Rivoluzionario, fu arrestato più volte. Negli anni 1905-1906 prese parte all’organizzazione della rivolta dei marinai della fortezza di Sveaborg. Condannato a morte, fuggì attraverso la Norvegia e si trasferì a Parigi. Qui attraversò una profonda crisi religiosa che lo allontanò dal socialismo. Visse poi con la moglie Anna e il figlio a Roma e Firenze, dove si occupò di critica letteraria e lavorò a un libro dedicato al problema estetico.
Opere
D. Kolpinsky, Lettere sulla letteratura russa, «Rassegna Contemporanea», VI, II, Fasc. VIII (25 Aprile 1913), PP. 395-403.
Stefano Garzonio