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Documenti d’italianità
Titolo: Documenti d’italianità
Titolo del periodico: La Porta Orientale
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 8 (1938), n. 9-12, pp. 411-415
Abstract: Nel numero speciale in occasione del ventennale della redenzione di Trieste vengono pubblicati tre documenti sui volontari irredenti, tratti dal volume di Bruno Coceani L’opera della Commissione Centrale di Patronato tra i fuorusciti adriatici e trentini durante la grande guerra. Due di questi documenti riguardano prigionieri di nazionalità sudditi dell’Impero Austro-Ungarico. Il primo è una lettera di Achille Bassignano al Presidente della suddetta commissione, scritta da Pietrogrado il 24 aprile 1917; il secondo è la lettera di accompagnamento (Vladivostok, 28 settembre 1918) della lista degli irredenti arruolati dal maggiore Cosma Manera nel Corpo di spedizione in Siberia.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: IT-PD0158
B. Z., Luigi Carcereri: Un triestino, Edoardo Ferdinando Vanon, e altri austriaci nella insurrezione polacca del 1863 (Estratto dal «Bollettino della Società Letteraria di Verona» N. 6, novembre 1931)
Autore: B. Z.,
Forma autore accettata: Ziliotto, Baccio
Titolo: Luigi Carcereri: Un triestino, Edoardo Ferdinando Vanon, e altri austriaci nella insurrezione polacca del 1863 (Estratto dal «Bollettino della Società Letteraria di Verona» N. 6, novembre 1931)
Titolo del periodico: La Porta Orientale
Tipo di contributo: Recensione
Annata, anno, fascicolo, pagine: 2 (1932), n. 1, pp. 91-92
Abstract: Nel Bollettino bibliografico viene recensito un articolo che narra la vicenda di Edoardo Ferdinando Vanon, nato a Trieste nel 1843. A quindici anni era stato inviato a Varsavia per lavorare in una bottega di pasticceria. Quando era scoppiata l’Insurrezione di Gennaio contro la dominazione russa, egli vi aveva preso parte ed era stato catturato dai russi e condannato all’arresto e alla deportazione in Siberia. Grazie alle trattative, durate due anni, del governo austriaco, Vanon fu graziato, ma gli fu interdetta la permanenza nell’Impero Russo e nel Regno di Polonia. Vanon tornò così a Trieste, dove visse fino alla morte, che lo colse nel 1883 in seguito a malattia contratta durante il periodo di prigionia presso i russi.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: IT-VE0039
D’Orazio Donatello, Scambi di civiltà alla frontiera
Autore: D’Orazio Donatello,
Forma autore accettata: D’Orazio, Donatello
Titolo: Scambi di civiltà alla frontiera
Titolo del periodico: La Porta Orientale
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 4 (1934), n. 8, pp. 484-488
Abstract: L’A. sottolinea l’apporto italiano alla cultura russa. Egli ricorda gli architetti italiani che hanno lavorato alla costruzione del Cremlino di Mosca, come Aristotele Fioravanti, ritiene che alcune byliny siano d’ispirazione italiana, come quella della principessa Zabava, sottolinea la presenza italiana visibile in cognomi come Franciskov, Venecianov, Florenskij. L’A. ritiene che i cosacchi per i russi rappresentino ciò che in Italia rappresentano gli zigani.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: IT-PD0158
Gaeta Giuliano, Gaetano Bazzani: Soldati italiani nella Russia in fiamme, 1915-1920 – Edito dalla «Legione Trentina», Trento
Autore: Gaeta Giuliano,
Forma autore accettata: Gaeta, Giuliano
Titolo: Gaetano Bazzani: Soldati italiani nella Russia in fiamme, 1915-1920 – Edito dalla «Legione Trentina», Trento
Titolo del periodico: La Porta Orientale
Tipo di contributo: Recensione
Annata, anno, fascicolo, pagine: 4 (1934), n. 6-7, pp. 446-450
Abstract: Recensione del libro Soldati italiani nella Russia in fiamme, 1915-1920 di Gaetano Bazzani (Trento, pref. 1933). Il libro narra delle vicende dei soldati italiani delle terre irredente che erano stati arruolati nell’esercito austriaco all’inizio della Prima Guerra Mondiale e che, catturati dai russi, avevano trascorso un periodo nei campi di concentramento russi. Buona parte di loro era stata rilasciata ed aveva fatto ritorno in Italia per arruolarsi nell’esercito italiano. Un contingente era stato trattenuto in Russia. Dopo la pace di Brest-Litovsk, gli italiani erano considerati nemici. Il contingente fu perciò diviso in gruppi di 40 persone ciascuno, con l’ordine di recarsi in qualche modo a Charbin. Una parte dei soldati giunti lì si unisce al R. Corpo di spedizione in Estremo Oriente e combatte contro i bolscevichi. I superstiti della campagna militare tornano in Italia nel 1920. Il libro offre molte informazioni sulla situazione della Russia.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: IT-PD0158
Lunder Dante, L’agricoltura italiana nell’Europa Centro-Orientale (Note dell’“Osservatorio Economico per l’Europa Centro-Orientale”)
Autore: Lunder Dante,
Forma autore accettata: Lunder, Dante
Titolo: L’agricoltura italiana nell’Europa Centro-Orientale (Note dell’“Osservatorio Economico per l’Europa Centro-Orientale”)
Titolo del periodico: La Porta Orientale
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 2 (1932), n. 2, pp. 172-181
Abstract: Nella sezione Vita e problemi della regione si analizzano le esportazioni di prodotti agricoli italiani verso Paesi dell’Europa Centro-Orientale. Viene considerato anche il bilancio degli scambi con la Russia sovietica (p. 175). Questo bilancio è nettamente passivo per l’Italia.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: IT-VE0039
Pasini Ferdinando, Mario Nordio – Nella terra dei Soviet – Edizioni Celvi – Trieste, 1932-X; pagg. 345 (L. 12)
Autore: Pasini Ferdinando,
Forma autore accettata: Pasini, Ferdinando
Titolo: Mario Nordio – Nella terra dei Soviet – Edizioni Celvi – Trieste, 1932-X; pagg. 345 (L. 12)
Titolo del periodico: La Porta Orientale
Tipo di contributo: Recensione
Annata, anno, fascicolo, pagine: 2 (1932), n. 12, pp. 946-948
Abstract: Il libro recensito è scaturito da un viaggio compiuto da Mario Nordio in Russia. Nordio si era recato in Russia al tempo del Primo Piano Quinquennale, nella fase di ricostruzione dello Stato, dopo le distruzioni della rivoluzione. Il processo innescato dai bolscevichi procede, seppur con momenti d’arresto e con difficoltà. Non va sottovalutata la tendenza del bolscevismo a diffondersi. Secondo l’A., si corre il rischio che si era verificato anche dopo la Rivoluzione Francese, allorché i francesi avevano assoggettato altri popoli col pretesto di diffondere i loro ideali.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: IT-PD0158
Zamagna Matteo, La Storia di Ragusa di Matteo Zamagna
Autore: Zamagna Matteo,
Forma autore accettata: Zamagna, Matteo
Titolo: La Storia di Ragusa di Matteo Zamagna
Titolo del periodico: La Porta Orientale
Tipo di contributo: Testo letterario
Annata, anno, fascicolo, pagine: 3 (1933), n. 3-4, pp. 254-275
Abstract: Nella Storia di Ragusa di Matteo Zamagna, scritta negli anni 1862-68, pubblicata a puntate sulla rivista, al Capo 13, in corrispondenza dell’anno 1806 (pp. 260-266), l’A. narra dell’assedio di Ragusa da parte dei russi capeggiati dal generale Vasilij Vasil’evič Vjazemskij con l’aiuto di molti montenegrini. L’avanzata russa era ostacolata dai francesi, che però inizialmente furono battuti: fu ucciso anche il generale Delgorgue. Il generale francese General Gabriel-Jean-Joseph Molitor riuscì a liberare Ragusa il 6 luglio 1806, dopo 19 giorni.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: IT-PD0158
Zamagna Matteo, La Storia di Ragusa di Matteo Zamagna
Autore: Zamagna Matteo,
Forma autore accettata: Zamagna, Matteo
Titolo: La Storia di Ragusa di Matteo Zamagna
Titolo del periodico: La Porta Orientale
Tipo di contributo: Testo letterario
Annata, anno, fascicolo, pagine: 3 (1933), n. 2, pp. 149-172
Abstract: Nella Storia di Ragusa di Matteo Zamagna, scritta negli anni 1862-68, pubblicata a puntate sulla rivista, al Capo 11, in corrispondenza dell’anno 1768 (pp. 154-157), l’A. narra dell’arrivo nel Mediterraneo della flotta russa comandata dall'ammiraglio Aleksej Grigor’evič Orlov-Česmenskij, che aveva il compito di combattere contro i turchi. Nel Senato di Ragusa si discusse dell’opportunità di porgergli i dovuti omaggi, ma non tutti furono d’accordo. Orlov lo venne a sapere e raccontò a Caterina II che Ragusa riforniva di armi e merci i turchi. Ciò gli fece ottenere il permesso di infierire sulle navi mercantili ragusee. A nulla valse l’intercessione di Maria Teresa d’Austria e della Santa Sede. A salvare la situazione fu la finezza diplomatica dell’ambasciatore raguseo Francesco Saverio Ragnina, pur non riconosciuto ufficialmente a Pietroburgo. Nell’anno 1774 Ragnina fu riconosciuto a Pietroburgo ambasciatore della Repubblica di Ragusa e in tale qualità stipulò un trattato con la Russia.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: IT-PD0158