Russi in Italia

Aleksandr Kirillovič Borovskij


Luogo e data di nascita: Mitava (Lettonia), 6(18) marzo 1889
Luogo e data di morte: Waban (Massachusetts), 27 aprile 1968
Professione: pianista, insegnante di musica

Si forma nella cittadina di Enisejsk (Siberia) dove il padre lavora. Studia inizialmente musica con la madre – allieva di Vasilij Safonov – che presto si rende conto delle grandi potenzialità del figlio e lo iscrive al Conservatorio di San Pietroburgo, dove segue le lezioni della celebre pianista Anna Nikolaevna Esipova (1851-1914). Nel 1912 conclude gli studi, ottenendo la medaglia d'oro e il premio "Rubinštejn" (un pianoforte Šreder). Parallelamente agli studi musicali consegue la laurea in legge. Inizia la carriera concertistica piuttosto tardi ma con un grande successo. Suona a Tiflis, Baku, Saratov, Char'kov. Ad un concerto di Mosca è notato da K. Igumonov che lo invita a tenere dei corsi al Conservatorio della città. La collaborazione tra il pianista e il prestigioso istituto si protrae dal 1915 al 1920. Nel 1920 è invitato a suonare a Tiflis: le repliche dei suoi concerti si succedono per tutta l'estate.
Dal 1921 si esibisce all'estero in una tournée che lo porta in Polonia, in Jugoslavia e a Parigi dove partecipa al Festival musicale e prende parte ai concerti diretti da S. A. Kusevickij, con cui collaborerà negli anni successivi. La capitale francese lo accoglie calorosamente e la sua fama in Francia e in Europa non tarda a consolidarsi. Nel 1923 si esibisce per la prima volta negli Usa, dove tornerà anche nelle 3 stagioni successive, alternando date americane a impegni sulle scene europee, tra Germania, Paesi Scandinavi, Francia e Regno Unito.

Giunge in Italia nel 1927 e il 21 febbraio si esibisce all'Accademia Filarmonica di Roma con un programma "potente e vario" (Il pianista Borovski alla Filarmonica, "L'Impero", 23 febbraio 1927, p. 3): Fantasia e Fuga per organo in sol minore (Bach), Sarabanda e Gavotta dalla Suite inglese in sol minore e due Corali per organo (Liszt), Tre sonate (Scarlatti), Sonata in mi maggiore, Op. 109 (Beethoven), la Marcia dell'opera L'Amore delle tre melarance e Gavotta in fa diesis minore (Prokof'ev), Preludio in si minore (Ljadov), Il volo del calabrone da Zar Saltan (Rimskij-Korsakov), Il Carnevale del balletto Petruška (Stravinskij), Sogno d'amore e XV Rapsodia (Liszt). Applauditissimo, Borovskij è molto apprezzato per la sua tecnica "cristallina" che sin dal principio dell'esecuzione "riempì di stupore gli ascoltatori", culminando con l'indiavolato Carnevale tratto dal Petruška stravinskijano e con una serie di musiche "reclamate" a fine concerto dal pubblico stesso. Lodata è soprattutto la sua esecuzione di Bach:

Nella Fantasia e fuga in sol minore di Bach, che apriva il programma il Borovski c'è apparso veramente grande, tutte le varie parti della fuga ebbero un risalto chiaro e sonoro, cosa che difficilmente ci è dato riscontrare nelle esecuzioni pianistiche di questa composizione per organo ("L'Impero", 23 febbraio 1927).

Nello stesso anno torna nel suo Paese (ormai Urss) per una serie di concerti. Tra le mete delle sue esibizioni anche il Sudamerica. Nel gennaio 1932 è di nuovo in Italia impegnato in una serie di concerti al Teatro del Popolo di Milano. La sua fama in Italia, già decantata per la data romana del 1927, come testimoniato da alcune recensioni apparse sui giornali dell'epoca – è definito "uno dei più forti concertisti dei nostri giorni", un "pianista, che senza dubbio è uno dei più forti che ci è stato dato di ascoltare" (Il pianista Borovskii..., cit.) – è ribadita anche per questo nuovo appuntamento con il pubblico italiano:

Il pianista Alessandro Borowsky, che è già stato ospite della Sezione Musicale del Teatro del Popolo, gode tra noi di una così larga fama, che non può meravigliare che l'annunzio di un suo concerto abbia fatto riempire ieri sera la sala del Conservatorio in modo inconsueto. Nell'esecuzione è stata ancora ammirato quell'insieme di qualità che attestano la serietà e l'equilibrio della sua arte. Il magnifico senso ritmico, la padronanza delle sonorità pianistiche in tutte le gradazioni necessarie allo stile, lo stupendo modo di legare, soprattutto nel genere polifonico, una sicurezza d'ingresso nei più diversi piani dell'espressione, che ha dello sbalorditivo: tutte queste doti, impiantate su una tecnica impeccabile, fanno sì che al Borowsky riesca di trasportare senza scosse e senza urti i suoi ascoltatori dalla sfera mistica dei Corali di Bach, al grottesco di un Sarcasmo di Prokof'ev, dalla lucida architettura delle Variazioni e fuga di Brahms su tema di Haendel, al precoce impressionismo dei Quadri d'una Esposizione di Mussorgskij ("L'Ambrosiano", 16 gennaio 1932).

È nuovamente a Roma nel febbraio 1938, in occasione di un concerto nella Sala di Santa Cecilia di Roma.

Nel 1941 (secondo altre fonti nel 1940) emigra negli Stati Uniti stabilendosi nella città di Boston dove è accolto favorevolmente dal pubblico. Qui ritrova Serge Koussevitzky (Sergej Aleksandrovič Kusevickij, 1874-1951), direttore della Boston Symphony Orchestra – conosciuto a Parigi durante il Festival musicale parigino del 1921 – con il quale inizia una lunga e fruttuosa collaborazione. Dal 1956, insegna all'Università di Boston.

Bibliografia
Academy and College Notes. Trinity College of Music, «The Musical Times», vol. 79, n. 1143, May 1938, p. 379.
Concerto del pianista Alexander Borowski: Sala di Santa Cecilia, venerdì 11 febbraio 1938, Roma, Ed. Manuzio, 1938.
W. Delasaire, Player-Piano Notes, «The Musical Times», vol. 66, n. 989, July 1925, pp. 620-621.
Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. Le biografie, a cura di A. Basso, Torino, UTET, 1985, v. I, p. 625.
D. Hussey, The Musician's Gramophone, «The Musical Times», vol. 96, n. 1350, August 1955, pp. 423-424.
I concerti. Borowsky al Teatro del Popolo, «L'Ambrosiano», 16 gennaio 1932.
Il pianista Borovsky alla Filarmonica, «Il Messaggero», 20 febbraio 1927, pag. 2.
Il pianista Borovski alla Filarmonica, «L'Impero», 23 febbraio 1927, p. 3.
London Concerts, «The Musical Times», vol. 64, n. 962, April 1923, pp. 274-277.
Muzykal'naja enciklopedija, Moskva 1973-1982, p. 75.
Russkoe zarubež'e. Zolotaja kniga emigracii, Moskva 1997, p. 164.
Obituary. Alexander Borovsky, «The Musical Times», vol. 109, n. 1054, June 1968, p. 568.
The New Grove Dictionary of Music and Musicians, Ed. by S. Sadie, London 2001, v. 4, p. 1.
The Biographical Dictionary of the Former Soviet Union, By J. Vronskaya, V. Chugueg, London-Melbourne-Munich-New Jersey 1992, p. 68.

Siti interessanti
http://www.vgd.ru/
http://www.bach-cantatas.com/Bio/Borowsky-Alexander.htm
http://www.mochola.org/
http://www.interpretive.ru/

Nota
Nelle fonti italiane si incontra come Alessandro Borowsky-Borovski-Borovshy.

Fonti archivistiche
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, 1927, cat. A 16, b. 54, f. Borowschy Alessandro di Siro.

Nell'immagine A. Borovskij in una foto del 1947
www.bach-cantatas.com/Bio/Borowsky-Alexander.htm

Laura Piccolo, Raffaella Vassena
Scheda aggiornata al 26 settembre 2010

 



A. Borovskij in una foto giovanile



A. K. Borovskij suona Liszt



Le rapsodie ungheresi di Liszt, suonate da 19 grandi pianisti, tra cui A. K. Borovskij

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