Quinto di nove figli (il padre, di formazione classicista, era preside del liceo di Žitomir), Rostovcev studia per due anni, dal 1886 al 1888, nella Facoltà di storia e filologia dell'Università di Kiev, che lascia nel 1890 per quella di San Pietroburgo dove consegue la laurea nel 1892. Viene per la prima volta in Italia nel 1892 per visitare gli scavi di Pompei, città che era stata oggetto della sua prima tesi. I primi contatti scientifici hanno però inizio nel 1895 quando inizia un
grand tour per il Mediterraneo e le maggiori istituzioni culturali e scientifiche europee. Successivamente, e fino allo scoppio della Prima guerra mondiale, viene in Italia "ogni due-tre anni per lunghi periodi", come ricorda egli stesso. La sua perfetta conoscenza dell'italiano e il suo interesse non solo per il passato storico, ma anche per la cultura e la società italiana contemporanea è testimoniata nelle memorie a lui dedicate da V. N. Muromceva.
In Italia Rostovcev entra in strette relazioni con la comunità tedesca che si raccoglieva attorno all'Istituto archeologico germanico, allora nella sede di Rocca Tarpea al Campidoglio. L'archivio dell'Istituto conserva una parte della corrispondenza da lui avuta sino allo scoppio del primo conflitto mondiale con gli studiosi tedeschi. Già nel 1895, nel corso di un viaggio in Grecia, ha modo di conoscere Gaetano De Sanctis, destinato a essere il più importante storico antico italiano della prima metà del '900, e stringe con lui un'amicizia che sarebbe durata per tutta la vita. Successivamente entra in relazione con Evaristo Breccia, allora direttore del Museo di Alessandria d'Egitto (più tardi professore di Storia antica all'Università di Pisa).
Tra il 1898 e il 1918 la carriera di Rostovcev si svolge all'Università di San Pietroburgo, dove nel 1903, due anni dopo il matrimonio con una sua allieva, ottiene la cattedra universitaria. Nel 1916 è eletto membro dell'Accademia delle Scienze. In questi anni la sua fama si consolida, soprattutto in Germania, dove gode di notevole considerazione: in tedesco, infatti, scrive alcune opere di storia economica di grande rilievo, come
Studien zur Geschichte des römischen Kolonates, Berlin 1910 (ed. it. Brescia 1993).
Vicino agli ambienti liberali, Rostovcev è costretto a lasciare la Russia nel 1918 a seguito della rivoluzione. Non vi farà più ritorno. Essendo divenuto per lui impossibile, a causa della responsabilità attribuita alla Germania nello scoppio del conflitto mondiale e della stessa rivoluzione, cercare asilo in questo paese, dopo un breve soggiorno a Oxford accetta la cattedra di Storia antica nell'Università del Wisconsin (Madison). Qui prepara quello che è considerato il suo capolavoro,
The Social and Economic History of the Roman Empire, pubblicato dalla Oxford University Press nel 1926.
Nel 1923 soggiorna nuovamente in Europa (Francia, Belgio, Inghilterra). Nel mese di giugno è in Italia, da dove scrive per la rivista émigré «Zveno» di Berlino una serie di sei corrispondenze (
Pis'ma iz Italii, ora in
Parfjanskij vystrel, pp. 636-647). Si tratta di articoli di costume, in cui Rostovcev riporta le sue considerazioni sul nuovo corso politico italiano e sui mutamenti sociali e culturali intervenuti nell'ultimo decennio.
Nel 1925 si trasferisce all'Università di Yale (Connecticut) dove rimane fino alla morte. Negli anni '30, insieme a Franz Cumont, dirige una missione di scavo a Dura-Europos, la città ellenistico-romana da poco scoperta sulle rive dell'Eufrate. Di tale missione, patrocinata dall'Università di Yale e dall'Académie des Inscriptions et Belles Lettres, abbiamo ricca documentazione nella corrispondenza, recentemente pubblicata, tra Cumont e Rostovcev.
Nel 1941 Rostovcev pubblica, ancora per i tipi della Oxford University Press, il suo secondo capolavoro,
Social and Economic History of the Hellenistic World. Colpito da una grave malattia al cervello poco tempo dopo cessa di fatto ogni attività scientifica. Muore a New Haven il 20 ottobre 1952.
La corrispondenza da lui avuta con gli studiosi di tutto il mondo è in larga parte conservata presso lo Special Collections Department dell'Università di Durham (North Carolina).
La fortuna di Rostovcev in Italia è legata essenzialmente al volume
Social and Economic History of the Roman Empire e soprattutto alla sua traduzione italiana, pubblicata dalla Nuova Italia a Firenze nel 1933 a cura di G. Sanna, che deve essere considerata a rigore come la terza edizione dell'opera (dopo quella originale inglese del 1926 e la tedesca, realizzata da L. Wickert, del 1931, chiusa in verità già nel 1929), l'ultima "riveduta ed aumentata dall'autore". Lo stesso Rostovcev, del resto, sottolinea gli elementi di novità alle pp. IX-X della premessa. Tra le aggiunte presenti nell'edizione italiana va ricordato l'inserimento di un nuovo paragrafo sulla Tripolitania nonché la revisione di un altro sulla Cirenaica da porre in relazione al viaggio intrapreso da Rostovcev nel 1930 in quella regione.
Il problema della riedizione dell'edizione inglese del 1926 si pose quasi subito. Nel materiale avuto in eredità da un allievo di Rostovcev, Frank Gilliam e acquisito poi dall'Università di Trier è presente una copia della traduzione italiana della
Storia economica del 1933 con interventi e materiali preliminari a una nuova edizione scritti di pugno da Rostovcev. L'edizione curata da Rostovcev non ha mai avuto luogo, ma questi materiali sono stati utilizzati per una ristampa aggiornata dell'edizione italiana del 1933 (Milano 2003).
Fonti archivisticheArchivio dell'Istituto archeologico germanico di Roma, Lettere a Christian Hülsen et al. (in tedesco).
NotaNei documenti italiani si incontra anche come Rostovtzeff.
Pubblicazioni principaliStudien zur Geschichte des römischen Kolonates, Berlin 1910 (ed. it. a cura di A. Marcone, Brescia 1993).
The Social and Economic History of the Roman Empire, Oxford 1926 (trad. it., Firenze 1933, nuova ed. aggiornata a cura di A. Marcone, Milano, Sansoni, 2003).
Caravan Cities, Oxford 1932 (trad. it. Bari 1933).
Dura Europos and its Art, Oxford 1938.
The Social and Economic History of the Hellenistic World, Oxford 1941 (trad. it. Firenze 1966).
Bibliografia
G. Bongard-Levin (ed.),
Skifskij roman, Moskva, Rosspen 1997.
G. Bongard-Levin- Ju. Litvinenko (ed.),
Parfjanskij vystrel, Moskva, Rosspen 2003.
G. Bongard-Levin, C. Bonnet, Ju. Litvinenko, A. Marcone,
Mongolus Syrio salutem optimam dat. La correspondance entre Mikhail Rostovtzeff et Franz Cumont, «Mémoires de l'Académie des Inscriptions et Belles Lettres», Tome XXXVI, Paris 2007.
A. Marcone,
Michele Rostovtzeff e l'Istituto Archeologico Germanico di Roma: la corrispondenza con Christian Hülsen (1894-1927), «Critica Storica» 25 (1988), pp. 339-350.
A. Marcone,
Pietroburgo-Roma-Berlino: l'incontro di M.I.Rostovtzeff con l'Altertumswissenschaft tedesca, «Historia» 41 (1992), pp. 1-13.
A. Marcone,
M. I. Rostovcev v Italii, «Vestnik drevnej istorii», 4 (1994), pp. 183-190.
A. Marcone,
La storia di una riedizione difficile: la Social and Economic History of the Roman Empire di M. Rostovtzeff, «Historia» 50 (2001), pp. 357-373.
Rostovtzeff e l'Italia (a cura di A. Marcone), Atti del Convegno di Gubbio del 25-27 maggio 1995, Napoli 1999.
Arnaldo Marcone