Nasce in una famiglia di artisti da
Aleksandr Nikolaevič Benua e Anna Karlovna Kind. Nel 1922 si sposa a Pietroburgo con Marija Nikolaevna Pavlova (Pietroburgo, 10 ottobre 1899 - Marciana 16 ottobre 1980), da cui ha un figlio Roman (Alberto Romano), che nasce a Roma il 25 giugno 1931. In seconde nozze, dopo gli anni Cinquanta, sposa Disma De Cecco (1927 - 1 gennaio 2006).
Nel 1918 termina gli studi classici presso la Scuola Superiore Unitaria del Lavoro (ex Ginnasio Karl May) e nel 1919 viene ammesso ai Liberi Studi Artistici dello Stato (ex Accademia Imperiale delle Belle Arti). Nel 1920, dopo un breve periodo di apprendistato sotto la guida del capo scenografo dei Teatri di Stato (ex Imperiali) di Pietrogrado,
Oreste Allegri, inizia la sua attività realizzando bozzetti scenografici per il Teatro Accademico del Dramma di Pietrogrado, dove esordisce nel 1921 con le scene per
I giganti del Nord di
Henrik Ibsen. In quello stesso anno subentra a Allegri nella carica di capo scenografo dei Teatri di Stato di Pietrogrado. Nel 1923 esordisce al Teatro Accademico dell'Opera e del Ballo con le scene per il balletto di Aleksandr Glazunov
Le stagioni dell'anno (
Vremena goda).
Nel 1924 Benua ottiene un visto di tre mesi per l'estero e raggiunge Parigi. Nella capitale francese allestisce le scenografie per una serie di spettacoli della "Chauve Souris", il teatro cabaret ideato da Nikita Baliev che utilizza i locali e la sala del teatro Fémina sugli Champs Elysées. Qui incontra il regista
Aleksandr Sanin che lo propone ad Arturo Toscanini, direttore artistico del
Teatro alla Scala, come scenografo per l'edizione della
Chovanščina di Modest Musorgskij per la stagione 1925-1926.
Dalla Francia, il 22.12.1925 si trasferisce prima a Milano e poi dal 1927 al 1932 a Roma (risiede in Via Vicenza n. 31, poi Viale Regina Margherita n. 287), dove lavora come scenografo al
Teatro Reale dell'Opera. Negli ultimi mesi del 1932 si trasferisce di nuovo a Milano (Via Dante 16, poi Piazza Maria Adelaide 2) e avvia un'attività sempre più intensa e continuativa con il Teatro alla Scala, dove esordisce come scenografo in
Chovanščina di Musorgskij nella stagione 1925-1926. In questi anni di attività al Teatro alla Scala ha rapporti di amicizia con molti artisti italiani che invita a collaborare nella veste di scenografi, quali Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Enrico Prampolini, Mario Sironi, Lucio Fontana, Ardengo Soffici, Carlo Carrà, Felice Casorati, Maria Signorelli, che in seguito diventa famosa per i suoi burattini, e noti designer quali Gianni Ratto e Giò Ponti.
Nel 1927 Benua è a Roma; risale a questo periodo l'amicizia con Ottorino Respighi che, avendo studiato con Rimskij-Korsakov a Pietroburgo, conosce il russo; Benua è più volte ospite a Villa "I Pini" a Roma, proprietà dei Respighi. Il musicista lo propone all'allora direttore generale della Scala, Angelo Scandiani, come scenografo del suo nuovo balletto
Belkis Regina di Saba (scene e costumi di Benua, coreografia di
Leonid Mjasin), rappresentato nel 1932. Successivamente, per procedere all'allestimento del melodramma
La Fiamma (1934), ambientato nella Ravenna bizantina, alla corte dell'esarca Basilio, Benua e Respighi non solo studiano l'opera attentamente, ma si recano insieme a Ravenna per ispirarsi al fascino dell'arte ravennate.
Nella seconda metà degli anni Venti è spesso ospite di
Maksim Gor'kij a Sorrento, dove stringe amicizia con
Olga Resnevič Signorelli, con
Maksim Peškov, figlio di Go'rkij, con il principe georgiano
Iraklij Bagration-Muchranskij, cui rimane legato per tutta la vita e di cui dipinge il ritratto, e con il pittore
Boris Šaljapin, figlio del famoso basso
Fedor Šaljapin.
Quando nel 1937 viene nominato direttore dell'Allestimento scenico del Teatro alla Scala, Nikolaj Benua inizia i pittori scaligeri a un modo nuovo di concepire la figura dello scenografo e la realizzazione dei bozzetti e dei costumi, insistendo sul principio dell'unità stilistica fra tutti gli elementi che compongono uno spettacolo. Il suo modo di procedere rappresenta una vera e propria novità rispetto alle consuetudini del tempo. Negli anni Trenta alla Scala operano scenografi-decoratori, spesso specializzati in alcuni dettagli, c'è chi disegna i capitelli, chi le sedie o altri oggetti dell'attrezzistica; ogni artista dipinge secondo il proprio sentire, senza preoccuparsi dell'omogeneità e della fedeltà stilistica alle epoche rappresentate. Spesso vengono contattati pittori e scultori famosi, ma privi di specifiche cognizioni di scenografia e scenotecnica; questi spesso realizzano bozzetti più simili a quadri, affidandone l'adattamento per la scena alla sensibilità e professionalità degli addetti ai lavori. Per precisare la propria poetica Benua scrive: "Quello dello scenografo è un lavoro di fantasia e deve essere sempre collegato intimamente alla musica ed esprimerla, ma è anche un lavoro di calcolo, un continuo ragionamento sulla trasformazione del dato musicale in immagine, in un ambiente a tre dimensioni" (Gillo Dorfles,
Alessandro e Nicola Benois alla Scala, in
I Benois del teatro alla Scala, Milano, 1988, p. 25).
Introducendo il concetto di scenografo come costruttore scenografico, Benua richiama l'attenzione sulla cultura e gli stili delle epoche, sul legame tra colore e musica e sulla necessità di armonizzare i costumi con le scene; all'epoca invece era consuetudine noleggiarli da agenzie esterne, che spesso non rispondevano alle specifiche esigenze dello spettacolo. Per ovviare a questo problema, Benua nel 1939 promuove la creazione di una sartoria autonoma all'interno del Teatro alla Scala in modo da realizzare i costumi adatti alle messe in scena delle diverse opere. Inoltre convince la Direzione del teatro a sostituire il palco fisso con il palcoscenico meccanico a pannelli e ponti mobili, progettato dall'architetto Luigi Lorenzo Secchi, e istituisce una scuola di pratica scenografica.
Nel 1937, alla morte di Luigi Sapelli, in arte Caramba, viene nominato direttore dell'Allestimento scenico del Teatro alla Scala di Milano, carica che ricopre fino al 1970. Per il Teatro alla Scala crea le scenografie e i costumi di 126 spettacoli
, di cui un numero cospicuo di
ambiente russo:
Chovanščina (1926, 1949, 1967),
Boris Godunov (1927, 1949, 1967),
La fiera di Sorocinzi (1955) di Mussorgskij;
Delitto e castigo (1927) di Arrigo Pedrollo;
Zar Saltan (1929),
La leggenda della città invisibile di Kitež (1933, 1951),
Sadko (1938),
Capriccio spagnolo (1952) di Nikolaj Rimskij-Korsakov;
Raskolnikov (1950) di
Heinrich Sutermeister;
La Bella Addormentata (1939) e
La dama di picche (1961) di Petr Čajkovskij;
Il principe Igor (1940, 1951) e
Le danze polovziane (1952) di Aleksandr Borodin;
L'uccello di fuoco (1941),
Capriccio (1948),
Les noces (1954) di
Igor' Stravinskij;
Pierino e il lupo (1950) e
Romeo e Giulietta (1959) di Sergej Prokof'ev;
Una vita per lo zar (1959) di Michail Glinka.
Benua si cimenta anche in campo teatrale e cinematografico. Nel 1933 al Teatro Argentina di Roma (15.3.1933) realizza insieme a
Georgij Lukomskij le scene del
Giardino dei ciliegi di A. P. Čechov per la regia di
Vladimir Nemirovič-Dančenko. Nel 1942 cura insieme a Gastone Medin la scenografia del film
Un colpo di pistola, tratto dal racconto di A. S. Puškin, per la regia di Renato Castellani. All'inizio degli anni Cinquanta Benua si lega sentimentalmente a una giovanissima e promettente cantante lirica, la soprano Disma De Cecco, allieva della Scala, con cui condivide gli ultimi anni di vita. Di origine friulana, Disma De Cecco fa conoscere il Friuli al marito, che s'innamora della natura incontaminata e dei cieli blu solcati da nuvole sempre in movimento, così simili a quelli della sua patria, e li immortala in uno dei suoi ultimi dipinti. Benua considera la sua casa di Codroipo in provincia di Udine il luogo dove ritornare a ritemprarsi e trovare l'ispirazione per nuove creazioni (Intervista a Disma De Cecco 12.11.2005).
Ottiene la cittadinanza italiana nel 1937.
Dal 1927 al 1936 produce ventisei allestimenti per il Teatro Reale dell'Opera di Roma, fra i quali
Lucia di Lammermoor di Donizetti,
Boris Godunov di Mussorgskij,
La Valchiria (1929),
Sigfrido (1930) e il
Crepuscolo degli Dei (1931) di Wagner,
Guglielmo Tell di Rossini,
Iris di Mascagni,
Lo straniero di Ildebrando Pizzetti,
Il Re di Umberto Giordano,
Campana sommersa di Respighi. Disegna le scene e i costumi per la prima rappresentazione della
Fiamma di Respighi (1934), e cura il trittico
Maria Egiziaca prima per l'Augusteo (1932) e poi per il Teatro dell'Opera di Roma (1934).
Scena per il IV atto di
Una vita per lo zar, Teatro alla Scala, 1959
www.lombardiabeniculturali.it
Nel 1957 è direttore dell'Allestimento scenico dello
Schiaccianoci di Čajkovskij. Sono da ricordare anche le scene dipinte per
Anna Bolena (1957) di Donizetti, cantata da Maria Callas e firmata dalla regia di Luchino Visconti.
Nonostante l'impegno assunto alla Scala nel 1937, Benua continua a collaborare con altri teatri; viene invitato all'Arena di Verona, alle Terme di Caracalla (
Aida, 1938) e al Maggio Musicale Fiorentino (
Boris Godunov 1940). Per le celebrazioni verdiane del 1951 realizza
La Traviata (Venezia,
Teatro La Fenice) e
Aida (Palermo, Teatro Massimo). Nel 1957 allestisce
Pskovitana di Rimskij-Korsakov per il Teatro Massimo di Palermo. Collabora inoltre con l'Arena Flegrea di Napoli per la scenografia della
Carmen di Bizet (1953), coreografia di Bianca Gallizia, e con il Teatro Donizetti di Bergamo per i costumi dell'
Andrea Chenier (1957) di Umberto Giordano.
Nel 1944 allestisce una mostra personale alla Galleria Borromini di Como, oltre a prendere parte alla "Mostra di pittura teatrale contemporanea" organizzata, per sua iniziativa, dal Teatro alla Scala a Palazzo Clerici, a Milano.
Nel 1964, dopo quarant'anni, Benua ritorna in Russia, a Mosca, in
tournée con la Scala, che presenta
Il trovatore di Verdi e
Turandot di Puccini con le scene appositamente da lui create per l'occasione. I suoi lavori vengono esposti al Teatro Bol'šoj nella mostra
La pittura teatrale del Museo del Teatro alla Scala. Nel 1965 collabora con il regista Boris Pokrovskij per la messa in scena del
Sogno di una notte di mezza estate di Benjamin Britten al Teatro Bol'šoj e nel 1979 viene nuovamente invitato per la messa in scena del
Ballo in maschera di Verdi.
Scena di
Turandot di Giacomo Puccini, Mosca 1964
Sotto il controllo della polizia politica
Come cittadino di origine russa, Nikolaj Benua è stato sottoposto a regolari controlli della polizia politica nell'arco della vita, sia prima di risiedere stabilmente in Italia che dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana. Nel 1934 numerose comunicazioni si soffermano a controllare la sua vita a Parigi e i suoi contatti:
"Mi si assicura che (...) durante il suo soggiorno in Francia abbia avuto contatti frequenti con l'elemento antifascista di Parigi, e che nel periodo di sua permanenza nel Belgio fosse assiduo frequentatore del ristorante italiano "Chez Nirino", sito in Rue du Cirque 11 in Bruxelles e nella stessa città dell'altro ristorante "Au Lion du Brabant" entrambi frequentati da elementi antitaliani ed antifascisti" (da Divisione polizia politica a Divisione affari generali e riservati, 12 maggio 1934); "da accertamenti eseguiti e riservate informazioni assunte è risultato che il nominato in oggetto abita effettivamente al n. 146 del Quai d'Auteuil in questa Capitale. Attualmente il Benois trovasi fuori Parigi per un breve periodo di vacanza e dovrebbe fare ritorno in questi giorni. Si comunica che il predetto non esplicherebbe attività politica contraria al Regime" (da Direzione generale di Pubblica sicurezza a Divisione polizia politica, 5 settembre 1934).
Negli anni Trenta, quando ha ormai la cittadinanza italiana, la polizia continua a sorvegliarlo e raccogliere "informazioni confidenziali". In una nota del 10 settembre 1938 "si partecipa a cod. on. Divisione che, secondo una informazione confidenziale, il noto suddito sovietico Benois Nicola, che tuttora sarebbe scenografo alla Scala di Milano, avrebbe iniziato pratiche presso il consolato dell'URSS di Roma per essere rimpatriato in Russia"; in una successiva comunicazione della Questura di Roma al Prefetto di Milano del 22 ottobre 1938, avente per oggetto "Benois Nicola di Alessandro ex sovietico" si ribadisce: "dalle indagini svolte non è stato possibile accertare, anche in linea strettamente confidenziale, se il predetto, naturalizzato cittadino italiano, abbia iniziato pratiche presso questo Consolato dell'U.R.S.S. per ottenere il rimpatrio. Durante il soggiorno a Roma non risulta che abbia dato motivo a rilievi col suo comportamento"; e infine in una nota da Roma del 22 agosto 1943 si comunica:
"La moglie di Nicola Benois, notissimo pittore della Scala a Milano, parlando con un suo compatriota russo, un disperato che non sa più come vivere in Italia e che si lamentava di non potere neppure ritornare in Russia, ha fatto a questi delle promesse in questo senso. Ha detto, cioè, di potergli fare avere il passaporto sovietico in qualunque momento, perché lei, di nascosto al marito, è diventata sovietica ed ha un passaporto insieme al bambino. Ho sentito esprimersi così la signora Maria Benois: "Mi sono iscritta ed ho il passaporto per partire in qualunque momento, lo tengo nascosto. Mio marito, che ha preso la cittadinanza italiana, non sa nulla, e a quel tempo ci hanno preso i nostri passaporti, ma io me lo sono fatto fare nuovo e (sempre rivolgendosi al russo) "posso farlo avere anche a voi, quando vorrete. Così potrete partire tranquillo e nel modo CHE ANCORA NON POSSO DIRVI" (Archivio Centrale dello Stato, Polizia Politica, fasc. pers. 70, pacco 108, fasc 7496)
Attività espositivaOpere di Nicola Benois e Gregorio Sciltian: esposte alla Galleria Dedalo. 8-23 maggio 1937 [Catalogo, Milano, Unione Tipografica].
Nicola Benois, G. K. Lukomski, Galleria Scopinich, Gennaio 1933, Milano [Catalogo, Milano, Rizzoli Anonima per l'Arte della Stampa, 1932].
Mostra dei Benois, Villa comunale dell'Olmo, Como, maggio-luglio 1955 [Catalogo. Como, Tipografia editr. Nani, 1955, con interventi di Orio Vergani
, Vincenzo Costantini, Jacques Demêtre e Carlo Piatti].
Verdi visto dai Benois, Villa Pallavicino, 18 giugno-20 agosto 1967, Città di Busseto [Catalogo, a cura di Mario Monteverdi, Città di Busseto 1967].
Nicola Benois: scenografo e pittore, presentazione di Giampiero Tintori, Valenza, Centro Comunale di Cultura, 29 novembre - 28 dicembre 1980.
I giovani ottant'anni di Nicola Benois, Museo Teatrale alla Scala, Milano 5 dicembre 1981-5 gennaio 1982 [Catalogo a cura di Simonetta Angrisani, Milano, Museo Teatrale alla Scala, 1981].
Nicola Benois Scenskisser 1-25 novembre 1983, Stockolm, Italienska Kulturinsitutet, 1983.
Nicola Benois Bozzetti, Hotel Splendide, Lugano 23-29 novembre 1984.
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