Clero, amici, conoscenti ed il popolo tutto, della solidale, affettuosa partecipazione al suo dolore per la perdita della sua Elena che gli fu sempre serena, dolce, modesta Compagna e, per i suoi figli, madre ripiena delle più elette virtù familiari. [«Gazzetta di Foligno», 29 aprile 1950, p. 2]