Nasce da padre avvocato e madre discendente di una ricca famiglia di industriali armeni. Dopo aver terminato il liceo, si trasferisce a Mosca, dove continua gli studi classici e inizia a dedicarsi allo studio delle arti figurative. Tornato a Rostov, espone le sue prime opere, di carattere cubofuturista, all'interno di mostre collettive.
Allo scoppio della rivoluzione d'ottobre fugge in Georgia con l'intenzione di partire da lì per l'Europa, ma non avendo il visto d'espatrio si stabilisce provvisoriamente a Tbilisi. Qui viene introdotto dai fratelli Il'ja e Kirill Zdanevič nell'ambiente cosmopolita della città, allora pullulante di russi in fuga dai bolscevichi, e incontra gli artisti Sergej Sudeikin,
Savelij Sorin, Tizjan Tabidze, Paolo Jašvili, il drammaturgo
Nikolaj Evreinov, il poeta Vasilij Kamenskij e il musicista Nikolaj Čerepnin. Si unisce per breve tempo ad un gruppo di intellettuali d'ispirazione anarchico-nichilista-dadaista, fra cui Devis Umanskij e Rjurik Rok, che nell'estate del 1920 avrebbero pubblicato il
Manifest ot ničevokov (
Il Manifesto dei ničevoki, o
nullisti). Sempre a Tbilisi conosce il pittore moscovita
Voldemar Boberman, allievo di Il'ja Maškov, e sua sorella Elena.
Šiltjan abbandona la Georgia nel 1919, e dopo una breve sosta in Crimea, il 5 agosto 1920 lascia definitivamente la Russia, trasferendosi prima a Costantinopoli, dove incontra di nuovo la famiglia Boberman, pure salpata da Batumi con destinazione Europa, e poi a Vienna, dove, ospite da parenti, studia all'Accademia di Belle Arti. Alla vigilia di Natale del 1922 raggiunge a Berlino la famiglia Boberman e tramite loro entra in contatto con
Il'ja Erenburg,
Pavel Muratov e con gli artisti
Lev Zak,
Filip Goziason e Roman Kramstič, con i quali apre uno studio sulla Motzstrasse. Incontra inoltre
Pavel Čeliščev, già conosciuto a Costantinopoli, e Kostantin Tereškovič.
A Berlino nel 1923 sposa
Elena Boberman e dopo il viaggio di nozze a Monaco, prosegue, inizialmente da solo, verso l'Italia, la sua "terra promessa" (sulle impressioni e i ricordi dei suoi primi viaggi in Italia, a Napoli, a Firenze e in Liguria si veda Sciltian 1963, pp. 256-260). Fino al 1927 risiede con la moglie a Roma: prima in una pensione in Corso Italia 6, gestita dal nazionalista ucraino Evgenij Onackij; poi in Via Aurora; quindi all'Albergo dei Portoghesi in via della Scrofa e in un appartamento a Palazzo Roccagiovine in Piazza Farnese 44; infine in un Palazzo di Piazza Quadrata, acquistato dal suocero.
Durante il soggiorno romano, uno dei contatti russi più preziosi è rappresentato da Pavel Muratov, già conosciuto a Berlino. Šiltjan si reca ogni martedì nel suo appartamento in via del Babuino, frequentato da russi sia residenti a Roma che di passaggio, fra cui
Vjačeslav Ivanov,
Andrej Beloborodov,
Nikolaj Lochov e
Evgenij Berman. Tramite Muratov conosce anche
Valentina Chodasevič che, stabilitasi a Sorrento, invita i coniugi Šiltjan a trascorrervi qualche giorno nell'agosto del 1925. А Sorrento sono ospiti anche di
Maksim Gor'kij, nella grande villa dei duchi Serracapriola, dove nello stesso periodo, oltre al figlio,
Maksim Peškov, e alla segretaria di Gor'kij, la baronessa
Marija Budberg, sono alloggiati anche
Vsevolod Mejerchol'd e il pianista e compositore Issay Dobrowen.
A casa di Muratov entra in contatto anche con diversi intellettuali italiani, fra cui Corrado Alvaro, Alberto Savinio, Vincenzo Cardarelli, Roberto Longhi e sua moglie, la scrittrice Anna Banti. Saranno tuttavia i fratelli Arturo, Carlo Ludovico e Anton Giulio Bragaglia a introdurlo nell'ambiente intellettuale romano. Nella sede della
Casa d'Arte Bragaglia in via degli Avignonesi Šiltjan conosce Leo Longanesi, Marcello Gallian, Massimo Lelj, Alberto Spaini, Antonio Baldini, Antonio Donghi e Giuseppe Capogrossi.
A casa del pittore Nino Bertoletti incontra Giorgio De Chirico, con cui stringe subito amicizia. Di lui De Chirico ha scritto: "Gregorio Sciltian è il plastico per eccellenza. È plastico quando dipinge, è plastico quando parla, è plastico quando gesticola"; sempre De Chirico l'ha definito "un burattinaio orientale" e un "creatore di spettacoli dipinti" (De Chirico 1941).
Nel 1924, a una sua mostra tenutasi in una sala del Teatro Nazionale a Roma, conosce Filippo De Pisis, che gli dedica le seguenti parole: "La tua pittura, che sotto un certo aspetto può chiamarsi caravaggesca, non poteva trovare un esegeta più autorevole e geniale" (De Pisis 1941).
Intorno alla metà degli anni Venti esegue a Roma, su committenza del principe
Grigorij Stroganov due copie degli ovali del soffitto di Palazzo Stroganoff in Via Sistina, risalenti al Seicento. In seguito gli originali vengono persi al gioco dal principe, e prontamente sostituiti con le copie di Šiltjan, spacciate per originali seicenteschi. Del principe esegue anche un ritratto (1938, collezione privata, Parigi).
A proposito del suo primo soggiorno romano, Šiltjan scrive nelle sue memorie:
Erano gli ultimi anni della Roma barocca, dei pomposi cardinali, delle processioni dei frati incappucciati, degli sbirri caravaggeschi che venivano rievocati dai fascisti con berretti ed il fiocco nero, che passeggiavano gagliardi e rumorosi per le strade romane. Si vedevano ancora i carretti dipinti trainati da asinelli condotti dai contadini, che scendevano dai Castelli romani. In Piazza di Spagna c'erano modelli nei costumi pittoreschi della Ciociaria. Erano gli ultimi anni della Roma romantica di Pinelli e di Léopold Robert, la Roma di Gogol, di Alessandro Ivanov e di Overbeck. Si passeggiava ancora in carrozzella, le osterie rigurgitavano di gente che assaggiava i vini dei Castelli. L'ondata dell'urbanesimo non era ancora incominciata con il rumore delle lambrette e delle automobili, con le luci al neon, i distributori di benzina e i ladri di biciclette. Nel 1924 la vita romana continuava a essere una bella, saporosa, tradizionale vita seicentesca. A portata di mano intorno a me erano i capolavori dei grandi maestri che mi insegnavano a guardare la natura, ad apprezzare la vita pittoresca e affascinante che pulsava intorno a me. In Piazza Capo di Ferro, accanto alla Piazza Farnese, c'era la Pinacoteca di Palazzo Spada piena di quadri caravaggeschi, ed ogni mattina, prima di iniziare i miei lavori, facevo un giretto rapido nelle sale. A due passi era la chiesa di San Luigi dei Francesi ed accanto la chiesa di Sant'Agostino, con quadri del Caravaggio, quadri del Valentin, di Bartolomeo Veneto, di Holbein e raccolte di meravigliosi disegni. Non passava giorno che io non facessi visita ai miei Maestri, e dopo correvo pieno di fervore nel mio studio, al mio cavalletto ed alla mia tavolozza (Sciltian 1963, pp. 261-262).
Dal 1927 al 1932 vive con la moglie a Parigi. Già negli anni del primo soggiorno italiano aveva esposto in diversi salons parigini; il successo a livello internazionale arriva però solo nel 1928 con la partecipazione all'Exposition de l'Art Russe, organizzata da Aleksandr Benua e da Sergej Djagilev al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, cui seguono numerose mostre personali in gallerie parigine e belghe. Šiltjan tuttavia non sopporta l'ambiente artistico parigino dell'epoca, effimero e dettato dalle varie avanguardie moderne. Questa insofferenza e l'insuccesso della sua personale alla Galleria Van Leer nel 1933, per la quale viene criticato come freddo ed accademico, lo spingono a ritentare la sorte in Italia: "Con in tasca il biglietto e qualche lira per una settimana di vita a Milano, lasciando pochi soldi a mia moglie, partii per l'Italia" (Sciltian 1963, p. 394).
Nonostante i dispiaceri, sono significative le conoscenze fatte a Parigi tramite Nikolaj e Aleksandr Benua, la cui abitazione era uno dei principali luoghi d'incontro dell'emigrazione russa in Francia. Qui Šiltjan incontra Dmitrij Merežkovskij, Zinaida Gippius, Ivan Bunin, Boris Zajcev, Michail Osorgin e alcuni artisti del gruppo Mir Iskusstva, fra cui Konstantin Somov, Mstislav Dobužinskij e Zinaida Serebrjakova. Sempre tramite i Benua ha modo di conoscere Sergej Rachmaninov, Sergej Prokof'ev e Il'ja Glazunov e di rivedere Boris Šaljapin, figlio del famoso cantante Fedor, suo compagno di studi a Mosca. A Parigi ha inoltre contatti con la bohème artistica russa, fra cui Michail Larionov, Natal'ja Gončarova, Osip Zadkin, Marc Chagall e Chaim Soutine, mentre nel suo studio riceve Evgenij Zamjatin, Isaak Babel', Aleksej Ščusev, Georgij Evangulov e Nikolaj Evreinov. Degli ultimi due esegue un ritratto: Ritratto di Georgij Evangulov vestito da torero, (1929, ora disperso) e Ritratto di Nikolaj Evreinov (1930, Collezione privata, USA).
Nel 1933 si trasferisce a Milano, dove risiede inizialmente all'albergo Rodi in via Bottonuto 4. Da qui il nove luglio scrive una lettera a Ol'ga Resnevič Signorelli, conosciuta durante il suo soggiorno romano, con la preghiera di aiutarlo presso il Ministero degli Affari Esteri ad ottenere il visto per la moglie rimasta a Parigi. La richiesta viene con ogni probabilità esaudita, poiché Elena Boberman riesce a raggiungere il marito già nell'estate dello stesso anno. Dopo un periodo di villeggiatura trascorso a Nesso, sul lago di Como, i due si trasferiscono nel capoluogo lombardo. Qui vivono in Via Olindo Guerrini, quindi, dal 1937 al 1939 in Via della Spiga (per le prime impressioni su Milano si veda Sciltian 1963, pp. 399-405; sulla Lombardia (lago di Como, Brianza, Monza, Bergamo pp. 410-416).
Durante il secondo soggiorno italiano, a Milano, viene raggiunto da De Chirico e Savinio, frequentati assiduamente anche negli anni parigini. Proprio a Parigi i due fratelli avevano presentato a Šiltjan Mario Broglio, fondatore di "Valori Plastici", nonchè Achille Funi, Gino Severini, Mario Tozzi e Umberto Brunelleschi, artisti che, assieme a Carlo Carrà e Mario Sironi, ritroverà più tardi a Milano al Caffè Cova di via Verdi. Particolarmente utile si rivela l'amicizia con De Chirico, tramite il quale Šiltjan entra in contatto con nuovi acquirenti, come gli avvocati Baruffaldi e Verdirame, che gli commissionano numerosi lavori, soprattutto nature morte, poi esposte alla Galleria Gian Ferrari di Milano nel 1939.
A Milano frequenta anche il caffè Donini in Piazza San Babila, dove incontra regolarmente Pietro Marussig e il critico d'arte Enrico Somarè. Somarè lo introduce nel ricco mondo dei mercanti d'arte milanesi e lo mette in contatto con i fratelli Tallone, con l'antiquario Foresti, con il gallerista Prevosti di Varese, con il farmacista Casanova e con Carlo Lissoni (che Sciltian avrebbe definito il suo "impresario"), i quali spesso acquistano sue opere. Tramite l'amico Vagnarelli, di professione vetraio, acquisisce altri committenti, fra cui Zecchini, proprietario di una bottega d'arte in Piazza dei Mercanti, e Torretta, titolare del cinema Porpora.
Nel 1933 espone alla Galleria Prevosti di Varese, che è foriera di altre conoscenze e incontri; in seguito alla mostra lo scrittore e giornalista Gino Bonomi, già conosciuto a Tbilisi, lo contatta e gli presenta il noto restauratore Mauro Pelliccioli; questi lo introduce nell'ambiente dei collezionisti d'arte milanesi, fra cui Enrico Vanelli e il Duca Luigi Visconti di Modrone, che gli commissionano due ritratti (
Enrico Vanelli, 1937, Milano, già collezione Vanelli, distrutto in un bombardamento a Milano;
Duca Grazzano Visconti, 1939, Collezione Duca Luigi Grazzano Visconti). Sempre a Monza conosce il pittore Ugo Galetti, che gli acquista un quadro.
Durante la guerra si rifugia con la moglie a Villa Lilli (dal nome con cui Elena viene chiamata dagli amici), in Via Premignaga, a Morgnaga, frazione di Gardone Riviera, sul Lago di Garda.
Solo nel 1947 torna a vivere a Milano (prima in Via Bigli, poi in uno studio in palazzo Trivulzio), trascorrendo le estati a Villa Lilli e nel suo studio a Venezia, sull'isola della Giudecca, di fianco alla chiesa delle Zitelle. Lo studio occupava una parte della cosiddetta "Casa dai tre Occhi", edificata dal pittore veneziano, Marius de Maria o Marius Pictor come palazzo-mausoleo dedicato alla figlia Silvia, morta precocemente. Nelle intenzioni del suo artefice, il palazzo avrebbe dovuto completare sull'isola della Giudecca una sorta di trilogia edilizia dedicata al cosiddetto "gotico veneziano", composta dal Palazzo Ducale e dalla Ca' d'Oro. Forse il fatto che il palazzo sia stato progettato da un pittore costituisce il motivo per cui Šiltjan decide di stabilirsi in questo palazzo.
A Venezia, in occasione delle varie edizioni della Biennale, conosce sia critici d'arte, fra cui Piero Girace, sia artisti, come lo scultore Francesco Messina, che negli anni successivi avrebbe incontrato regolarmente a Gardone Riviera, dove pur'egli aveva una dimora estiva.
Nel 1947 firma insieme a Pietro Annigoni, Alfredo Serri, Giovanni Acci, Carlo Guarienti, Xavier ed Antonio Bueno il
Manifesto dei Pittori Moderni della Realtà, allo scopo di promuovere un'arte legata alla tradizione figurativa e di contrastare le varie correnti dell'informale sorte nel secondo dopoguerra. Con il gruppo Šiltjan espone in più occasioni nella seconda metà degli anni Quaranta.
Successivamente si trasferisce a Roma, sul Lungotevere Raffello Sanzio, dove trascorre il resto della sua vita.
Un'ulteriore testimonianza dei contatti del pittore con esponenti della cultura, della politica e dell'imprenditoria italiana è rappresentata dai numerosi ritratti da lui eseguiti su commissione:
- Ivo Pannaggi (Ritratto, 1925, Roma, Collezione Sciltian, Roma);
- Margherita Spiridovic (Ritratto, 1930, Parigi, Collezione Sciltian, Roma; Ritratto, 1932, Parigi, Collezione privata);
- Giovanni Scheiwiller (Ritratto, 1941, Collezione Silvano Scheiwiller);
- Contessa M. A. Terzi (Ritratto, 1944, Collezione Conte Ottobono Terzi, Brescia);
- Donna A. Brusadelli (Ritratto, 1949, Collezione privata, Roma);
- Sig.ra M. A. Folonari (Ritratto, 1949, Collezione U. Folonari, Brescia);
- Conte Gian Carlo Camerana (Ritratto, 1953, Collezione Contessa Laura Camerana, Torino);
- Laura Cabassi (Ritratto, 1953, Collezione Giuseppe Cabassi, Milano; Ritratto, 1958, Collezione Giuseppe Cabassi, Milano);
- Lucio Ridenti (Ritratto, 1955, Collezione Lucio Ridenti, Torino);
- Mirta Mantero (Ritratto, 1955, Collezione Mantero, Cernobbio, Como);
- Conte Gerolamo Gaslini (Ritratto, 1957, Fondazione Gaslini, Genova);
- Contessa Loredana Coopmans de Yoldi (Ritratto, 1958, Collezione Coopmans De Yoldi, Milano);
- Sig.ra M. A. Galtarossa (Ritratto, 1959, Collezione Giacomo Galtarossa, S. Pietro in Cariano, Verona);
- Conte L. Zanon di Valgiurata (Ritratto, 1959, Collezione L. Zanon, Torino);
- Architetto E. Moroni (Ritratto, 1960, disegno, Collezione Moroni, Milano);
- Arnoldo Mondadori (Ritratto, 1960, Collezione Mondadori, Milano);
- Sig.ra M. Orlandi (Ritratto, 1963, Collezione, A. Orlandi, Milano);
- Famiglia Adreani (Ritratto di Hilde Adreani, 1963, Collezione Maurizio Andreani, Milano; Ritratto di Maurizio Adreani, 1966, Collezione Maurizio Andreani, Milano);
- Peppino De Filippo (Ritratto, 1965, Collezione Peppino De Filippo, Roma);
- Commendatore Dante Coda (Ritratto, s.d., Istituto bancario S. Paolo, Torino).
Mostre personali 1925 (dicembre) Casa d'arte Bragaglia, via Avignonesi 8, Roma. Mostra presentata da Roberto Longhi. Quadri esposti:
Chitarra; Ciociaria; Giocattoli; Frutti; Fruttivendola (1924);
Pescivendola; La Fioraia; Ritratto del Pittore; Uomo che si pettina; Utensili di cucina; Nudo di donna (1925); e 17 disegni (1925).
1933 (giugno) Galleria Scopinich di Milano (
Notizie d'arte, "Corriere della Sera" 1.6.33; Carlo Carrà,
Mostre individuali, "L'Ambrosiano", 7.6.33).
ca. 1933 Ristorante Giazzi, parco di Monza.
ca. 1933 Galleria Prevosti, Varese.
1934 Galleria Dedalo, Milano (fra i quadri esposti:
Il Guitarrero,
I giocatori,
La Toeletta,
Il Pagliaccio,
La Tavola di un artista).
1937 Circolo della stampa, Bologna. Mostra organizzata dal collezionista Vanelli.
1939 (aprile) Galleria Gian Ferrari, Milano. Mostra presentata da Raffaele Carrieri.
1940 Lyceum, Firenze. Mostra organizzata dai conti Contini-Bonacossi.
1942 Galleria del Milione, Milano. La mostra ottiene una buona recensione di Ugo Ojetti ("Corriere della sera", 25.2.1942) e decreta il successo di Sciltian, che inizia a ottenere numerose commissioni sia pubbliche che private.
1942 XXIII Esposizione Biennale internazionale d'arte, Venezia. Palazzo centrale (Palazzo dell'esposizione): Sala 31, Pittture di Gregorio Sciltian:
Strumenti musicali, Clio, Le donne curiose, Lo scrittore Giovanni Scheiwiller, Viaggio in Italia, Viaggi, La romantica, Il navigatore, Il conte L. Visconti di Modrone, Il principe C. Castelbarco Albani, Lettera d'amore, Ritratto di un pensatore, I libri, Autoritratto, Il filatelico, Susanna e i vecchioni, Ritratto di Lisetta Ponti, Inganno I, Testa di fanciulla, Inganno II, Inganno III, Bacco all'osteria, Ritratto di Romeo Toninelli. Il quadro
Bacco all'osteria, esposto a Venezia già nel 1936, con il nome
Sorprese in giardino, fu acquistato dal conte Galeazzo Ciano e successivamente acquisito dalla Galleria Nazionale d'arte moderna di Roma, dove tuttora si trova. Sui successi, non solo di critica, ma anche di pubblico, di Sciltian nel 1942 si legge: "La visita d'obbligo ai Giardini si risolve, è vero, in sperdute ammirazioni per Sciltian, che a queste ragazze ambiziose e a questi opachi industriali appare il perfetto conciliatore di un de Chirico ormai accettato e di oleografie ancora segretamente predilette" (Irene Brin, "Cinema", (149) 10.9.1942).
1955 (23 luglio-20 settembre)
Mostra delle opere di Gregorio Sciltian, Società canottieri Bucintoro, Venezia (catalogo Esperia, Milano). Quadri a soggetto religioso: 1
Nascita dell'Occidente, 2
Madonna della città; Quadri di genere: 3
Il filatelico, 4
I vagabondi, 5
Venere dormiente, 6
Angolo di studio; Ritratti: 7
Contessa Maria Antonietta Terzi, 8
Conte G. C. Camerana, 9
Lucio Ridenti, 10
Arnoldo Mondadori; 11
Autoritratto;
Trompe l'oeil e nature morte: 12
pagine di storia (trittico), 13
Viaggio in un'isola misteriosa (trittico), 14
Dorotea 15
Strumenti musicali, 16
Strumenti musicali, 17
Estate, 18
Le due Gioconde, 19
Composizione.
1956 Circolo della stampa, Roma.
1958 (26 giugno-6 ottobre)
Mostra delle opere di Gregorio Sciltian, Società canottieri Bucintoro, Venezia.
1963 (16 maggio-16 giugno)
Il battesimo di Gesù, Sala Beato Angelico, Roma (catalogo Capriotti, Roma).
1970 (novembre-dicembre):
Omaggio a Sciltian, Palazzo Venezia, Sala Barbo, Roma. Nel comitato d'onore figurano, fra gli altri, Gianni e Ulrico Hoepli, Arnoldo Mondadori e Vittorio Cini. L'esemplare del catalogo conservato presso la Biblioteca dell'Istituto di Storia dell'arte della Fondazione Cini di Venezia porta sulla prima pagina la seguente dedica scritta a mano: "Al Conte Vittorio Cini con grande stima, ammirazione ed affettuosa sincera amicizia. G. Sciltian Roma 10.XI.70".
1973 (giugno-settembre) Ateneo San Basso, Venezia (catalogo Carte segrete, Roma).
1977 (21 aprile-6 maggio) Galleria La Gradiva, Roma (catalogo con introduzione di E. de la Ville).
1979 (12-29 marzo),
Mors atomica, Galleria La Barcaccia, Roma (catalogo con introduzione di Ugo Spirito).
1980 (luglio-ottobre)
Gregorio Sciltian -
Mostra Antologica dal 1916, Rotonda in via Besana, Milano (catalogo Elleti, Milano).
1986 (2 febbraio - 31 marzo)
Sciltian - Retrospettiva, Palazzo dei Diamanti, Ferrara (Catalogo Saica, Cento).
1989 Inaugurazione del Museo Gregorio Sciltian, a Villa Mirabella del Vittoriale degli Italiani, Gardone Riviera (aperto fino al 1997) (catalogo Elleti, Milano).
Mostre collettive
1925 III Biennale romana d'arte, sala 15.
1926 XV Esposizione internazionale d'arte della città di Venezia. Sale 40/41, Mostra internazionale:
Biondo corsaro (1926).
Biondo corsaro è il nome dato alla tela dalla direzione della Mostra, per Šil'tjan invece resta
Il Guitarriero. Sulla sua prima partecipazione all'Esposizione Internazionale d'arte di Venezia si veda Sciltian 1963, pp. 301-303.
1932:
Mostra Sociale Autunnale, Permanente di Milano.
1936 XX Esposizione Internazionale d'Arte, Venezia. Padiglione inglese, Mostra degli stranieri residenti in Italia:
Sorprese in giardino (sull'apertura della mostra si veda Sciltian 1963, p. 437).
1936 (dicembre) Mostra Sociale Autunnale, Permanente di Milano: due nature morte (cat. Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente,
Mostra Sociale Autunnale, Dicembre 1936-XV).
1937 (8-23 maggio) Galleria Dedalo, Milano,
Opere di Nicola Benois e Gregorio Sciltian (Catalogo Unione Topografica, Milano). Quadri esposti: 1
Il Guitarrero, 2
I giocatori, 3
La Toeletta, 4
Il Pagliaccio, 5
La Tavola di un artista, 6
La pescivendola, 7
Ragazzo con grappolo d'uva, 8
Ritratto del conte Muzzarelli-Verzoni, 9
Ritratto di un emigrante russo, 10
Il Filosofo, 11
Nostalgia, 12
Autoritratto, 13
Giovanetto in maglia gialla, 14
Bacco in osteria, 15
Lettera azzurra, 16
Cesto di Frutta, 17
Calice e zucca; 18-40
Nature morte.
1938
Mostra Sociale Autunnale, Permanente di Milano
1939 (novembre) Mostra Sociale Autunnale, Permanente di Milano.
1940 VI Triennale di Milano, medaglia d'oro per
Il mobile dipinto (
trompe l'oeil in collaborazione con Fabrizio Clerici, olio su tavola, 1940). Il dipinto costituisce uno dei primi
trompe l'oeil della pittura contemporanea italiana. Vittorio Emanuele III inaugura la mostra, e davanti alla tela di Šil'tjan, cerca di grattare una busta dipinta, credendola vera. La stampa dell'epoca parla di Šil'tjan come "il pittore che era riuscito a ingannare il re D'Italia" (Sciltian 1963, p. 440).
1941 (aprile) Galleria del Milione di Milano. Quadri esposti:
Strumenti musicali (1939),
San Sebastiano (1940),
Ritratto di un pensatore (1940),
Colazione (1940) ("Bollettino della Galleria del Milione", 1-15 aprile 1941, XIX).
1947
I pittori moderni della realtà, Galleria dell'Illustrazione, Milano e Galleria Firenze, Firenze.
1948
I pittori moderni della realtà, Galleria La margherita, Roma.
1948 XXIV Biennale di Venezia. Palazzo centrale, sala IX, Pitture: 14
Interno, 15
Vanitas.
1949 Galleria Cherubini, Firenze.
1950 XXV Biennale di Venezia. Palazzo centrale, sala XIX, Pitture: 16
Angolo di studio (1949), 17
Pagine di storia (trittico, 1950), 18
Sportivi (1949).
1984
I Pittori Moderni della Realtà (1947-1949), Sala d'arme di Palazzo Vecchio, Firenze (catalogo Vallecchi, Firenze).
1987 Galleria Nazionale d'arte moderna, Roma.
2007
Autoritratti-Selfportrait, Palazzo Franchetti, Istituto Veneto di Lettere, Scienze ed Arti, Venezia (catalogo Skira). Quadro esposto:
Autoritratto (1954).
Scenografie
1953
Guerra e Pace di Sergej Prokof'ev, "Maggio musicale" di Firenze, regia di Tat'jana Pavlova (catalogo:
Prokof'ev a Firenze: mostra di bozzetti e figurini del Teatro Comunale, 6-20 giugno 1991, Loggia Rucellai, Firenze).
1954
Mavra di
Igor' Stravinskij, Teatro alla Scala, Milano.
1957
Il Campanello dello speziale di Gaetano Donizetti, Piccola Scala, Milano.
1958
Abu Hassan di Carl Maria Weber, Piccola Scala, Milano.
1958
La guerra in famiglia di Franz Schubert, Piccola Scala, Milano.
1962
Il cardinale di Spagna di Henry de Montherlant, Teatro del Convegno, Milano.
Illustrazioni
Lev Tolstoj,
Anna Karenina, Palazzo Editore, Milano, 1967, 118 tavole a colori.
Anna Brusadelli,
I giorni: poesie, Tallone, Parigi, 1952, 5 tavole a colori.
Quadri di Šiltjan in collezioni e spazi pubblici
Galleria Carrara, Bergamo:
Ritratto di ignoto (1942, 70 x 90).
Galleria d'Arte Moderna, Milano:
Ritratto di Vito Magliocco (1960, 50 x 60).
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma:
Bacco all'osteria (1936, 190 x 230).
Teatro S. Ferdinando, Napoli:
Ritratto di Eduardo De Filippo (1953, 95 x 120).
Battistero della Basilica del Cuore Immacolato di Maria a Roma:
Il battesimo di Gesù, 1960, 235 x 485 e figure degli angeli.
Transatlantico
Raffaello, Sala da pranzo della prima classe:
Le quattro stagioni e la
Pesca miracolosa (ognuna 105 x 310, 1963-1965).
Transatlantico
Achille Lauro, Capriccio napoletano (1966).
Quadri di Šiltjan in collezioni private italiane
Bologna: Vanelli; Brescia (Villa Carcina): Piera Carpani Glisenti; Firenze: Professor Roberto Longhi; Conte Contini Bonacossi; Inveruno: Ernesto Azzalin; Legnano: Bruno Crespi; Milano: Orio Vergani; E. Epstein; Fernando Vaselli; S. Rubboli; ing. Giuseppe Lauro; Maria Borletti; Gino Alemagna; Forti; Commendatore Giuseppe Chiesa; Oreste Cacciabue; Elena Sciltian; Manlio Baron; Masciadri; G. Riva; Nella Borletti; Commendatore F. De Angeli; A. Sada; Monza: Mazzoleni; Padova: Conte Gianni Zillo di Montexillo; Adele Vaselli; S. Astaldi; Roma: Principe Roland Brancaccio; Aldo Senatore; Torino: Aldo Belfiore; Lucio Ridenti; Venezia: Deana; Vicenza: Marchese A. Roi, Villa Fogazzaro.
Pubblicazioni (tutte firmate Gregorio Sciltian)
Pittura della realtà: estetica e tecnica, Hoepli, Milano, 1956.
Mia avventura, Rizzoli, Milano, 1963.
La realtà di Sciltian, Hoepli, Milano, 1969.
Gregorio Sciltian, 30 trompe-l'oeil, (con introduzione di Paul Vialar), Hoepli, Milano, 1980.
Trattato sulla pittura:
Estetica, tecnica, (con introduzione di Ugo Spirito), Hoepli, Milano, 1981.
Prefazioni
Hermann Georges,
L'onorevole vagabondo: avventure e pensieri di un artista, Gastaldi, Milano, 1954.
Lucio Garzia,
Alla ricerca dell'inconscio, Greco, Napoli, 1968.
Bibliografia
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1890-1940, Artisti e mostre, Roma, Nuova Galleria Campo dei Fiori, 2001, p. 437.
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Sciltian - Opera omnia, Milano, Hoepli, 1986.
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G. Tintori,
Duecento anni di Teatro alla Scala. Cronologia opere-balletti-concerti 1778-1977, Bergamo, Ed. Grafica Gutenberg, 1979, pp. 113, 365-367, 372.
M. Verdone,
Sciltian a Roma, «Strenna dei Romanisti», 1986, pp. 597-608.
G. Waldemar,
Sciltian e la magia della realtà, Milano, Lacca, 1950.
Fonti archivistiche
Fondazione Giorgio Cini, Venezia.
Archivio Angelo e Ol'ga Signorelli.
NotaNelle fonti italiane si incontra come Gregorio Sciltian.
Matteo Bertelé, Raffaella Vassena
Scheda aggiornata al 20 aprile 2020