Russi in Italia

Nina Petrovna Golicyna


Luogo e data di nascita: Astrachan', 10 gennaio 1888
Luogo e data di morte: Roma, 29 ottobre 1957


Nata ad Astrachan da Petr Koval’dži e Sofija Ivanovna Lazareva (Daghestan, 15.9.1858 – Roma, 15.1.1930), sposa il principe Boris L’vovič Golicyn (1878–1958). Durante la Prima guerra mondiale cerca invano di raggiungere il marito colonnello del 17 reggimento dei dragoni, acquartierato a Tiflis, lavora come crocerossina nel sud della Russia, a Tiflis il 22 luglio 1918 le nasce la figlia Irene. Poiché la situazione bellica della città si complica di giorno in giorno, è aiutata dal console italiano e amico di famiglia Francesco Fransoni (1886–1974) a lasciare la Russia e trasferirsi in Italia. Arrivata a Costantinopoli, scopre che l’Italia non concede più visti agli esuli russi; anche in questo caso le viene in soccorso un diplomatico italiano, l’attaché della missione militare Alessandro Bodrero (1865–1953) che nel 1924 diverrà generale e ministro plenipotenziario in Serbia. Insieme alla figlia Nina Petrovna giunge a Roma, dal censimento dei residenti russi in Italia del 1920 sappiamo che arriva nel maggio 1919 e risiede per qualche tempo al Grand Hotel di Frascati, poi è ospitata da parenti a Villa Kvitka.

Intanto il marito, che si era unito all’Armata bianca del generale P.N. Vrangel’ ed era finito in un campo di concentramento polacco, casualmente viene a sapere da Curzio Malaparte, allora ufficiale a Varsavia, che la moglie è a Roma e riesce a raggiungerla.

Per mantenersi in Italia, Nina Petrovna dà lezioni di piano e di lingue straniere a giovani aristocratiche, canta in serate musicali a casa di amici (tra le ospiti c’è anche la regina Elena). Intanto si deteriorano suoi rapporti con il marito che non conosce l’italiano, non sopporta la vita degli aristocratici russi a Roma, si sente isolato. Nel 1924 Golicyn chiede il divorzio e si trasferisce in Francia, Nina Petrovna e la figlia rimangono a Roma.

Negli anni successivi la principessa s'inserisce nella colonia russa di Roma che si riunisce presso la Biblioteca Gogol', frequenta la chiesa ortodossa di Via Palestro, ma s’impegna soprattutto a dare alla figlia un’educazione adeguata: frequentano la loro casa Zinaida Jusupova con il figlio Feliks (1887–1967), Tat’jana Suchotina-Tolstaja, Anna Pavlova, Pavel Mansurov e altri. I suoi sforzi sono coronati da successo negli anni Quaranta, quando la figlia Irene comincia ad affermarsi nella sua carriera di stilista e “principessa dell’alta moda italiana” con il nome italianizzato di Irene Galitzine.


Fonti archivistiche

Fondazione Giorgio Cini, Venezia. Archivio di Angelo e Olga Signorelli.
ACS. PS. 1921 A11. B. 12. F. 4 Sudditi russi.

SIUSA. Fondo Galitzine, Casa di moda (1916–2000)

http://www.moda.san.beniculturali.it/wordpress/?protagonisti=galitzine-irene

 

Bibliografia

Galitzine I. Dalla Russia alla Russia. Una principessa in esilio che è diventata una delle grandi creatrici di moda / a cura di C. Tani. Milano: Longanesi, 1996.

Нечаев С.Ю. Русская Италия. М.: Вече, 2008.


Antonella d'Amelia

19 novembre 2020



Irene Galitzine (1970)



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