Nel 1919 viene in Italia a Milano per studiare canto dal maestro Renato Brogi. Dall'aprile 1922 vive a Genova in via Garibaldi 77, come dichiara la moglie nel verbale dell'interrogatorio:
"Nell'aprile u.s. lavorai al Teatro Splendor [Genova] in via Sestri Ponente e presi alloggio colà in via Garibaldi 77 dove abbiamo serbato il domicilio, perché in detta casa possiamo studiare canto, perché ivi abbiamo un pianoforte" (verbale d'interrogatorio della Regia Questura di Genova del 18 agosto 1922 a Chetehghovisli Maria).
I due artisti sono arrestati – forse per misura precauzionale – il 18 agosto 1922 e rilasciati il 1° settembre 1922. Le loro vicende esistenziali si ricavano dal verbale d'Interrogatorio:
"Mi trovo in Italia dal dicembre 1920 avendo il visto del Console Italiano di Alessandria per transito ed indi recarmi nel Brasile. Giunto a Napoli vi rimasi fino al marzo successivo avendo trovato occupazione. In seguito ho avuto altre scritture presso vari teatri e quindi ho rinunziato alla partenza per l'America. Sono stato anche fornito di tessera personale d'artista dalla Questura di Milano rilasciatami il 17 2 1922. Non la richiesi prima perché ignoravo che dette tessere venissero rilasciate per ottenere riduzioni ferroviarie" (...) Ho lavorato in molte città d'Italia: Napoli, Bari, Palermo, Torino, Firenze ecc. Nel 1919 fui in Italia per studiare canto e mi recai a Milano dove rimasi quattro mesi alla scuola del maestro Brogi" (verbale d'interrogatorio della Regia Questura di Genova del 18 agosto 1922 a Gregorio Litvinenko).
Dal verbale dell'interrogatorio della moglie si chiarisce che la mancanza di fondi per proseguire il loro viaggio per il Brasile è dovuta a un furto di denaro:
"Con mio marito sono in Italia dal dicembre 1920, perché non abbiamo potuto proseguire il viaggio per il Brasile per mancanza di mezzi avendoci rubato 120 sterline dalla valigia che portavamo con noi dall'Egitto, dove avevamo lavorato circa due mesi" (verbale d'interrogatorio della Regia questura di Genova del 18 agosto 1922 a Chetehghovisli Maria).
Sulle motivazioni che li hanno spinti a lasciare la Russia, Litvinenko dichiara:
"Mia moglie è la nipote del Ministro di giustizia assassinato dai bolscevichi e quindi noi siamo fuggiti perché ricercati. Non ho notizie dei parenti miei e di mia moglie fra i quali vi erano alcuni ufficiali dell'esercito dello Zar" (verbale d'interrogatorio della Regia questura di Genova del 18 agosto 1922 a Gregorio Litvinenko).