Nel libro di S.S. Balašov, dedicato alla famiglia Alekseev (https://libking.ru/books/sci-/sci-history/134347-27-s-s-balashov-alekseevy.html#book) si ricorda un episodio in cui è protagonista Ol’ga: “Nel 1920-21 a Pietrogrado la situazione del cibo era drammatica, le autorità avevano smesso di fornire prodotti alimentari alla popolazione. Gli speculatori alimentavano il mercato nero. In queste condizioni le autorità cittadine, attraverso gli organi di partito e sindacali nelle fabbriche e negli uffici, iniziarono a consentire viaggi nelle province per l’acquisto di cibo dai contadini. […] Per tali viaggi furono organizzati treni speciali, cui si poteva accedere con un documento personale nominativo, emesso per una sola persona, di cui si indicava cognome, nome e patronimico. […] Quando il treno rientrava a Pietrogrado, veniva effettuato un severo controllo delle provviste con minuziosi interrogatori; se durante la verifica dei dati veniva trovato chi viaggiava con documenti di qualcun altro i prodotti erano requisiti e la persona arrestata”. In questa situazione si viene appunto a trovare Ol’ga Aleksandrovna, ricordata come “una donna intelligente, dolce, timida e tranquilla con una faccia molto dolce, ma brutta, una parente della famiglia Alekseev. Olga Aleksandrovna era una delle tante figlie di Aleksander Petrovič Vedenisov, che per molti anni è stato a Milano la persona di fiducia degli Alekseev. […] Cresciuta in Italia, Olga Aleksandrovna parlava russo con un forte accento straniero. Dopo la rivoluzione, era molto povera e lavorava part-time, dando lezioni di musica”. Convinta dagli amici a recarsi fuori città per le provviste, al rientro è tradita dal suo accento straniero durante il controllo delle provviste. “Sebbene cercasse insistentemente di dimostrare che quelli erano i suoi documenti (come persona onesta Ol'ga Aleksandrovna non era capace di recitare il ruolo di un’altra persona), arrossì, tremò, sudò, quasi pianse, i “compagni” non le credettero e continuarono ad insistere per farle dire il suo vero nome. Alla fine, rendendosi conto che non era una bugiarda, ma una donna onesta costretta in una situazione difficile, i controllori le promisero di liberarla, di non arrestarla se alla fine avesse dato il suo vero cognome, nome e patronimico. Alzandosi in piedi orgogliosamente, Olga Aleksandrovna rispose con fermezza: “sono Vedenisova!” Le persone che avevano assistito alla scena risero, alcune con malizia, altre con simpatia”. Risultato le fu portato via il cibo così faticosamente ottenuto.
Muore, come molti famigliari, durante l’assedio di Leningrado.
Le notizie biografiche di Ol'ga Vedenisova, ricavate dalle carte di famiglia, si pubblicano per gentile concessione di Sergio Wedenissow.
Fonti archivistiche
Carte di famiglia, Boris Ivanovič Popov.
Link