Nasce a Mosca dal principe Aleksandr Alekseevič Ščerbatov (1829-1902) e da Marija Pavlovna Muchanova (1836-1892), primo figlio maschio dopo quattro femmine. Nonostante la sua spiccata inclinazione per l'arte, manifestatasi fin dall'infanzia, per non disattendere le aspettative sul suo futuro ruolo nella società russa il giovane Ščerbatov decide di intraprendere studi storico-filologici presso l'Università di Mosca. Al termine del corso di studi, l'amore per l'arte ha il sopravvento e il principe asseconda la sua vocazione più autentica, prima frequentando i corsi di pittura di Leonid Pasternak a Mosca, poi, una volta trasferitosi a Monaco di Baviera, prendendo lezioni dal pittore e storico dell'arte Igor' Grabar' e dal maestro di pittura sloveno Anton Ažbe. Nella Monaco degli anni '90, "Atene tedesca", crocevia dei movimenti artistici e culturali del tempo, il principe entra in stretto contatto con gli esponenti più interessanti della colonia russa, dipinge ed espone alcuni dei suoi quadri. Nel 1900 visita, insieme a Grabar' e
Dobužinskij, l'Esposizione Universale di Parigi. Nel 1902 si stabilisce per qualche tempo a Pietroburgo.
In questi anni prende sempre più corpo la passione di Ščerbatov per il collezionismo, percepita come genuino soddisfacimento delle proprie inclinazioni artistiche: grazie al suo gusto, alla sua erudizione e alle consistenti disponibilità economiche, il nucleo originario della sua collezione, proveniente dalla famiglia, si arricchisce di un gran numero di icone, quadri, sculture e oggetti d'arte della provenienza più varia.
Ščerbatov sperimenta nel corso di tutta la propria vita una contraddizione insanabile: nonostante i suoi sforzi e la serietà del suo apprendistato, è guardato con sufficienza nell'ambiente degli artisti, mentre le sue velleità artistiche sono mal tollerate nel mondo aristocratico. È nella sua attività come mecenate, dispiegata in questi anni con generosità e intuito, che trova quasi naturalmente espressione il superamento di questa contraddizione. E come protettore delle arti russe, a Ščerbatov spetta senz'altro un posto di rilievo nella vita culturale russa dei primi del Novecento. Tra le tante iniziative con tracce durature nella storia delle arti figurative, l'organizzazione, ad esempio, dell'esposizione pietroburghese del 1903 tesa a valorizzare l'opera degli esponenti di "Mir iskusstva".
Tra il 1911 e il 1913 si colloca la realizzazione, su progetto dell'architetto Aleksandr Tamanov, di una sontuosa dimora in stile neoclassico (cfr. foto in basso) sul Novinskij Boulevard, destinata a ospitare la ricca collezione privata del principe ma anche a diventare una sorta di centro artistico moscovita, e, in futuro, ad accogliere altre collezioni private rese accessibili al pubblico.
Lo scoppio della rivoluzione e gli avvenimenti successivi costringono Ščerbatov a scelte cruciali. La ricerca di una forma di convivenza con il nuovo regime non è destinata ad avere successo: nonostante la sua collaborazione, come consulente artistico, con le nuove istituzioni sovietiche, per l'aristocratico ben presto si rende impellente la decisione di riparare all'estero. Dopo un periodo trascorso in Crimea, nel 1919 Ščerbatov lascia la Russia assieme alla moglie Polina Ivanovna Rozanova (1880-1966), una donna di estrazione contadina, sposata nel 1904, e alla figlia adottiva Valentina (1898-1985). La famiglia si stabilisce a Cannes, a "Villa Talbot", una dimora con un vasto giardino acquistata dagli Ščerbatov prima dello scoppio del conflitto mondiale, ma la residenza viene ben presto venduta.
Anche nel corso del successivo soggiorno parigino gli Ščerbatov sono costretti, come la maggior parte degli emigrati russi, a un drastico ridimensionamento del proprio tenore di vita. Proprio a Parigi, negli anni '30, oltre a collaborare con vari periodici con articoli di critica d'arte, Ščerbatov avvia la stesura della sua opera più importante, il libro di memorie dal titolo
Chudožnik v ušedšej Rossii, a cui continuerà ad attendere nel decennio successivo, una volta stabilitosi a Roma dopo una permanenza a Firenze. Concepito ormai lontano dalla Russia, e punteggiato di nostalgiche digressioni, quel lavoro costituisce una preziosa ricostruzione degli eventi, delle figure e dell'atmosfera stessa che caratterizzarono la vita artistica russa nelle due capitali agli inizi del XX secolo, oltre a rappresentare una intensa testimonianza personale della sincera e totale devozione all'arte da parte del principe. Tra le pagine dell'opera si incontrano ricordi personali relativi a tutti i protagonisti delle arti figurative del tempo, da Vrubel' a Vasnecov, da Golovin a
Benois a
Bakst e molti altri, non solo russi.
Il volume viene pubblicato nel 1955 a New York, e riscuote varie recensioni favorevoli, che attenuano almeno in parte l'amarezza del principe di fronte ai drastici tagli operati dall'editore e alla decisione stessa di presentare al lettore solo la prima parte, quella "russa" delle sue memorie, respingendo la seconda, prevalentemente ispirata all'esperienza italiana, che pure stava molto a cuore all'autore. Questa seconda parte, che risulterebbe di indubbio interesse in particolare per il lettore italiano, non è stata fino ad ora rinvenuta, anche se alla sua esistenza fanno riferimento alcune lettere dell'autore.
Oltre a dar seguito alla sua vena artistica e a continuare, per quanto sporadicamente, la sua attività come critico d'arte, Ščerbatov in questi anni si dedica alla stesura di racconti e componimenti in versi, tutte opere rimaste in forma manoscritta. A Roma tuttavia la situazione economica in cui la famiglia versa non è delle più agiate, e il principe non disdegna, per sbarcare il lunario, di comparire come figurante nei film storici dell'epoca, in virtù della sua figura imponente e del portamento aristocratico. Polina Ivanovna, invece, negli anni '40 mette a frutto le proprie riconosciute qualità di veggente (abbiamo notizia di un suo profetico colloquio con Maria José, moglie di Umberto II, che ebbe luogo nel 1941), e seguendo antiche ricette contadine crea essenze profumate che vengono messe in vendita.
Le notizie relative alla vita romana degli Ščerbatov sono scarse. Stando alle testimonianze del nipote Georgij Vasil'čikov, cui spettò, durante un lungo soggiorno nella capitale, il compito di dattiloscrivere, sotto dettatura,
Chudožnik v ušedšej Rossii, sappiamo che i rapporti degli Ščerbatov con la colonia russa non sono dei più stretti: da molti dei suoi connazionali il principe si tiene in disparte, anche per via di un carattere da sempre irascibile ed eccentrico. Fa sicuramente eccezione la frequentazione di
Vjačeslav Ivanov, con il quale il principe intrattiene una corrispondenza di cui ci restano alcune lettere, tutte di Ščerbatov, che vanno dal 1939 al 1949.
A Roma, in via Antonio Musa 5A, Ščerbatov risiede fino alla fine dei suoi giorni. E a Roma è sepolto, nel
cimitero acattolico, insieme alla moglie e alla figlia.
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Fonti archivistiche
Archivio privato Sergej Ščerbatov
, conservato a Roma presso la discendente Assia Wolodimeroff.
Archivio Vjačeslav Ivanov. Centro studi Vjačeslav Ivanov (Roma).
Paola Ferretti