Di famiglia principesca imparentata con la casa regnante, nel 1860 si reca a Dresda per coltivare il proprio talento musicale. Lì (o forse durante una successiva visita a Roma), conosce il giovane archeologo Wolfgang Helbig (1839-1915), che nel 1862 era entrato come borsista all'Istituto di corrispondenza archeologica. Nel 1865 Helbig viene nominato vicesegretario dell'Istituto (che dal 1874 si chiamerà Istituto archeologico dell'impero tedesco), nell'ottobre 1866 a Mosca si celebrano le nozze e i coniugi si stabiliscono nella capitale italiana, dove vivranno fino alla morte.
Gli Helbig abitano prima a palazzo Caffarelli sul Campidoglio (sede dell'Istituto), poi, dal 1887 (anno in cui Helbig si dimette dall'istituzione nella quale aveva lavorato per venticinque anni), nella
Villa Lante al Gianicolo, tenendo in entrambe le residenze un celebre salotto letterario, scientifico e musicale. Casa Helbig, grazie anche alla fama del talento pianistico della principessa (allieva di Clara Schumann) e ai suoi legami con l'aristocrazia europea e l'alta società italiana, è per decenni un angolo di cosmopolitismo nell'ancora provinciale Italia, un vero e proprio
carrefour de l'Europe. Franz Liszt, Richard Wagner, Edward Grieg e Anton Rubinštein, Th. Mommsen e D'Annunzio – per nominare solo alcuni dei suoi celebri frequentatori – sono ospiti non occasionali del salotto, descritto tra l'altro da Romain Rolland (lettera del 15 gennaio 1891 alla madre) e da Rainer Maria Rilke (lettera del 1920 a Elya Maria Nevar).
La notorietà della figura di Nadine Helbig nella Roma degli anni tra Otto e Novecento è legata sia alla visibilità del marito (figura di spicco nel mondo dell'archeologia e del collezionismo antiquario romano), sia alle iniziative mondane e musicali (si esibisce per lo più in concerti privati, ma talvolta anche in sale pubbliche), sia a un'intensa attività filantropica. Fonda l'ambulatorio "Soccorso e Lavoro", presieduto dalla principessa di Venosa, poi un ambulatorio per bambini poveri in via Emilio Morosini a Trastevere. L'ambulatorio, aperto nei primi anni del '900, è finanziato direttamente da Nadine Helbig e sovvenzionato con concerti di beneficenza da lei stessa organizzati. Qui dal 1909 al 1917, su invito della promotrice, esercita la professione medica
Olga Resnevič Signorelli, che descrive la principessa Šachovskaja come "una delle personalità più singolari di Roma [...], nota per la sua bontà e generosità", "dal volto giovanilmente fresco, dall'espressione di infinita dolcezza, [in cui] due occhi azzurrissimi irradiavano una luce incantevole".
Nadine Helbig ha lasciato una raccolta di schizzi autobiografici e descrizioni dell'ambiente romano in
Sketches from Trastevere (Aberdeen 1914).
Bibliografia
Villa Lante al Gianicolo. Storia della Fabbrica e cronaca degli abitatori, a cura di T. Carunchio e S. Örmä, Roma, Palombi Editore / Institutum Romanum Finlandiae, 2005, pp. 161-168.
H. Blanck,
Helbig, Wolfgang, in
Dizionario biografico degli italiani. Vol. 61, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 2003, pp. 670-673.
O. Resnevic Signorelli,
Madama Helbig, «L'osservatore politico letterario», XXI, 1975, n. 6, pp. 41-52.
D. Borghese,
Villa Lante e Nadina Helbig, «Capitolium», XXXV, 1960, pp. 13-17.
A. De Angelis,
Musiche nei salotti romani dell'Ottocento, «Studi romani», 1959, 7, pp. 299-314.
L. Morani-Helbig,
Jugend im Abendrot. Römische Erinnerungen, Stuttgart, 1953.