Figlia del principe Aleksandr Sergeevič Obolenskij (1840–1917) e di Marija Nikolaevna Trigoni (1848–1938), discende da una famiglia legata da parte paterna al movimento decabrista (il nonno è fratello del decabrista Evgenij Petrovič Obolenskij) e da parte materna al rivoluzionario populista Michail Nikolaevič Trigoni, legato al gruppo di “Narodnaja Volja”. In gioventù riceve un’educazione adeguata al suo rango, si diletta di musica e letteratura: è autrice del racconto Sumbur (Il caos), pubblicato nel 1911. Per la sua bellezza attrae anche l’attenzione degli artisti: il pittore odessita Nikolaj Bodarevskij ne dipinge il ritratto. Nel 1910 sposa l’ufficiale delle guardie imperiali dello Stato Maggiore Vladimir Evgen’evič Esaulov (1881–1956) e si trasferisce a Odessa, dove il marito è nominato governatore della città. Qui nel 1912 nasce il figlio Alessandro (1912–1998).
Dopo le rivoluzioni del 1917, la famiglia Esaulov decide di emigrare in Italia e si insedia sulla riviera ligure a Sanremo, dove avevano la loro residenza numerosi esponenti dell’aristocrazia russa (Demidovy, Abamelek-Lazarevy, Trubeckie, Šeremetevy, Apraksiny, Olsuf’evy ecc.). La principessa Obolenskaja è convinta che il suo esilio sia temporaneo e, come molti emigrati, non sogna che di rientrare in patria, ma gli anni passano e questa speranza pian piano si affievolisce. Il marito s’ingegna senza successo di diventare un uomo d’affari, Nina Aleksandrovna scrive i suoi ricordi sul teorico dell'anarchismo Pёtr Kropotkin (si è perduto il manoscritto).
Essendo cittadino italiano, nel 1939 il figlio Alessandro è richiamato alle armi e inviato in Libia, dove cade prigioniero degli inglesi ed è rinchiuso in un campo di concentramento in India. Alla fine della guerra riesce a trovare lavoro come traduttore al Monitoring office della radio indiana. I genitori lo raggiungono in India e sull’onda dell’entusiasmo post-bellico cominciano anche a preparare i documenti per rientrare in URSS e ottenere la cittadinanza sovietica. Il visto viene loro concesso solo nel 1958 (il capofamiglia è già morto) e Obolenskaja con il figlio sono inviati al soggiorno obbligato nel sovchoz “Komsomol’skij” (governatorato di Orenburg). Il suo sogno di vivere in patria dura assai poco, rientra in India, dove muore nel 1963.
Successivamente fino al 1992 il figlio Alessandro lavora all’università di New Delhi come insegnante di russo; nel marzo 1993 ritorna a Mosca, si stabilisce in prossimità della capitale, a Chovrino, e dedica ogni sua energia a raccogliere negli archivi documenti e notizie della famiglia; scrive anche delle memorie, rimaste inedite.
Fonti archivistiche
ACS. PS. 1927 A 16. B. F. Dmitroff Pierre e madre.
Link
Мурашов Д. Долгая дорога домой Александра Есаулова
https://www.ym-penza.ru/kulturnyj-sloj/lyudi/item/5022-dolgaya-doroga-domoj-aleksandra-esaulova
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Nella foto Nina Obolenskaja ritratta dal pittore odessita Nikolaj Bodarevskij
Antonella d’Amelia
5 dicembre 2020