Nata a Mosca nella famiglia Al'brecht von Brandenburg, appartiene a quei tedeschi russificati che ormai solo nel cognome mantengono qualcosa delle loro origini. Allegra e impetuosa, possiede un grande talento artistico: si dedica molto alla ritrattistica, ma la sua passione è la scultura, nella quale ottiene notevoli riconoscimenti.
Dopo il matrimonio nel 1912 a Mosca con il napoletano Ugo Arlotta si stabilisce a Sorrento nella villa del marito (Villa Arlotta, oggi distrutta). Ben presto viene alla luce il loro primogenito, Vladimir, affettuosamente chiamato Volodja in famiglia, e dopo un anno una bambina, Flavia. Anche se nati a Napoli, i bambini si sentono nativi di Sorrento perché là hanno trascorso la loro infanzia e adolescenza. Flavia, artista come sua madre, racconta che la sua formazione è avvenuta appunto nel clima e nel paesaggio sorrentino, "mondo di mare, di grotte antichissime, di ombrosi aranceti, di profondi umidi muschiosi valloni pieni di mistero; e montagne, e boschi, e rocce, e sentieri da capre, le mie strade preferite". Mentre Elena si dedica alla scultura (una sala di villa Arlotta è attrezzata per lei a studio), i bambini trascorrono la maggior parte del tempo con la
njanja, la fidata Dunjaša Karganova, che li ha seguiti dalla Russia. Donna semplice, contadina analfabeta, Dunjaša arriva a Sorrento da ragazza e vive con la famiglia Arlotta fino ad ottanta anni. Della Russia, ha portato con sé l'atmosfera mistica della religione ortodossa, vicina in qualche modo allo spirito dei contadini sorrentini, "ancora molto greci, perfino nell'aspetto fisico", come ritiene Flavia Arlotta. La
njanja russa "emanava un senso di religiosità semplice ma profonda nei confronti del creato, che ella parteciperà ai bambini come innocente e perciò trasfigurante amore per le cose di ogni giorno". Agli amici più stretti si aggiunge allora una vicina, la principessa
Elena Gorčakova, e una sua amica.
Naturalmente gli Arlotta intrattengono rapporti non solo con gli intellettuali russi, ma anche con quelli italiani. Nella loro villa di Sorrento passarono Gemito, Salvatore Di Giacomo, Matilde Serao, Scarfoglio. Paola Zancani, nipote di Ugo Arlotta e sua vicina a Sorrento (in seguito organizzerà a Paestum insieme a Umberto Zanotti Bianco gli scavi archeologici).
Intanto nella famiglia Arlotta si consuma il dramma dell'innamoramento dell'affascinante Elena per un altro uomo; dopo un periodo di tormentata indecisione, l'artista decide di lasciare il marito, che le impedisce però di tenere con sé i figli. Nel 1923 Elena abbandona per sempre Sorrento e l'Italia e con il nuovo marito si trasferisce in Romania e poi, da vedova, in Inghilterra.
Bibliografia
Arlotta F. Ricordi e pensieri // Dipinti di Flavia Arlotta. Сatalogo della mostra. Firenze: Associazione culturale Il Punto, 1979. Frulli C., Ragionieri S. Flavia Arlotta Pittrice. Foligno, Ed. dell'Arquata, 1998.
Talalay M. Villa Arlotta sul promontorio di Caporiva. Un angolo russo-italiano a Sorrento // Genius Loci (Sorrento). 2003. P. 40–43.
Арлотта У. Два дня в Ясной Поляне / публ., пер. с итал. и примеч. М. Талалая // Яснополянский сборник. Тула: Издат. дом «Ясная Поляна», 2010. C. 470–484.
Arlotta Colacicchi F. Ricordi 1942–1945. Scritti nel 1988. Viareggio: Idea Books, 2012.
Flavia Arlotta. Donna e pittrice del '900, a cura di M. Ruffini e M. Seidel. Firenze: Polistampa, 2014.
Русское присутствие в Италии в первой половине ХХ века: энциклопедия / ред.-сост. А. д’Амелия, Д. Рицци. М.: Политическая энциклопедия, 2019.
Fonti archivistiche
Archivio privato di Flavia Arlotta (Firenze): foto e lettere come anche alcune opere scultoree di Elena Arlotta.