Nasce nel 1900 a Białystok nel governatorato di Grodno, che allora faceva parte dell’Impero russo; fino al 1923 studia storia universale e storia dell’arte all’università di Mosca con Robert Jur’evič Vipper (1859-1954), quindi si sposta in Italia per specializzarsi. Si ferma tre anni a Roma, dove perfeziona la sua conoscenza della storia dell’arte e dell’archeologia; qui entra in contatto con Pavel Muratov, che in quegli anni per mantenersi si era dato all’attività di estimatore di quadri antichi e collaborava con Vasilij Lemmerman, un aristocratico russo del Baltico, proprietario di una bottega di antiquariato in via Due Macelli. Stringe anche rapporti con Maksim Gor’kij e nell’autunno 1924 gli propone un articolo per la rivista “Beseda” (La conversazione) che pubblicava a Berlino, ma l’articolo è respinto proprio da Muratov: “L’articolo di Bloch non va bene – scrive Gor’kij all’editore berlinese Solomon Kaplun – l’ho mostrato a Muratov che non l’ha apprezzato, dicendo che Bloch avrebbe piuttosto potuto scrivere di arte olandese” (M. Gor’kij, Lettere, vol. 15, p. 56). Nel 1925 insieme a Muratov progetta di editare una rivista di cultura russa per stranieri (da pubblicarsi in tre lingue – tedesco, italiano, francese), intitolata “La cultura russa", ma il progetto fallisce, quando Gor’kij categoricamente si rifiuta di esserne il redattore capo (N.N. Primočkina, Perepiska Gor’kogo s P.P. Muratovym, p. 178).
Nel 1927 Bloch decide di non rientrare in Russia e si trasferisce a Berlino, dove vive di commercio d’arte, ricerca capolavori artistici e fa expertise. Conosce Max Friedländer, il maggior specialista di arte olandese del XV-XVI secolo, e collabora con lui in diverse acquisizioni di quadri antichi (tra le loro scoperte quadri di Breugel il vecchio e Giorgione). Considerando un testo folgorante il libro di Friedländer Der Kunstkenner (Il conoscitore d’arte), nel 1955 ne scriverà la presentazione alla traduzione italiana, pubblicata da Einaudi. Nel 1929-1931 pubblica la rivista «Der Kunstwanderer» e apre la galleria “Vitale Bloch & Co. Dipinti antichi” in Victoriastrasse, 33. In pochi anni riesce a mettere a segno una serie di operazioni commerciali che gli garantiscono successivamente un’esistenza agiata.
Alla fine degli anni Trenta si trasferisce a Parigi, partecipa all’organizzazione di mostre in diversi paesi d’Europa, nel 1938 tiene lezioni alla scuola del Louvre sulla pittura europea nei musei americani.
Dal 1933 al 1935 è di nuovo in Italia, vive tra Firenze e Roma per seguire il restauro di alcuni suoi quadri, fatto da Theodor Dumler sotto la supervisione del più stimato restauratore dell’epoca Mauro Pelliccioni. In questi anni fa amicizia con Roberto Longhi, che nel 1953 scriverà la prefazione al suo libro su Georges de La Tour (Milano, Edizioni del Milione).
Dopo la Seconda guerra mondiale vive a lungo in Olanda e lascia in eredità al Museo Boymans-van Beuningen di Rotterdam la sua collezione di quadri: “Non una raccolta qualsiasi – come sottolinea Simone Facchinetti – tutt’altro: lo specchio di un fiuto e di un gusto eccezionali, riflesso nei nomi di Beccafumi, Guercino, Sweerts, Grechetto, Corot, Degas, Bonnard, Vuillard, fino a Giorgio Morandi. Alcuni sono autori che hanno poco in comune, almeno in apparenza. In realtà sfogliando il catalogo della raccolta ci si accorge che le opere si fondono perfettamente all’insegna di quello che, all’epoca, era chiamato l’infallibile gusto Bloch” (Il Tramonto tra i rattoppi: Giorgione // Il manifesto. 20 agosto 2020)
Nel 1979 con il lascito della sua collezione l’Istituto olandese di Parigi organizza l’esposizione “Le Choix d’un amateur éclairé: œuvres de la collection Vitale Bloch provenant du musée Boymans-Van Beuningen” (10 octobre – 25 novembre 1979, Institut néerlandais, Paris).
Nel tempo sulle sue passioni figurative (da Louis Le Nain a Georges de la Tour, Vermeer, Rembrandt) Bloch ha scritto saggi e monografie originali, molte delle quali tradotte in italiano.
Pubblicazioni
V. Bloch, I pittori della realtà nel ‘600. Spoleto: Le Edizioni d’Italia, 1935.
Georges de La Tour / pref. di Roberto Longhi. Milano: Edizioni del Milione, 1953.
Tutta la pittura di Vermeer di Delft. Milano: Rizzoli, 1954.
Odilon Redon. Den Haag: Gemeentemuseum, 1957.
Riflessioni sui Guardi // Paragone. 1965. Vol. 16. P. 84–88.
Vermeer; suivi de L’eloge de Thore Burger. Paris: Quattre Chemins; Editart, 1966.
Louis Le Nain, Milano: Fratelli Fabbri Editori, 1965.
Michael Sweerts; suivi de Sweerts et les Missions Etrangères par Jean Guennou. The Hague: Editions L.J.C. Boucher, 1968.
Rembrandt today: two lectures published on the occasion of his seventieth birthday. Amsterdam; New York: Van Gendt & Co: Abner Schram, 1970.
Fonti archivistiche
ACS. PS. 1926 A16. B. 30 F. Bloch Vitale.
Bibliografia
M. Gorkij, Lettere, vol. 15. Mosca: Nauka, 1999.
E. Tolaini, Molti sgarbi con Roberto Longhi in casa Bloch // Belfagor. 2001. № 6. P. 730–733.
Percorsi di critica: un archivio per le riviste d’arte in Italia dell’Ottocento e del Novecento / a cura di R. Cioffi, A. Rovetta. Milano: Vita e pensiero, 2008. P. 407–408.
Grasman E. Vitale Bloch: de jonge jaren // RKD Bulletin 2010. № 2. P. 3–13.
Grasman E. An indispensable Eye for Art: Vitale Bloch // Studiolo. 2014. № 11. P. 121–132.
N.N. Primočkina, Perepiska Gor’kogo s P.P. Muratovym, in Maksim Gor’kij i ego adresaty. Mosca: IMLI RAN, 2016, pp. 170–199.
Antonella d'Amelia
24 novembre 2020