Di famiglia contadina, studia all’Istituto moscovita di pittura, scultura e architettura (1892–1898), poi all’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo (1899–1902); nel 1906 il consiglio direttivo dell’Accademia lo invia a specializzasi in Europa: Berlino, Parigi (qui s’interessa molto alla scultura di Rodin), Zurigo e l’Italia (Milano, Firenze, Roma). La ricchezza artistica delle città italiane lo affascina, il viaggio diventa un’esperienza straordinaria per ampliare i propri orizzonti creativi: si ferma a Roma per un anno, affitta uno studio, lavora intensamente, suggestionato dalle figure scultoree di Michelangelo, cercando un proprio linguaggio plastico che renda il senso emozionale di ciò che ritrae. A Roma conosce lo scultore dell’Accademia di Belle Arti Vladimir Beklemišev che lo invita a proseguire gli studi all'Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo, dove insegna anche lui. Esprime apprezzamento per i suoi primi lavori anche Aleksandr Benua in una di quelle Lettere sull’arte (Chudožestvennye pis’ma) che pubblicava negli anni Dieci sul quotidiano “Rec’”.
Due opere di Konёnkov sono esposte a Roma nel 1911 nel padiglione russo dell’Esposizione internazionale, organizzata per il Cinquantenario dell’unità d’Italia: la statuetta di marmo Nike (1906) e la scultura lignea Un vecchio (1910).
Negli anni prerivoluzionari l’artista lavora intensamente, nel marzo 1916 una mostra delle sue sculture ottiene un giudizio molto positivo nella recensione dello storico dell’arte Jakov Tugendchol’d (1882-1928); nell’estate dello stesso anno è eletto presidente del Sindacato moscovita degli scultori.
Dopo la rivoluzione d’ottobre Konёnkov partecipa alla realizzazione del progetto di propaganda monumentale che coinvolge gli artisti vicini al potere sovietico, nel 1918 crea il bassorilievo “Ai caduti nella lotta per la pace e la fratellanza dei popoli” per la Torre del Senato del Cremlino (oggi al Russkij muzej di San Pietroburgo) e un monumento a Sten’ka Razin.
Nel 1923 lo scultore si reca in America insieme alla moglie Margarita Ivanovna Voroncova (1895–1980), per partecipare a New-York alla Esposizione dell’arte russa e sovietica. Un viaggio di pochi giorni si tramuta in un soggiorno di 22 anni, tornerà in URSS solo nel 1945. Negli anni americani realizza i ritratti di molte personalità del mondo della cultura russa, sculture su temi biblici e una galleria di ritratti di giuristi e studiosi famosi per il centro di ricerca teorica di Princeton, l’Institute for Advanced Study, sede accademica di Albert Einstein, John von Neumann e Erwin Panofsky dopo la loro emigrazione negli Stati Uniti. Contemporaneamente la moglie Margarita, che lavora per i servizi segreti sovietici, fa amicizia con Albert Einstein (lo scienziato se ne innamora) e Robert Oppenheimer, impegnato nel Progetto Manhattan, per ottenere notizie sul programma nucleare americano (sull'attività spionistica di Margarita Voroncova sono stati scritti innumerevoli articoli).
Dall’America Konёnkov viene in Italia nel 1928-1929: vive per qualche tempo a Sorrento da Maksim Gor’kij, di cui scolpisce il busto (quando il busto è pronto dopo otto sedute, Gor’kij appone la sua firma sulla creta umida). Da Sorrento si trasferisce a Roma in uno studio vicino al Vaticano: lavora proficuamente alle statue degli apostoli (crea teste di Pietro, Giovanni, Giuda e Giacomo in terracotta) e ad una figura di Profeta. Conosce Vjačeslav Ivanov, Ol’ga Šor e Pavel Mansurov. Nel dicembre 1928 il marito di Lidija Šaljapina Ermete Liberati, attivo organizzatore della vita artistica romana, organizza nel foyer del Teatro Quirino una sua personale che ha un buon successo. Ne scrive il pittore Michail Nesterov all’amico S.N. Durylin il l febbraio 1929: “Konёnkov è arrivato dall’America a Roma, si è organizzato uno studio stupendo e ha creato due teste di Pietro e di Paolo che tutta Roma corre a vedere, entusiasmandosi del Fidia russo. Il suo nome – come in passato il nome di Aleksandr Ivanov – è sulle bocche di tutti, tutti lo lodano e esaltano…” (http://art-nesterov.ru/letters160.php).
Nel 1945 lo scultore torna a Mosca. Mantiene la promessa fatta a Gor’kij di scolpire le donne della sua famiglia e nel 1951 completa il ciclo Tre età, nel quale sono rappresentate Marfin’ka, la nipote dello scrittore, Ninočka, sua figlia e Nadežda Peškova, sua madre.
Fonti archivistiche
Archivio di Vjačeslav Ivanov, Roma (lettera del 1928, con cui Konënkov invita il poeta alla mostra delle sue sculture; catalogo della mostra al Teatro Quirino, 15-25 dicembre 1928)
Bibliografia
Esposizione Internazionale di Roma: Catalogo della Mostra di Belle Arti. Bergamo: Istituto italiano di arti grafiche, 1911.
Бычков Ю.А. Коненков. М.: Мол. гвардия, 1982.
Muratova X. Konenkov Sergej Timofeevič // Enciclopedia Italiana. 1979. IV appendice.
The Uncommon Vision of Sergei Konenkov, 1874–1971: A Russian Sculptor and His Time. Ed. by M. Turbow Lampard, J.E. Bowlt, W.R. Salmond. New Brunswick, N.J.: Rutgers University Press, Jane Voorhees Zimmerli Art Museum, 2001.
Bove G. Margarita Konenkova. La spia che sedusse Albert Einstein. Venezia, Mazzanti Libri ME Publisher, 2020.
Link interessanti
http://www.itogi.ru/archive/2001/29/105433.html
https://www.e-reading.by/chapter.php/1021131/14/yuriy-bychkov-konenkov.html
https://it.rbth.com/storia/79867-russa-che-fece-innamorare-einstein
Antonella d'Amelia
4 giugno 2020