Russi in Italia

Fondo Gian Dauli

a cura di Maria Pia Pagani

L'intellettuale vicentino Gian Dauli (pseudonimo di Giuseppe Ugo Nalato, 1884-1945) oltre ad essere scrittore e traduttore, ha lavorato attivamente nel mondo dell'editoria – in particolare per le case milanesi Modernissima e Corbaccio. Ha visitato la Russia, e nel 1934 ha pubblicato a Milano per le Edizioni Aurora un romanzo su Rasputin e uno su Caterina II.  Il suo fondo, conservato presso la Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza, è costituito da 38 buste e comprende: romanzi, novelle, opere teatrali, versi, saggi, testi di conferenze, appunti, diari, traduzioni e un vasto carteggio. Va segnalato il dattiloscritto della sua prefazione a La Morte di Vazir Muhtar di Jurij Tynjanov (Giorgio Tinianov). Avvalendosi anche dell'aiuto di Ettore Lo Gatto, ha avuto contatti con emigrati russi quali Michail Osorgin, Ivan Šmelev, Georgij Lukomskij, Natal'ja Kahl Bavastro, Raisa Ol'kenickaja Naldi.

Bibliografia
Gian Dauli, Rasputin, Milano, Edizioni Aurora, 1934.
Gian Dauli, La grande Caterina. Caterina II di Russia, Milano, Edizioni Aurora, 1934.
Gian Dauli editore, traduttore, critico, romanziere. Con un saggio introduttivo di Michel David, antologia e iconografia a cura di Michel David e Vanni Scheiwiller, Vicenza-Milano, Banca Popolare Vicentina - Scheiwiller, 1989.
Adele Scarpari, Le carte Gian Dauli nella Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza, "La fabbrica del libro. Bollettino di storia dell'editoria in Italia", VIII (2002), n. 2, pp. 51-54.
Marina Sorina, Gian Dauli, editore e il mondo russo, "Quaderni di lingue e letterature", n. 32, 2007, pp. 87-99.
300 anni di Bertoliana. Dal passato un progetto per il futuro, Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, 2008.

Si presenta la trascrizione di alcune importanti lettere del carteggio di Gian Dauli.

ETTORE LO GATTO
1. Lettera autografa da Padova del 1° dicembre 1933 su carta intestata "R. Università di Padova - Facoltà di Lettere Istituto di Filologia Slava"
Illustre Signore,
l'amico Ossorghin mi scrive da Parigi che Ella avrebbe interesse per il suo romanzo "Un vicolo di Mosca" da me tradotto. Io avevo già pensato di scriverLe perché mi pare che il romanzo dell'Ossorgin potrebbe assai degnamente entrare nella raccolta "Scrittori di tutto il mondo" dove sono entrati romanzi russi di assai minor valore. Purtroppo il manoscritto della mia traduzione è a Roma ed io non rientrerò nella capitale che a metà dicembre. Le sarei in ogni modo grato se volesse informarmi della possibilità, sia pure generica per il momento, di pubblicare un nuovo romanzo di circa 400 pagine nella ricordata collezione.
Probabilmente l'Ossorghin Le ha già detto di aver piccole pretese come autore (credo mille lire). Su quanto potrei contare io come traduttore, nel caso in cui Ella trovasse conveniente la pubblicazione? Il romanzo che è stato tradotto già in molte lingue (due edizioni inglesi, una tedesca, una svedese, una olandese, una giapponese ecc.) non è stato ancora pubblicato intero in lingua francese. Ciò ne assicurerebbe il successo in italiano. Le sarò grato di un cenno perché essendo in trattativa con altro editore anche di Milano, tirerei le cose in lungo, nel caso che Ella fosse ben disposto in via di principio a pubblicare un nuovo romanzo russo.
Con ossequi
Ettore Lo Gatto
Padova, Piazza Spalato, Palazzo Borsa

2. Lettera autografa da Roma del 30 dicembre 1933 su carta intestata "Istituto per l'Europa Orientale Roma - Il direttore della sezione slava"
Caro Gian Dauli,
la copiatura a macchina della traduzione del romanzo di Ossorghin "Un vicolo di Mosca" va un po' per le lunghe e perciò, allo scopo di darLe un'idea del romanzo stesso Le spedisco la traduzione inglese. Purché Ella poi riduca al minimo le difficoltà editoriali, La informo che sono pronto a contentarmi di mille lire per la traduzione purché ne siano date altre mille all'autore che ne ha bisogno.
Le sarò grato di un cenno di risposta per quanto riguarda "Corbaccio". In caso negativo prima di cercare altrove vorrei tentare con Mondadori per "Medusa". Con cordiali saluti ed auguri Ettore Lo Gatto

3. Cartolina postale autografa da Padova del 28 marzo 1935
Caro Gian Dauli,
nulla in contrario a dare il romanzo di Ossorgin alla nuova casa "Nomade". Ma ho bisogno di un mese almeno di tempo per la revisione del manoscritto e la copiatura a macchina. Mi scriva se ci son difficoltà. A me piacerebbe che fossero inviate le mille lire ad Ossorghin che si trova in bisogno. Non si potrebbe farlo? Io mi impegnerei a restituirle se non si arrivasse alla pubblicazione.
Molti cordiali saluti.
Ettore Lo Gatto
L'indirizzo di Michel Ossorguine è
Paris, Square de Port Royal 13
Mi spedisca il materiale critico che Le diedi a suo tempo. Mi serve per la prefazione.

4. Lettera autografa da Roma del 6 aprile 1935 su carta intestata "Istituto per l'Europa Orientale Roma"
Caro Gian Dauli,
mi scrive Ossorghin da Parigi che, dato il Suo silenzio, egli è entrato in trattative molto serie coi Treves e che perciò il romanzo potrà essere ceduto alla casa "Nomade" solo dopo una definitiva risposta negativa dei Treves. Io parto in questi giorni per l'Estero e sarò di ritorno ai primi di maggio. Solo in quei giorni potrò andare a fondo alla questione e perciò fino a quei giorni le nostre trattative si intendono sospese.
Con una cordiale stretta di mano
Ettore Lo Gatto

5. Lettera autografa da Roma del 15 maggio 1943
Caro amico,
rientrato ieri da Praga, dove sono stato in queste ultime settimane ho trovato la Vostra lettera del 4 corr. Avevo appreso dai giornali l'impossibilità di costituire la nuova casa editrice. Speriamo che riesca la nuova forma. Intanto rivedrò il manoscritto. Non vi prometto però di farlo presto perché desidero portare a termine altri lavori più urgenti per me finanziariamente. Quando verrete a Roma, telefonatemi.
Cordialmente, Ettore Lo Gatto

6. Lettera autografa s.d. su carta intestata "Russia. Rivista di letteratura, arte e storia diretta da Ettore Lo Gatto"
Egregio Sig. Gian Dauli,
ho saputo che la Casa Editrice "Modernissima" si appresta a pubblicare una collezione di storie di letterature straniere. Avendo io quasi pronta una "Storia della letteratura russa" da me preparata su fonti dirette nelle biblioteche russe di Praga e di Varsavia, mi permetto offrirgliela per la Sua collezione. Mi faccia sapere quali condizioni fanno ai loro autori e se per la collezione ci sono speciali limiti di pagine.
Nello stesso tempo Le offro la mia opera come traduttore dal russo, dal polacco e dal bulgaro. Dal russo potrei tradurre un romanzo contemporaneo, che secondo me è destinato a sicuro successo "Le città e gli anni" di Fedin, vera epopea del periodo della guerra e della rivoluzione. Non è stato finora tradotto in lingue occidentali: io mi impegnerei a fare la traduzione rapidamente. Si tratta di 380 pagine. Mi scriva in proposito. Sto preparando inoltre una traduzione di racconti di Zeromski. Ed anche per questa si potrebbe intendere.
Con la preghiera d'un cortese cenno di riscontro, cordialmente saluto.
Ettore Lo Gatto



MICHAIL OSORGIN
(MICHEL OSSORGUINE)
1. Lettera dattiloscritta con postscriptum autografo da Parigi del 5 novembre 1933 su carta intestata "Michel Ossorguine, 11 Square de Port-Royal Paris"
Caro Collega,
La ringrazio per l'invio del Suo romanzo "La Rua". Mi dispiace di non aver le relazioni necessarie nel mondo dei critici francesi, ma sarò lieto di raccomandare il Suo ingegno ai lettori russi. Quanto alla traduzione russa - basta dirLe che neanche la maggior parte dei romanzieri russi (all'estero) possono vedere i loro lavori stampati. Tanto è disperato il "mercato" d'oggi!
Avrei avuto molto piacere di spedirLe qualche libro mio, ma invece di fare una cosa inutile mandandoLe originale, preferisco aspettare che esca la traduzione italiana del mio romanzo "Un vicolo di Mosca" (Sivzev Vragek) già tradotto dal prof. Lo Gatto. Purtroppo avendo in questi giorni rotto il contratto già stipulato con un editore milanese, non ne ho ancora trovato un altro.
Cordiali saluti

7 novembre 1933 PS: Prima di chiudere la mia lettera ho cominciato leggere la Sua bella opera. Dopo due notti di mia solita insonnia, passata nel leggerla, sento il bisogno di dirLe che sono veramente trascinato dalla efficacia della Sua potenza evocativa! Benché la mia mentalità d'autore sia sempre stata piuttosto refrattaria ai problemi sessuali, li vedo trattati da Lei con una sincerità che rimane tanto umana e potentemente suggestiva. Ma quel che mi affascina particolarmente è la vitalità prodigiosa che assume da Lei l'ambiente e l'epoca, in cui si muovono i protagonisti di una "famiglia per bene".
Sento di poterLe esprimere questa mia prima espressione.
Con calde congratulazioni e cordiali saluti
Michele Ossorghine

2. Lettera dattiloscritta da Parigi dell'11 dicembre 1933 su carta intestata "Michel Ossorguine, 11 Square de Port-Royal Paris"
Caro collega,
Le sono gratissimo dell'aiuto che Ella volenterosamente mi porge per la pubblicazione del mio romanzo in Italia. Lo Gatto mi ha scritto che s'era già rivolto a Lei e che Le avrebbe mandato la sua traduzione. Personalmente sono rassegnato a cedere i diritti d'autore, ma non credo che la stessa somma possa accontentare il traduttore. Il romanzo è voluminoso, sono non meno di 400 pagine.
Se le recensioni potessero giovare a muovere gli editori, Le ne potrei mandare in tutto lingue (ne ho raccolte più di 200 senza contare quelle russe). Il romanzo è tradotto in quasi tutte le lingue europee, ha ottenuto in America il premio del "Book of the Month club" di New York e vi è stato diffuso in parecchie diecine di migliaia di copie. In Francia comincerà prossimamente a pubblicarsi nella "Revue de France" in una nuova traduzione.
D'una scrittrice russa che avesse nome Léonie Aminoff, non ho mai udito parlare. Il cognome potrebbe anche essere russo, certo non lo è il nome "Léonie". Michele Sciolochov non è un fuoriuscito, vive nella URSS. Il suo romanzo "Il silenzioso Don" [cassato con correzione autografa: "Il Don silente"] ha avuto un successo enorme; è un'opera di dimensioni rispettabilissime: due grossi volumi. Mi permetta di osservare a tale proposito che neppur'io sono un "emigrato"; sono stato colpito da una sentenza di "esilio all'estero", ma continuo ad essere cittadino della URSS. Ben inteso i miei libri, stampati a Parigi sono provvisti d'un "copyright" per tutti i paesi.
Purtroppo non dispongo di relazioni nell'ambiente editoriale francese. E della Francia si può dire che è in generale il paese meno propizio alle traduzione. Tanto più ora, in tempo di crisi. Penso che Ella dovrebbe rivolgersi agli editori Plon, Grasset, Stock e Gallimard (N.R.F). Le posso pure dare l'indirizzo di un'agenzia, diretta da una signora mezzo italiana (M.elle Scialtiel) e che sembra lavorare con disceto successo nella mediazione fra autori stranieri ed editori francesi: Curtis Brown Bureau de Paris 37 rue Boulard, Paris 14e.
Sarò felice di vederLa a Parigi e quanto più presto tanto meglio.
Cordialissimi saluti
Mich. Ossorghin
PS. Mi dice che i precedenti libri russi pubblicati hanno dato esito completamente negativo, ma fra le edizioni Corbaccio non ho visto figurare che tre libri: 1) uno dei peggiori romanzi del noto Ehrenburg, 2) in libro mediocre dell'abbastanza oscuro Nic. Nikitine, 3) un terzo sul quale non potrei neppure emettere un'opinione perché il nome (Aless. Sytin) non che i titoli mi sono perfettamente sconosciuti. Data la ricchezza della letteratura russa contemporanea (tanto in Russia che nell'esilio) si sarebbe potuto fare davvero una scelta alquanto migliore.
Ho ancora da trasmetterLe i cordiali saluti dell'amico Andrea Caffi, del quale Ella s'è occupato anni fa per la pubblicazione d'un libro sulla Russia e che pure ammira molto la sua "Rua".


IVAN ŠMELEV
(JEAN CHMELEFF)
Lettera autografa in francese da Capbreton del 30 giugno 1930
Le 30 Juin 1930
Villa "Riant-Sêjour"
Capbreton s/m (Landes)

Aux Editions ‘Delta'
Milan
Messieurs,
Vous avez édité mon roman ‘Memorie di un cameriere' (I et II editions), comme édité en Russie il j'a plus que dix an. Je ne suis pas sujet de SSSR et je pourrais de me defendre par l'Association des écrivains français. Mais je ne veux pas me donner la peine, je suis très fatigué, je suis malade à present. Et j'ai l'éspire que vous estimez tant juste de me payer - quoique la petite somme. Jusqu'à ce temps, pas une seule édition ne m'a pas offensée, et je crois que sous serez justes comme les autres. J'ai beaucoup de livres pour les faire traduire en italien, et nous pouvons avoir des relations d'affaire. Ayez la bontè de m'envoyer quoique la somme la plus moderée. Il y a plus de 20 mes livres - en langues étrangères, et vous comprenez bien entendu que mon livre - quoique et traduit en langue étrangère - est cher pour pour moi : c'est mon enfant en quelque gente. Veuillez bien par ce la de me faire la plaisire et d'envoyer quelques exemplaires de ‘Memorie di un cameriere' (I et II edit.) - pour ma bibliothèque, pour la memoire. Je suis en tante assurance que vous aurez la bonté d'éstimer cette ma déposition.
Veuillez agréer, Messieurs, l'assurance de ma consideèration distinguée.
Jean Chmeleff (Ivan Chmélov)

RAISA OL'KENICKAJA NALDI (RAISSA OLKIENIZKAIA NALDI)
1. Lettera autografa da Firenze del 29 giugno 1928
Gentile amico,
Le sono molto grata della Sua cortese lettera.
"Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice"...
Una risposta che mi verrebbe assai a proposito ripensando ai tempi romani e alle mie trasferte d'oggi. Ma finché mi rimane la forza di lottare, cerco di far convergere tutte le mie energie sul presente.
Le manderò domani una copia della "Jeunesse rouge d'Inna". Non conosco il programma della "Modernissima": ad ogni modo, il giudizio che Ella potrà darmi intorno al romanzo mi sarà quanto mai utile e chiarificatore. H. de Carbuccia, direttore delle "Editions de France" chiede 800 fr. francesi per il permesso esclusivo a tradurre. Alle autrici ed a me si potrà stabilire un compenso à forfait. Prima del 5 luglio vorrei dare la risposta definitiva al Carbuccia che ha avuto altre proposte italiane, ma attende le mie notizie, prima di rispondere ad altri.
Si sente di darmi una sollecita risposta facendo uno strappo alle Sue "affliggenti o ingombranti" occupazioni?
Comprendo benissimo come ciò sia difficile, ma conto su la di Lei cortesia.
Vorrei poter stabilire dei rapporti costanti con la "Modernissima" e dare a Loro, al più presto, un volume di novelle umoristiche del modernissimo scrittore russo Zoscenco - un Cecov rinato sotto il regime di Iosief.
Che ne pensa - in linea di principio - di questa proposta?
In attesa, mi creda,
con i migliori saluti
Raissa Naldi
Cernaia 19, Firenze
P.S. Voglia rimandarmi il volume dopo letto: il "Corriere" ci ha promesso una recensione (che credo sarà utile) e mi ci vogliono due volumi.

2. Lettera autografa [da Firenze] del 29 luglio 1928
Gentile amico,
Ella avrà certamente ricevuta la "Jeunesse rouge d'Inna"...
Il Suo silenzio mi sembra significativo cioè negativo, ma io mi sono intesa l'altro giorno con un editore fiorentino e così la questione è risolta.
Le sarò grata se vorrà rispedirmi il volume che mi occorre subito. Mi dica, in cortesia, se un romanzo od una raccolta di novelle russe può interessare la "Modernissima".
Ho nelle mani dei lavori recentissimi degli scrittori di U.R.S.S. e prima di proporli ad altri desidero sentire Lei.
Cordiali saluti
R. Naldi

3. Lettera autografa da Firenze del 3 agosto 1928
Gentile amico,
so che il romanzo di Krasnov è stato acquistato dall'editore Salani.
Se Lei ha bisogno di me per tradurne un altro per la "Modernissima" - sono alla Sua disposizione.
I romanzi russi pubblicati all'Estero sono quasi tutti protetti.
Per la "Collezione popolare" io Le proporrei un volume di novelle umoristiche di uno scrittore sovietico, Zoscenko, degno discendente del Cecov. Sarà un successo indubbio. Io farei anche una breve introduzione e sarei pronta per la metà di settembre.
Ho l'autorizzazione per un romanzo assai suggestivo ed originale: "Sabbataj Zevi" di S. Poliakov [Sergej Poljakov], tradotto in francese presso Plon: "Le Messie sans peuple". È la storia d'un pseudo-Messia del 600.
Io lo tradurrei direttamente dal russo, ma Lei potrebbe farsene un'idea esatta, leggendolo in francese. A. Tilgher ne ha parlato sulla "Stampa", con ammirazione. Un dramma di Poliakov: "Il labirinto" è stato rappresentato dalla Compagnia Pirandello e accolto assai bene dalla critica e dal pubblico (mia traduzione).
Sono 257 pagg. veramente avvincenti, il tono della narrazione quasi biblico; la vicenda varia, commovente, in cui la storia, la fantasia, lo spirito moderno si accordano mirabilmente.
Veda e decida.
All'autore bisognerà dare il 10%; io mi contento di 800 lire, ma il lavoro sarà arduo, perché il testo italiano deve riuscire bello, puro, colorito.
Ho anche un altro romanzo - dei tempi della rivoluzione - che andrebbe bene, ma voglio assicurarmi che non sia protetto. "La guardia bianca" di Bulgakov.
Come Le dissi, per l' "Inna" ho già trovato un editore: mi rimandi, in cortesia, il volume. Il Suo giudizio coincide con il mio, ma il libro è di una attualità strapotente e andava proprio bene per la "Modernissima".
Gradisca i miei migliori saluti
Raissa Naldi
Cernaia 19, Firenze

Scheda aggiornata al 7 dicembre 2020

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